Domani 11 settembre, alle ore 18 e 30, nella Sala Angela Ferrara di Cersosimo, lo spettacolo: “Corpi di donna: Dante 5”, che Ulderico Pesce ha tratto dal V canto dell’Inferno di Dante, il più interpretato dell’intera Commedia e da alcune liriche di Angela Ferrara, la poetessa lucana di recente vittima di femminicidio. Il lavoro mira a narrare le condizioni della donna nel 1300 quando i vincoli di libertà erano molto ridotti; la donna di “buona famiglia” se usciva per strada non poteva guardare che davanti a sé, non poteva rivolgere lo sguardo verso maschi, né salutare. “E mentre cammini porta la testa alta e le palpebre abbassate, senza sbattere e guarda dritto davanti a te, senza guardare intorno a te né uomini né donne, e senza fermarti a parlare con nessuno per la strada…”. La donna insomma, poteva essere cantata dal poeta maschio, idealizzata come un angelo, ma in pratica era relegata in casa e il suo matrimonio, spesso, veniva combinato per “interesse”. Dante narra una donna della fine del 1200 che si innamora, che è consapevole della bellezza del proprio corpo, che per amore “tradisce” il marito e che, questo tradimento avviene grazie alla lettura ad alta voce di un libro d’amore. Narra una donna “libera”, che ama leggere e che vuole affermare la dignità della propria persona. Si tratta di Francesca da Rimini che, nel V canto dell’Inferno di Dante, si innamora di Paolo Malatesta, suo cognato. I due vengono scoperti dal marito di Francesca, fratello di Paolo, mentre si amano, e vengono uccisi. Si tratta, probabilmente, del primo femminicidio narrato nella letteratura italiana.
Il fulcro del lavoro teatrale è rappresentato da questa passione carnale, rivoluzionaria per il tempo. Paolo e Francesca, sono “peccator carnali”, persone che non sono riuscite a “controllare i propri impulsi”, che hanno fatto prevalere gli istinti del desiderio e della carne, del corpo, sulla ragione. Dante nel narrare la loro storia d’amore non esprime alcun giudizio morale, bensì le pulsioni tra i due amanti sono così sincere e forti, che gli provocano un’emozione così forte da portarlo allo svenimento.
Lo spettacolo tocca anche il tema del femminicidio che colpisce il mondo di oggi, e fa rivivere la morte della poetessa Angela Ferrara, uccisa, in un piccolo paese della Basilicata, Cersosimo, dal marito geloso. La Francesca di Dante non ha il tempo di parlare col marito, di dare spiegazioni, viene assalita alle spalle e uccisa assieme all’amante. Angela, invece, in una sua poesia, finge di parlare col marito violento, gli dice di sentirsi come una “margherita nell’assolato prato”, desiderosa di sole, di passione, e gli chiede rispetto, con questo verso: “se m’ami davvero non raccogliermi”. Purtroppo sia Angela che la Francesca Dantesca sono state raccolte dal maschio violento.
Vincenzo Diego |