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Le parole ''solide'' nei versi di Filippo Gazzaneo in Poësis Laus

15/10/2021

Se dovessi raccontare l'opera di Filippo Gazzaneo vestendola della stoffa emozionale che ha pervaso la mia anima e i miei sensi mentre attraversavo i labirinti dei versi delle parole delle sillabe e delle lettere, non dovrei scrivere alcuna recensione. E, dunque, la premessa è d'obbligo: questa non è una recensione.
Però.
Però, la parola poetica ha una capacità fascinatrice ed interviene in forma poliedrica sull’umano.
E quando essa ti raggiunge, ti investe sempre; a volte con grande ardore altre volte con fredda indifferenza. Leggendo Poësis Laus ho provato, sinceramente, la prima delle due esperienze appena citate.
Perché, come dice anche l’autore la poesia balla parla pensa canta recita suona(...) Ha parole intrusive (…)che marcano la mia mente ch' è il loro campo neutro orinandola con schizzi di luci impazzite e di dolori nascosti
Le parole di Filippo Gazzaneo sono solide. Sono lì, una dopo l’altra, corteggiano il parlato tanto quanto o ancora di più dello scritto e pare che diventino carne viva appena lo sguardo vi si posa. Il loro primo senso è il tatto. In realtà, per me, è molto difficile ‘’raccontare’’ questa raccolta poetica senza utilizzare e, anzi, citare quanto scritto dallo stesso autore.
E’ un insieme di versi scritti in un momento particolare per tutti ma, immagino, soprattutto per l’autore. Sono stati partoriti in quei mesi così cruciali che ormai sono diventati quelli a cavallo tra il 2019 e il 2020, tra una quotidianità dimenticata e una quotidianità rubata. Il libro è impreziosito da due contributi, due note critiche: una di Mattia Arleo e l’altra di Antonietta Di Giacomo.
Poi ci sono ‘’Le Premesse’’, ‘’che precedono geneticamente il testo e che sono schizzi e conati di poesie’’. E che, ovviamente, si trovano alla fine.
Non volevo leggerle. E ho mantenuto questa mia intenzione fino alla lettura dell’ultima poesia (naturalmente non nella successione fedele all’impaginazione).
Perché è umano ascoltare i silenzi mentre parlano cose che gli occhi figliano.

Mariapaola Vergallito



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