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La grande magia della commedia dell'arte: intervista a Marco Luly

21/06/2022

La commedia dell'arte è una forma di spettacolo nata in Italia alla fine del 1500, che si distingue dagli altri generi teatrali del tempo per una serie di elementi innovativi. In primis, il professionismo degli attori e la presenza delle donne sul palcoscenico. Più che un genere teatrale vero e proprio, la commedia dell’arte si distingueva per una diversa modalità di produzione degli spettacoli. Le rappresentazioni non erano basate infatti su copioni definiti, ma sui cosi detti canovacci, che fornivano soltanto delle indicazioni sull'azione e sui lazzi (interventi comici slegati dal resto della commedia, con il solo scopo di far ridere), mentre il resto dello spettacolo era affidato all'improvvisazione. Un altra caratteristica della commedia dell'arte è la presenza di personaggi fissi.
Ma come si caratterizza la commedia dell’arte oggi? Lo abbiamo chiesto a Marco, Luly attore professionista tra i massimi esponenti di commedia dell’arte in Italia e all’estero. Attore di origini romane , fonda e dirige nel 1990 ha l’ Associazione Culturale “Luoghi dell’Arte”. Durante il corso della sua carriera Marco Luly ha ottenuto numerosi riconoscimenti, in Italia e all’ Estero, per l’ attività svolta nella direzione di una riscoperta, valorizzazione ed attualizzazione di testi e canovacci appartenenti alla tradizione del Teatro Popolare Italiano: dal Teatro Medievale alla Commedia dell’Arte fino a Goldoni. In seguito al successo degli spettacoli presentati con la Compagnia “Luoghi dell’ Arte”, è stato più volte invitato a tenere corsi e conferenze e a dirigere spettacoli prodotti in vari Paesi del mondo, su inviti di Ambasciate ed Istituti di Cultura italiani, di Università e Accademie d’ Arte, ed inoltre in occasione di Festival Internazionali di teatro ed Eventi culturali.
Ho avuto l’enorme piacere di conoscere e fare esperienza artistica con Marco Luly, un grandissimo essere umano e professionista .
Nell’intervista che segue ci racconta qualcosa di se e della magia intramontabile della commedia dell’arte.

Come nasce il suo percorso artistico?
Faccio teatro da oltre 40 anni, in particolare Commedia, teatro brillante/comico, dal cabaret al teatro dialettale a quello popolare, da Aristofane a Ruzzante, l’approccio alla Commedia dell’Arte è stato quindi quasi un passaggio obbligato.

E la sua passione per la commedia dell'arte?
Credo che in Italia, almeno fino a quelli della mia generazione, la Commedia dell’Arte fosse una cosa che, anche se non in maniera dichiarata, la si respirava nell’aria, era nel nostro dna. Nel teatro, nel cinema, nella tv, nei burattini e nelle parate carnevalesche, anche se non necessariamente con i personaggi tipici, con le maschere tradizionali, questo tipo di teatro con i suoi lazzi, le battute, le situazioni, il tipo di comicità, fosse qualcosa che noi vivevamo anche inconsciamente. Totò, Petrolini, i De Filippo, Dario Fo, il Quartetto Cetra, Carosone e Renzo Arbore, la commedia all’italiana del cinema, eccetera, in qualche modo sono stati tutti eredi della Commedia dell’Arte.

Un approfondimento il suo che l'ha portata a muoversi come esponente della commedia dell'arte in Italia e all'estero. Quale la differenza di reazione del pubblico all'estero e nella nostra nazione?
La Commedia dell’Arte rappresenta la rinascita del teatro europeo nel Rinascimento, dopo quasi mille anni di buio in seguito alla caduta dell’impero romano d’occidente e all’ascesa della religione cattolica che negava ogni forma di teatro che non fosse religioso e dunque controllato. Per questaragione, rappresentando la base del moderno teatro, è studiata e praticata in tutto il mondo, per cui è chiaro che se non si conosce questa forma di teatro non si capisce da dove vengano, e cito solo i più celebri, autori come Shakespeare, Moliere, Goldoni, fino agli autori del ‘800 e ‘900.
Come reagisce il pubblico? Il pubblico di tutto il mondo reagisce in maniera vitale davanti a spettacoli vitali, e viene invece anestetizzato dalla tv e dai suoi programmi anestetizzanti.


Roberta La Guardia



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