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Intervista a Isa Grassano dopo l'uscita della sua ultima fatica letteraria: ''l'amore resta l'unica salvezza'' |
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21/01/2021 | Uomini, amore, amicizia, astrologia e viaggi; il tutto condito con un pizzico di ironia e di erotismo delicato: questi gli ingredienti di ‘’Un giorno sì un altro no’’ (Giraldi Editore), il primo romanzo di Isa Grassano, giornalista di origini lucane, blogger e già autrice di guide emozionali.
Ho avuto il piacere di conoscere Isa Grassano a Bologna, quando incontrarsi in Sala Borsa, la nota biblioteca nel cuore pulsante del capoluogo emiliano, a Piazza Maggiore, era ancora “normale”; in questa intervista ci parla del suo esordio nella narrativa .
Animo schietto e temperamento pulsante, Isa Grassano mi ha subito colpito, come il suo romanzo, per una forte capacità empatica ed una grande generosità.
‘’Un giorno sì un altro no’’ è un romanzo tenero che emoziona e che racconta di relazioni labirintiche, da cui emerge il bisogno di abbandonarsi nuovamente al sogno e di vivere il “per ora” anziché il “per sempre”perché come diceva Emily Dickinson: “per sempre” è composto da tanti “ora”.
Quali le tematiche che ha voluto affrontare e su cui secondo lei è importante riflettere in un momento storico così delicato come quello che stiamo vivendo?
Il mio libro è stato ultimato prima del Covid. Sarebbe dovuto arrivare nelle librerie lo scorso maggio, ma poi a causa della pandemia si è deciso di rinviare l'uscita per Natale. Però, in qualche modo,le tematiche sono attuali più che mai. Ho voluto affrontare il tema dell'amore che resta l'unica salvezza, soprattutto quando, come in questo momento, tutto appare incerto, sospeso. Ci sono storie di coppia, anche se come tra i due protagonisti Ludo e Arabella si crea una "frequenza non costante", che aiutanoa ritrovare la normalità, sostenendosi a vicenda. Si affronta il tema della morte e la consapevolezza a non sprecare neanche un attimo.
Anche la copertina parla di attualità, ci sono due che si abbracciano. La speranza – in questo periodo più sentita che mai – di tornare presto alla fisicità delle relazioni, ad abbracciarci, perché come scrivo «gli abbracci sono come un alfabeto. Ci sono parole che solo loro sanno dire».
Infine, vorrei riuscire a trasmettere un po' spensieratezza, perché resta un romanzo leggero, a tratti ironico. Ne abbiamo bisogno in questo periodo.
L'oroscopo compare in moltissime pagine. Perché questa scelta?
E' il pretesto narrativo del romanzo, compaiono qua e là i guru dell'astrologia, da Marco Pesatori a Antonio Capitani, passando per Stefano Vighi e molti altri. Arabella inizialmente non crede agli oroscopi, ma poi inizia a leggerli nel momento in cui un oroscopo le promette giorni felici e un incontro fortunato. E quell'incontro avviene con Ludo. Ma alla fine con il colpo di scena finale che spiazza il lettore e quasi lo spinge a rileggere tutto da capo, si ha la certezza che ci sono cose che nemmeno i pianeti sono in grado di predire. La consapevolezza è che c’è sempre un’altra verità sotto la crosta di quello che sembra e che, più spesso di quanto si immagini, sono forti i tormenti maschili.
Come si immagina l'editoria del futuro e come le piacerebbe fosse?
Mi immagino che si possa dare più spazio agli scrittori, scrittrici chiamiamoli "minori", ma solo per distinguerli dai nomi noti che grazie a un battage promozionale sono ovunque, sui giornali e in televisione. Ci sono libri belli, scritti benissimo, che non ottengono il successo che meriterebbero solo perché non sufficientemente spinti da librai e dagli stessi editori. Qui, però, mi sento di spezzare una lancia a favore della mia casa editrice Giraldi Editore che invece punta a valorizzare e molto anche gli esordienti, affiancando le loro pubblicazioni ad altre di personaggi anche famosi.
Quale il suo legame con la Basilicata, sua regione natale?
Molto forte, tanto che pur ambientando la mia storia a Roma, città che adoro, ho trovato un modo per inserire un personaggio lucano che vive tra le Dolomiti Lucane e ho fatto sì che Arabella potesse provare l'emozione del Volo dell'Angelo, il grande attrattore del territorio. La Basilicata me la porto nel cuore, ne sento la mancanza, specie in questi mesi in cui a causa dei continui divieti è più complicato raggiungerla. Mi manca il buon cibo - ma nel romanzo ho inserito anche i peperoni cruschi, uno dei nostri vanti - e quel modo spontaneo di fare subito amicizia.
Roberta La Guardia
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