Dopo la preziosa pubblicazione negli anni scorsi “dell’Antico Stato di Noja”, edito dal Consiglio Regionale della Basilicata, Mimmo Filomeno, storico e presidente dell’associazione di volontariato e culturale “Vigilanza Verde Lucana”, mette a segno un altro progetto cofinanziato dalla Regione Basilicata e dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Si tratta, questa volta, del ritrovamento e della traduzione di antiche pergamene conservate nell’Abazia di Cava che parlano del monastero di Santa Maria di Kir Zosimo, una comunità spirituale già attiva prima dell’anno Mille, un monastero che ha radici profonde e che ha visto tra i suoi priori anche il monaco Falcone, il Papa Pio XI ne confermò il culto il 16 maggio 1928, insieme ad altri sette abati dell’abbazia della SS. Trinità di Cava, nel salernitano.
Dottor Filomeno, come nasce il progetto?
“E’ nato dopo una visita all’importante mostra di pergamene greche risalenti all’anno Mille nella Badia di Cava, conservate ancora molto bene, pergamene importanti per la storia della Chiesa, ma allo stesso tempo importanti per capire l’evoluzione, attraverso il monachesimo, delle nostre società”.
Un lavoro che ci aprirà altre porte della storia, ci arricchirà di notizie ancora celate nelle biblioteche, come quelle Nazionali di Potenza, Matera e quella diocesana di Tursi.
“Beh, sì, fonti preziose, un racconto, una ricerca che ci porta alle radici, che ci fa scoprire e capire mattone dopo mattone, o meglio dire, foglio dopo foglio come si viveva in quel tempo, l’economia, le implicazioni sociali, il rapporto tra i signori dei luoghi e il potere temporale e spirituale esercitato da importanti monasteri sorti nella Vallle del Sarmento”.
La nostra storia dunque, la storia della nostra gente, dei nostri paesi.
“ Capiremo certamente meglio chi siamo e da dove veniamo, ma anche perché siamo quelli che siamo. Un crocevia di poteri attraverso favori e donazioni, come quella fatta dal Signore di Noja, l’odierna Noepoli, sul fiume Lappio, al potente monastero di Kyr Zosimo, a capo di celle, conventi e vasti territori tra Calabria e Basilicata”.
Dottore Filomeno, un lavoro certosino di accortezza e pazienza?
“Un’avventura possibile anche grazie alle professoresse Mariantonietta Violante, patrizia Silvano e di Francesco Filomeno, laureando in lettere. Quando si fa ricerca, mi creda, si usano lampadine speciali, quelle della passione, dell’obbligo morale, sostenuto dalla curiosità insita in ognuno, per svelare fatti e storie di chi ci ha preceduti, del monachesimo Basiliano e Benedettino, in particolare quello Calabro-lucano.
Vincenzo Diego |