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Rivello: un fumetto di Nicola Gagliardi sulla pregiata soppressata locale |
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13/09/2021 | Nicola Gagliardi, 25enne fumettista, ha pubblicato, edito da Brigante Editore (Lagonegro), un fumetto sulla pregiata soppressata rivellese.
Il fumetto, partendo dalla soppressata, racconta quattro storie legate a Rivello: la storia di uno studente fuori sede dei giorni nostri, che trova la soppressata al suo ritorno per le vacanze pasquali; la storia di un calderaio emigrante in Spagna di inizio '800, che porta con sé la soppressata come simbolo di casa; la storia della Restituta Libertas, cioè del riscatto di Rivello dal dominio feudale nel 1719, riscattatasi grazie a 55mila ducati e a carichi annuali di salumi rivellesi da consegnare all'ex feudatario; l'episodio dell'Ultima cena, citazione di un prezioso affresco cinquecentesco conservato nel convento di Sant'Antonio a Rivello, sulla cui tavola sono presenti i prodotti tipici locali.
Prefazione di Giovanni Filizzola
Nicola Gagliardi, giovane rivellese con la passione del fumetto, ci offre un saggio della sua bravura di autore e di disegnatore con un nuovo lavoro, dimostrando che quella che era la passione di un adolescente è divenuta ormai, a distanza di qualche anno dal debutto, professionalità sempre più sicura.
La soppressata di Rivello (a sópërzàtë, per dirla in rivellese) non è – non inganni il titolo! - un fumetto pubblicitario, ma un nuovo racconto fantastico, in cui, come nel sopracitato e brillante esordio, dal titolo Restituta Libertas, l’immaginazione più sbrigliata e “magica” si unisce con precisi riferimenti storici, così come il disegno ripropone spesso con grande precisione il paesaggio urbano rivellese o figure riconoscibili del patrimonio iconografico locale. Il pregiato salume rivellese che dà il titolo al testo è come un filo che ne collega le diverse parti, un simbolo identitario perenne che lega in qualche modo tre situazioni e tre epoche diverse.
Il testo, chiaro per il lettore rivellese, può risultare oscuro per gli altri. Non a caso, Nicola nella prima pagina ammonisce: “Presta attenzione, lettore… cose strane stanno per accadere”. È forse perciò il caso di offrire al lettore una prima chiave di comprensione, anticipando come nel racconto si intreccino tre livelli temporali: quello di un giovane studente fuori-sede dei nostri giorni, quello di un ramaio rivellese dell’800 che lascia il suo paese per la Spagna e poi quello settecentesco del riscatto del paese dalla servitù feudale. Come se non bastasse, ecco entrare in scena alcune figure sacre, citazione di uno straordinario affresco cinquecentesco presente a Rivello, nel convento di Sant’Antonio.
Riferimenti, come si vede, molto precisi: all’emigrazione dei ramai rivellesi in Spagna e in particolare a Hellín (con cui Rivello si è gemellata nel 2018 e dove un’area verde è stata intitolata a “los caldereros de Rivello”); e al riscatto di Rivello dalla feudalità nel 1719, attraverso un contratto col feudatario in cui questo rinunciava ai suoi diritti sul paese in cambio di una congrua somma di denaro e… di un consistente approvvigionamento di salumi rivellesi. Queste realtà della storia rivellese si intrecciano fantasticamente nel racconto, producendo una dimensione atemporale in cui si esprime la perennità di alcuni valori propri della nostra comunità, in particolare la famiglia, il lavoro, l’emigrazione. Questa “identità perenne” trova un referente simbolico, e al tempo stesso concreto, in un capolavoro del lavoro locale: a sópërzàtë.
Ancora una volta Nicola Gagliardi mette al centro dei suoi lavori motivi fortemente radicati nel suo paese di origine, ma - attenzione - sono temi che trovano riscontri precisi in un ambito ben più vasto, lucano, ma anche di tutte le zone interne d’Italia, afflitte dalle stesse piaghe e con lineamenti culturali simili, quelle del cosiddetto “osso” dell’Italia, delle aree montane, appenniniche e, in generale, marginali. Tutti i lavori fin qui prodotti (Restituta Libertas, Nemus Olim, Ottavia De Luise e La soppressata di Rivello), partendo inconfondibilmente dal nostro territorio, parlano però a un mondo ben più ampio, ricco di storie e di leggende, ma desideroso di un riscatto e di un rilancio, con i linguaggi e gli strumenti propri di un giovane del XXI° secolo. |
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