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Recensione di “Sviluppare la comprensione verbale” |
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19/01/2013 | Il libro dal titolo “Sviluppare la comprensione verbale” di Paola Taccagno ed Anna Merletti edito dalla Casa Editrice Erickson che è rivolto a logopedisti, psicologi e pedagogisti che interagiscono continuamente con bambini, si propone di offrire un percorso operativo per individuare ed intervenire su soggetti con difficoltà nella comprensione del linguaggio che se non si interviene con tempestività può causagli un disturbo orale ed espressivo.
A tal fine il testo è suddiviso in 11 unità con esercizi sempre più complessi ed attività diversificate, dalla stimolazione alla comprensione verbale quali:
Individuazione degli stimoli richiesti che abituano il bambino a ragionare sul significato delle figure proposte.
Interrogativi a risposta multipla relativi alle relazioni temporali e di causa effetto;
Interrogativi a risposta multipla relativi alle relazioni temporali e di causa effetto:
Brevi , racconti seguiti da domande finalizzate all’allenamento e la comprensione dei nessi logici ed espliciti, e la comprensione di nessi logici multilpli ed espliciti.
Le sezioni riguardano i nomi, le categorie, i modificatori, le azioni ecc… tutte cose utili ai fini di un intervento mirato sul bambino che presenta queste problematiche.
Oltre a queste schede vengono proposte altre schede altrettanto interessanti si propongono esercitare la comprensione ed attivano più livelli linguistici:
dal livello semantico fino al livello narrativo.
Il processo riabilitativo di questi soggetti con questo tipo di problematiche deve avvenire gradualmente passando dalle cose facili fino ad arrivare alle cose più complesse.
Il libro in sostanza rappresenta un valido sussidio per interagire con coloro che hanno un ritardo nel parlare e purtroppo ve ne sono diversi affetti da ritardo nel parlare ed è compito del logopedista (non a caso il libro è stato scritto da due logopediste) risolvere questo problema.
Se si interviene tempestivamente con una terapia mirata il bambino riesce progressivamente a parlare alla fine del trainig educativo come gli altri coetanei non affetti da questi problemi.
Biagio Gugliotta
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