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Recensione di “Fuochi” di Pieragelo Buttafuco |
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28/12/2012 | Dalla Sicilia al Continente, da Berlusconi a Geddafi, da Terzani al barone Von Ungern – Sternberg, dall’Opa alla Lapa.
Pieragelo Buttafuco racconta così con la sua personale invettiva personaggi e contraddizioni, termini e situazioni che stanno caratterizzando l’ennesima situazione di un Occidente in crisi.
Fuochi perché sono parole, le sue, capaci di bruciare la fisicità delle pagine dei quotidiani e trasformarsi in passaggi di racconto, di svelatore e ironico allo stesso tempo.
Fuochi sono gli incontri dell’autore con i personaggi della politica , del giornalismo, della società, da Norberto Bobbio ad Eugenio Scalari, dai quali emerge un mosaico più complesso di quello che esegeti o detrattori si ostinano a comporre.
Fuochi sono i racconti, le pillole, gli aneddoti sparsi che si fanno apologhi e ci aiutano a capire di che razza sono i nostri tempi.
Infine, fuochi non possono che essere, infine anche le parole sulla destra italiana, un luogo che non è più dimora verticale di spirito ma un carro consegnato a vagare nell’orizzontalità.
Sotto la mano dell’autore di questo libro. l’Italia ed il mondo si fanno tela su cui imprimere e graffiare. Ed il risultato non può che essere incendiario.
Leggendo il libro, emerge che l’autore .
Leggendo il libro si evince che non è un libro monografico ma potremmo definirlo un mix di cultura, spettacolo, e politica.
Nel libro si afferma anche che in futuro ci sarà più Cina.
E non mangeremo con le bacchette.
Ma studieremo Confucio ed il Tao.
E venderemo loro i nostri garage.
Un futuro in gran carriera, il motore a scoppio diventerà obsoleto e la benzina sarà come l’acetilene.
Nessuno sa oggi cosa sia l’acitelene.
Un tempo veniva usato per l’illuminazione del lampioni.
In sostanza in futuro potrebbero verificarsi mutamenti davvero impensabili.
Chissà quando e quali.
Biagio Gugliotta
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