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La teoria di Marino di Teana ispirazione per Kapoor |
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3/06/2011 | Marino di Teana, o meglio la sua teoria e rilevanza nel panorama artistico-scultoreo internazionale, sono state ancora una volta testimoniate da un evidente rifacimento ad una sua teoria. Marino di Teana, in effetti, è stato presente con il suo pensiero alla mostra che si è svolta al Grand Palais a Parigi, si è trattato dell’ esposizione annuale “Monumenta”, di Anish Kapoor (artista britannico nato a Bombay nel 1954).
Kapoor ha immaginato una struttura gonfiabile a forma di trifoglio, che riprende il piano incrociato dell’ edificio: l’osservatore può penetrare in un volume rosso e rotondo (Reflets dans les spheres rouges d’ Anish Kapoor), vede l’opera dall’ esterno; in effetti, si tratta della più grande opera gonfiabile realizzata, come ci informa
l’ artista, il quale, anche se paradossalmente ha cercato di dematerializzare le sue opere, che sono basate su un concetto di vedere l’opera e il suo opposto; lo scopo è stato quello di osservare la relazione che intercorre tra l’ edificio e l’oggetto, per dimostrare che l’ interno e l’ esterno sono due cose completamente diverse, ma che possono essere conciliate.
Ma una caratteristica saliente del suo pensiero è : “la teoria del vuoto (spazio) attivo”. L’ artista ha spiegato, in effetti, che per l’ osservatore si tratta di un’ esperienza fisica ma non solo, l’ esperienza dell’ osservazione ha delle ripercussioni metaforiche e psicologiche e a volte anche poetiche. Si tratta in pratica di una evidente allusione al mito del “Leviatano” di Thomas Hobbes, mostro che mangia tutto, e che per il filosofo è un’allegoria dello stato ; si tratta di un mostro marino biblico che mangia tutto, proprio come fa in un certo senso l’ opera di Kapoor con gli osservatori, e più precisamente vengono sollecitati tutti i sensi dell’ osservatore, il quale è obbligato in un certo senso ad una riflessione sulla natura dello spazio che ci circonda, come sulla posizione dei nostri corpi nello spazio, è impossibile esplorarne l’interno completamente, è possibile vedere l’ esterno ma mai nella sua totalità.
Infine è una delle scoperte della scultura del XX secolo, dopo che Marino di Teana ha formulato la sua teoria dello “Spazio attivo”. “Leviatan è un’occasione per ricordare che il lavoro è strutturato tanto dalla sua parte vuota che dal suo pieno. E il vuoto è anche necessario per creare, spiega Jean de Loisy, curatore della mostra che evidenzia l’ interesse di Kapoor per la teoria ebraica Zim Zum secondo la quale Dio che è tutto, provoca un vuoto di se stesso per far posto al mondo che vuole creare. “Kapoor, dimostra che il concetto dello spazio è più complesso rispetto alla sua geometria”, dice De Loisy. (…)”.
Questo è quanto è stato riportato in un articolo apparso su “Le Monde” del 12/05/2011.
A valida testimonianza della fama internazionale di Marino di Teana e
dell’importanza e ricorrenza del suo pensiero, ispirazione anche per Anish Kapoor, che, ricordiamo, ha fatto parte degli artisti scelti nell'ambito di ArtePollino, con il suo "Earth Cinema" a Latronico.
Maria Rosaria Rondinelli
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