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Un sodalizio di studiosi uniti dalla passione per le bambole quaresima

16/03/2021

In molti centri del Sud Italia, dal giorno successivo al Carnevale, è ancora possibile imbattersi per il tutto il periodo quaresimale in delle rudimentali bamboline di stoffa, esposte alle finestre o sospese a un filo steso da una casa all’altra, utilizzate per scandire il trascorrere delle domeniche che precedono la Pasqua.
Le bambole Quaresima, che in ogni località presentano delle peculiarità e caratteristiche diverse, vengono indicate con nomi differenti. In Abruzzo, Molise e Puglia, il termine più comune è Quarantane, in Calabria molto diffuso Corajisime o Quarajisime, in Campania Quaravesime.
Tra le caratteristiche comuni, questi fantocci rappresentati nell’atto di filare, recano nella mano sinistra la rocca e nella destra il fuso. Il filo rappresenta lo scorrere del tempo dei quaranta giorni di privazioni, penitenza, astinenza dalle carni. In testa o ai piedi è posta una arancia, una patata o talvolta un limone con infisse sette penne di gallina, sette quante sono le domeniche che precedono la Pasqua. Ogni settimana si toglie una penna. L’ultima, sfilata un tempo nel giorno del Sabato Santo, determinava la fine del lungo periodo di quaresima e annunciava la gioia della Pasqua di Resurrezione.
In alcune località, come è tradizione in Basilicata a Montescaglioso, è possibile vedere penzolare appesi ad una corda sospesa da una casa all’altra sette pupazzetti in nero, le “quaremme” che rappresentano le sette settimane della Quaresima rispettivamente: “Anna, Susanna, Rebecca, Rebanna, Palma, Pasquaredda, e Pasquairanna”. A conferma della diversità si noti come, sempre in Basilicata, a San Costantino Albanese comunità arbëreshe della provincia di Potenza, la bambola prende il nome di “kreshmza” ed è rappresentata con l’abito tradizionale dai colori sgargianti.
Si tratta di calendari rurali, dalle origini remote, carichi di significati e simboli alla cuirivalutazione ci sta pensando, da un po’ di anni, un sodalizio di appassionati e studiosi, antropologi e liberi ricercatori, compagnie di tradizioni popolari e proloco che rispettivamente in Abruzzo e Molise, Campania e Puglia, Basilicata e Calabria, condividono per tali bambole questa passione e ricerca e si ritrovano a rotazione ogni anno in una regione diversa, promuovendo tavole rotonde e convegni sul tema.
Tutto è cominciato nel 2015 a Santa Croce di Magliano nel Molise. L’incontro organizzato da Angela Cicora, libera ricercatrice, ha messo a confronto le Quarantane molisane con i fantocci rituali delle altre regioni partecipanti. Nell’anno successivo il convegno di studi sui riti quaresimali è stato ospitato in Abruzzo, a Torrevecchia Teatina, dalla Compagnia Tradizioni Teatine,dove tra canti e balli il seme della collaborazione si è allargato ad altre regioni quali Basilicata, Calabria e Campania.
Il III° Convegno Nazionale è stato ospitato dalla Città di Amaroni (CZ) dall’ Ass. Culturale Radici Calabre. Nell’occasione è stata presentata la pubblicazione relativa agli atti della II° convegno dal titolo: Quarantana – La Festa delle bambole volanti, un rito antico che rinasce. La tappa calabrese ha segnato anche la volontà comune, tra le associazioni e i ricercatori del centro-sud d’Italia, di sottoscrivere un’unione di intenti per la costituzione della Rete Nazionale delle Bambole Quaresima, siglata poi con un Protocollo d’intesa l’anno successivo, nel 2018, durante il IV° convegno tenutosi a Nola, in Campania, curato dalla Pro Loco di Nola. Nel 2019 è stata la volta della Puglia, a Lucera (Fg) organizzato dall’ Associazione Centro Italiano Femminile, CIF.
L’edizione 2020 con il VI° convegno, doveva tenersi presso San Costantino Albanese (PZ), ma è stata rinviata a data da destinarsi a causa dell’emergenza Covid-19.
Ecco ora i referenti della RETE NAZIONALE BAMBOLE QUARESIMA: Lucia Laterza, Proloco di Montescaglioso (Basilicata), Amedeo Carbone della Rete della Kreshmza Arbëreshe di San Costantino Albanese (Basilicata), Luigia Cirsone, vice presidente Associazione Centro Italiano Femminile, CIF di Lucera (Puglia), Antonio Del Piano e Giuseppe Trinchese, liberi ricercatori della Pro loco di Nola (Campania), Angela Cicora, libera ricercatrice di Santa Croce di Magliano (Molise), Francesco Stoppa della Compagnia Tradizioni Teatine e direttore Centro Antropologico Università G. D’Annunzio, di Torrevecchia Teatina (Abruzzo), Andrea Bressi, libero ricercatore catanzarese, ass.Cult. Radici Calabre (Calabria).


Quest’anno segnato dalla pandemia molti riti e feste di comunità, come il Carnevale sono stati limitati e penalizzati. Il nostro invito è quello di mantenere viva questa antica tradizione, così da attendere insieme una nuova Pasqua di liberazione, e chissà se le campane della gioia pasquale quest’anno coincideranno con la fine di questo virus, che resterà solo come un brutto sogno.

Segreteria amministrativa
RETE NAZIONALE BAMBOLE QUARESIMA



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