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Recensione di "Promemoria Italiano" |
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20/01/2013 | Il libro dal titolo “ Promemoria Italiano” di Roberto Napoletano Direttore De Il Sole 24 Ore e pubblicato dalla Rizzoli di Milano si può definire una sorta di agenda in cui l’autore racconti gli episodi più eclatanti della sua vita di giornalista in giro per l’Italia alla ricerca di notizie.
Nel suo promemoria che parte da una bellissima canzone di Lucio Dalla “Telefonami fra vent’anni” esprime l’auspicio che tra venti anni nel 2032 non si verifichi più quello che è accaduto con Mani Pulite nel 92’ quando il modo di fare politica con l’ingresso sulla scena politica di personalità nuove con programmi innovati, che sarebbe finita la corruzione, il clientelismo ed un certo familismo amorale.
Invece le cose sono andate sempre peggio, la corruzione è aumentata, i rimborsi pubblici arricchiscono gli uomini dei partiti e possono servire a pagare una festa di matrimonio, ostriche e porchetta o a comprarsi una laurea a Tirana.
L’economia va male, la produzione industriale è diminuita e soprattutto, vi è stata una crescita della disoccupazione giovanile dove molti giovani non riescono a trovare un lavoro o se lo trovano è solo temporaneo.
A tal fine in uno dei suoi articoli cita il caso di sua figlia in possesso di una laurea che è al settimo contratto di pochi mesi.
Ma dove andremo a finire di questo passo?
Chi lo sa. Certamente la situazione che ci prospetta l’autore del libro non è affatto bella.
Sebbene la situazione economica è critica con un tasso di inflazione alto, la disoccupazione che rispetto ad un ventennio è peggiorata.
Tuttavia afferma che per risalire la china occorre trovare lo spirito del dopoguerra ed avremo bisogno di uomini come De Gasperi, Vanoni, di un Costa o di un Mattioli e di uno o più eredi del pragmatismo di Di Vittorio.
Avremo bisogno di ritrovare i valori cattolici e laici di un tempo custoditi in piccole storie familiari, cose semplici che si tramandano di generazione in generazione, e costituiscono l’anima più profonda di un popolo.
Abbiamo bisogno di una classe politica credibile che sappia dialogare con la gente e sia in grado di rilevare le sorti di un paese alla deriva.
Saranno in grado i futuri governanti di migliorare la situazione socio economica del paese? Chi lo sa.
Solo il tempo ce lo dirà.
Biagio Gugliotta
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