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Stigliano: venerdì inaugurazione del Parco della Mandarra

10/08/2021

La Mandarra è un personaggio femminile di Stigliano frutto di fantasia, una donna dalle dimensioni abnormi. Nei villaggi vicini, più in generale nel Mezzogiorno d’Italia e perfino nella mitologia classica, non si ritrovano storie e leggende di donne gigantesche. Al momento, la Mandarra rimane confinata a Stigliano. Da dove viene e come sia nata la sua leggenda è un mistero, come tutte le leggende. Il suo viso è indefinito ma sicuramente orribile, il collo è lungo, la statura è fuori da ogni norma, il seno è enorme e cadente, le braccia sono lunghe e le gambe ancora di più, sono dei veri trampoli. Anche se immensa nella mole, nei movimenti è agilissima e silenziosa. Non è una strega perché non ha poteri magici né fa incantesimi.
Anticamente l’illuminazione pubblica in paese era inesistente e per muoversi di notte si usava la luce di un tizzone ardente preso dal camino o di una torcia o di una lucerna. L’illuminazione arriverà nella prima metà del Novecento. In queste condizioni l’unica illuminazione era quella della luna, maestra nel disegnare ombre. L’abitato di Stigliano, a mille metri di altitudine, è sempre battuto da brezze notturne, quando non sono vere e proprie tempeste: tutta la vegetazione è in moto perpetuo. Le ombre lunari con il vento si animano, assumono fattezze mostruose, gambe lunghe che camminano e corrono, braccia immense che afferrano, diventano giganti, diventano...Mandarra. Di giorno nessuna l’ha mai vista, si nasconde in un antro sconosciuto: qualcuno dice in prossimità della “Porta del Muzzo”, altri in un anfratto della roccia di “Pitt Palom”, altri in una grotta sotto la “Gravatt”, altri ancora in un rifugio sul “Pupo Nero”. Appena calano le prime ombre della sera viene fuori dal suo nascondiglio e inizia per tutta la notte il suo andirivieni sui tetti delle case in cerca di qualche vittima.
La sua statura immensa, nove o dieci metri, le consente di passare agevolmente da un tetto all’altro e di superare con un salto strade e piazzette. Se qualche malcapitato si attarda per strada corre seri pericoli: la Mandarra lo intercetta, cala dall’alto e lo aggredisce, lo stringe tra le sue gambe per soffocarlo o per annegarlo con una lunga orinata. Per il poveretto l’unica possibilità di salvezza è riuscire ad arrivare al punto debole della Mandarra, al suo seno enorme e cadente. Se riesce ad afferrarlo la Mandarra si rabbonisce. Non si sa se il contatto risveglia in lei il suo senso materno o il suo istinto erotico, ma tanto le basta per lasciare andare la sua preda sana e salva.
È un personaggio femminile probabilmente frutto della cultura matriarcale diffusa nelle nostre contrade che pone la donna al centro della vita familiare, responsabile della crescita e dell’educazione dei figli, dell’economia domestica, dell’accudimento del maschio, decisiva nella vita privata e non di rado in quella pubblica. Se a tutto ciò si aggiunge la cultura contadina fatta di magia e di forze occulte, si hanno chiare le condizioni ambientali, sociali e culturali nelle quali è probabile che sia nata la leggenda della Mandarra.
Con fondi provenienti dal P.O. Val D’Agri, atti a valorizzare e riqualificare le aree dell’ambito urbano, l’Amministrazione Comunale di Stigliano e le Associazioni Stigliano Eventi, Casa del Volontariato, Appartengo, CEA e Area 25 Consorzio di bonifica, hanno voluto ricreare l'atmosfera della Mandarra con un progetto che, consolidando aree e riparando manufatti esistenti, ha coniugato l’aspetto naturalistico con la valorizzazione di opere artistiche per diffondere la leggenda del posto. È stato creato un allestimento scenografico permanente - come sottolinea il progettista e Direttore dei lavori Architetto Roberto Gargiuoli - con una riproduzione di una quinta urbana tradizionale sovrastata da una figura mitica e leggendaria qual è appunto “la Mandarra”. Per la realizzazione dello “scorcio di paese”, il muro è stato disegnato e rivestito di materiali appartenenti al lessico costruttivo locale come la Pietra di Gorgoglione-Cirigliano per la zoccolatura ed il rivestimento in facciata, i coppi e gli embrici come coronamento superiore, i murales rappresentanti porte e finestre, i portali ed architravi in mattoni fino a finestre a tema e illuminazione caratteristica. Nell’area sono state realizzate opere atte alla salvaguardia delle superfici con l’utilizzo di tecniche ingegneristiche naturali mirate alla valorizzazione paesaggistico-ambientale del sito e parallelamente consolidanti. La risagomatura dei percorsi, consistenti in un restauro di piste e strade, assieme alla realizzazione di recinzioni in legno, hanno permesso una nuova ed ampia fruibilità degli spazi così come la presenza di corpi illuminanti, mimetizzati nell’ambiente naturale, garantisce un suggestivo utilizzo degli spazi anche dopo il tramonto donando un’incantevole vista notturna delle opere artisticonaturalistiche.
Il criterio osservato nella progettazione degli interventi - realizzati dall'impresa Cacciatore - è stato quello di attuare, dandone visibilità, un’opera di riqualificazione e di tutela su spazi di interesse pubblico e nel contempo attivarne l'effettiva funzionalità per una fruibilità sociale multifunzionale. Gli interventi, nel completo rispetto del sito naturalistico e salvaguardando l’esistente, hanno avuto lo scopo - come evidenzia il Sindaco Francesco Micucci - di creare una location unica nel suo genere caratterizzata dalla coesistenza di “opere d’arte” scavate nel legno, di “manufatti esclusivi” in ferro cemento, dalla rappresentazione di personaggi leggendari tradizionali, dalla messa in scena di elementi costruttivi tradizionali con l’ambiente naturale circostante. Si tratta, infatti, di opere uniche e rare realizzate dalle mani creative e laboriose dei Maestri Artisti stiglianesi Mario Sansone e Andrea Gandini
La Mandarra è a Stigliano, aspetta i turisti che vorranno visitare il parco e passare sotto la sua gonna: si dice che chi riesce a passare indenne sotto le sue gambe campa cent’anni e chissà… può anche essere vero!



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