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Oggi i dati 2019 del Rapporto Italiani nel Mondo di Migrantes

27/10/2020

“I dati del Rapporto Migrantes Italiani nel Mondo, presentato questa mattina a Roma, confermano la tendenza anche lucana di una emigrazione fatta di giovani scolarizzati che partono alla ricerca di una nuova vita anche attraverso la ricerca di un lavoro marginale e sottodimensionato rispetto alle proprie capacità. Ed in questo tempo di Covid e di una idea per il dopo Covid, - rileva Luigi Scaglione, Presidente del Centro Studi e Coordinatore delle Consulte regionali in senso al CGIE - bisogna immaginare politiche che garantiscano il rientro, il ritorno, opportunità di utilizzo di questo patrimonio culturale che l’intero Paese ed anche la nostra Regione ha messo in campo.


Non basta il dato numerico di soli 1104 lucani partiti nel 2019 ed iscritti ufficialmente all’Aire a spiegare che la percentuale bassa, pari allo 0,8% degli espatri nazionali, non è di fatto indicativa di un fenomeno che continuo ad essere costante che portano ad un totale di 133.914 i lucani ufficialmente residenti all’estero, - ha aggiunto Scaglione - perché la percentuale che incide sulla popolazione residente di alcuni comuni lucani in testa alla graduatoria, come Marsico Nuovo, San Fele, Potenza, Lauria e Oppido Lucano nell’ordine, confermano la tendenza ad un impoverimento culturale delle nostre comunità e non solo allo spopolamento generale che pure funziona in questa direzione.


Il richiamo che questa mattina ha fatto anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, a riscoprire la memoria, a vivere in simbiosi con le nostre comunità organizzate e presenti all’estero, conferma la bontà di una scelta fatta in questi anni attraverso la costituzione e la tenuta in vita di una rete di lucani all’estero, troppo spesso dileggiata o marginalizzata ed in questi ultimi tempi, tenuta quasi sottovoce ed in silenzio, nonostante gli sforzi che abbiamo fatto e continueremo a fare anche come Centro Studi Internazionali ed in diretto collegamento con le azioni messe in campo anche dalle altre regioni, all’interno del Consiglio generale degli Italiani all’estero.

Un occhio di riguardo, - ha spiegato infine Scaglione analizzando i dati del rapporto per la Basilicata - infine, alle nostre comunità che soffrono, come, quella venezuelana o dell’intero Sudamerica, stretta nella morsa di continue e cicliche crisi economiche e di un sistema sanitario che sta collassando. Le notizie che arrivano dall’Argentina, non ci inducono ad essere ottimisti”.

Analizzando anche i dati dei migranti lucani, tra le mete di chi si è iscritto nell’ultimo anno all’AIRE e, comunque, di chi parte oggi dall’Italia, è possibile rintracciare delle traiettorie ben definite. • Il profondo Nord dell’Europa: oltre 2 mila iscritti in Irlanda, 669 in Svezia e 423 in Norvegia. • Il cuore dell’Europa con Paesi Bassi (2.749 trasferiti) e Lussemburgo (oltre mille).

Una inversione di tendenza su cui ragionare per credere in una Comunità Europea dove i nostri lucani, giovani e non, fanno la loro parte”.


BASILICATA Popolazione residente 556.934 (dato al 01/01/2020)


PARTENTI: Basilicata 1.104 res. reali 495 609 0,8 - nel 2018 - 1.066 su 480 586 0,8 38 3,4 3,6 3,0


Iscritti all’AIRE 133.914 (dato al 01/01/2020) Incidenza % 24,0


Graduatoria primi 25 comuni per iscritti Comune AIRE Pop. res. Inc. %

Marsico Nuovo 3.212 4.048 0,7

San Fele 3.056 2.785 0,5

Potenza 2.963 66.459 11,9

Lauria 2.783 12.393 2,2

Oppido Lucano 2.672 3.685 0,7


Totale 133.914 556.934 100,0


Graduatoria primi 25 comuni per incidenza Comune AIRE Pop. res. Inc. %

Castelgrande 1.391 876 158,8

Montemurro 1.687 1.160 145,4

Pescopagano 2.079 1.787 116,3

San Chirico Raparo 1.094 966 113,3


RIASSUNTO NAZIONALE:

Le regioni per le quali è più consistente il flusso migratorio di italiani verso l’estero sono la Lombardia (oltre 22 mila, pari al 19,1% del totale delle cancellazioni), il Veneto e la Sicilia (oltre 11 mila, 10%), il Lazio (circa 10 mila, 8,7%), e il Piemonte (9 mila, pari al 7,6%). La quota più elevata di donne che espatria si registra in Friuli-Venezia Giulia e in Trentino Alto Adige (rispettivamente, 47% e 46,4%), la più bassa in Puglia e in Calabria (42%). Le prime cinque province di cancellazione per l’estero sono Roma, Milano, Torino, Napoli e Brescia, le quali, nel complesso, rappresentano circa il 22,6% delle migrazioni in uscita

L’idea nasce dall’errata narrazione che la mobilità italiana, soprattutto più recente, coinvolga il Nord del nostro Paese piuttosto che il Sud. La disaggregazione del dato provinciale e l’analisi sul lungo periodo ci raccontano un’altra storia, quella cioè per la quale le zone interne, di qualsiasi parte di Italia, più fragili e maggiormente dimenticate, hanno continuato ad essere i luoghi privilegiati da cui le partenze hanno “succhiato nuova linfa” portando alcuni territori al loro livello massimo di desertificazione e spopolamento al punto da rilevare nei dati, l’alternanza o circolarità del protagonismo di alcuni luoghi su altri e un ricambio temporale fatto di arresto di partenze e poi di nuovo protagonismo. Nelle zone interne si creano ulteriori criticità a seconda che le stesse siano state caratterizzate da eventi più o meno tragici, più o meno diffusi.



Luigi Scaglione

Pres. Centro Studi Internazionali Lucani nel Mondo

Coordinatore Consulte regionali c/o CGIE Conf. Permanente



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