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È uscito 'So chi sei' il primo romanzo della scrittrice lucana Maddalena Rotundo |
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16/03/2021 | È disponibile in tutte le librerie “So chi sei” il romanzo di esordio della scrittrice lucana Maddalena Rotundo. Nata a Sasso di Castalda nel 1969, Rotundo è Laureata in Lingua e Letteratura Francese.
La protagonista del romanzo - edito da Ortica Editrice - crede di riconoscere in un passeggero del treno un suo storico avversario politico e questo incontro fa riemergere rancori e sentimenti fino a quel momento efficacemente repressi. Il tutto si snoda tra un passato che si allontana definitivamente e un presente in cui ardono nuovi desideri, in drammatico contrasto con ciò che la protagonista aveva concepito fino a quel momento. Il romanzo, sul cui sfondo si intravedono la provincia meridionale e la politica di sviluppo industriale del Mezzogiorno, le crisi sociali degli anni Settanta, la dialettica politica fra D.C. e P.C.I. e le urgenze e rivendicazioni femministe, è soprattutto una riflessione sull’amore, visto come unica, ma incerta, possibilità di conciliazione tra i sessi.
‘’Il romanzo- spiega l’autrice- nasce dall’esigenza di tornare indietro nel tempo a recuperare una fase della vita che ho esperto in modo inconsapevole per ragioni anagrafiche e cioè gli anni a cavallo tra i settanta e gli ottanta, quando, a mio parere, si sono determinati cambiamenti decisivi per la nostra storia individuale e collettiva. Penso che quei mutamenti si riflettano oggi nella nostra modernità. È un’esigenza che credo di condividere con molti altri che appartengono alla mia generazione, che è stata, in un certo senso, travolta dagli eventi, dalla loro velocità. È come se non avessimo avuto il tempo di comprenderli. Non è una storia autobiografica ma vi puoi rintracciare le mie esperienze, le mie letture, le mie teorie sulla vita e sulla storia, l’osservazione del mio mondo di provincia. Inevitabilmente ci trovi la Lucania, che sempre riesce ad imprimere caratteristiche precise ai suoi abitanti. Nonostante volessi lasciarla sullo sfondo, è sicuramente presente. Io sento di portare impressi quei caratteri, primo tra tutti una forma piuttosto forte di radicamento’’. ‘’E’ un romanzo d’amore- continua- ma soprattutto sull’amore, da una visuale un po’ filosofica, direi strutturalista. L’elemento scatenante della narrazione risiede nel fatto che è andata in crisi una visione femminista molto radicale a cui aderivo con convinzione fin dalla mia giovinezza. Mi preme sottolineare che considero il femminismo un punto di non ritorno, tuttavia volevo suggerire – prima di tutto a me stessa - una fase più conciliante, di sintesi, che sorregga il percorso intrapreso dal maschio latino in questi anni – che purtroppo non è senza traumi - di riconoscimento e di inclusione di una visione autenticamente femminile. I miei riferimenti culturali sono Luce Irigaray, Adriana Cavarero….Purtroppo il riferimento è al femminicidio. Questa è una pagina assai dolorosa: stiamo assistendo impotenti ad una strage. Non se ne parla abbastanza perché non si sa a chi attribuirne la colpa. Non è facile comprendere le ragioni di questo fenomeno perché il problema non è ideologico, non è solo culturale ma è un problema strutturale, che a mio parere affonda le radici nella differenza tra maschi e femmine e nel fatto che gli uomini stanno prendendo coscienza di questa differenza: questo è doloroso, per molti versi e su molti livelli. Il percorso del maschio è contraddittorio: da una parte, razionalmente, egli riconosce i discorsi sulla parità, dall’altra parte si rende conto che il suo sistema mentale e culturale quel riconoscimento lo rifiuta. Purtroppo ci sono incidenti di percorso in cui incappa una cultura retrograda, quella italiana, adesso che i nodi della modernità vengono al pettine e valori come la libertà individuale sono più importanti di altri. Quando il sostrato comune di paternalismo - a volte maschilismo e misoginia- incontra personalità dai profili psicologici complessi, violente, ossessive, la miscela è esplosiva. Avvalorare una condizione di emancipazione della donna è facile finché quella donna non è la tua. Se essa vuole emanciparsi da te, diventi il suo nemico. Il violento capisce che il processo di deterioramento del rapporto è iniziato a causa sua e che la società dà ragione alla controparte, dunque si vede posto in una condizione alienata e sa che non ha più niente da perdere. Ci vogliono percorsi sanitari obbligatori, di tipo psicologico o psichiatrico per il maschio che entra in questo tunnel. L’approccio attuale al problema, di tipo esclusivamente punitivo, non mi sembra efficace come prevenzione. Il fenomeno è più complesso di quanto si creda e qualcuno deve cominciare ad occuparsene’’.
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