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Al via la VIIª edizione di 'Rainbow, il Cinema LGBT+'' |
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12/10/2020 | Martedì 13 ottobre con la proiezione del film “La diseducazione di Cameron Post" di Desiree Akhvan, (film vincitore del Gran Premio della Giuria del Festival di Sundance) prende il via la VIIª edizione di "Rainbow, il Cinema LGBT+”, la rassegna dedicata alle rappresentazioni delle identità di genere e di orientamento sessuale organizzata da Zer0971 associazione di Promozione Sociale in collaborazione con Agedo, associazione di genitori, parenti e amici di persone omosessuali.
La rassegna quest’anno fa parte delle numerose iniziative previste dal progetto Together Against Discrimination realizzato dall’aps “Le Rose di Atacama” con il contributo dell’UNAR.
Seguiranno il 20 ottobre le proiezioni: “Torri, checche e tortellini” con la presenza del regista Andrea Adriatico per poi concludersi il 27 ottobre con la proiezione del film “The Constitution, due insolite storie d’amore”.
Tutte le proiezioni si terranno al CineTeatro 2 Torri di Potenza alle ore 21 con ingresso libero.
La manifestazione è resa possibile grazie al lavoro delle tante persone che credono in una Potenza inclusiva e aperta al dialogo delle differenze.
Cameron Post è una studentessa di liceo con un grande segreto: la cotta per l'amica Coley, della quale nessuno deve venire a conoscenza, poiché da quando i genitori della ragazza sono morti lei è cresciuta con la zia Ruth, assidua lettrice della Bibbia convinta che l'omosessualità sia una malattia. Quando dunque Cameron viene scoperta a fare sesso con Coley durante il ballo di fine anno, zia Ruth la spedisce dritta dritta al God's Promise, un centro religioso di "diseducazione" all'omosessualità.
Gli ospiti del centro, tutti adolescenti attratti da persone del loro stesso sesso, vengono "riprogrammati" partendo dal presupposto che essere gay sia peccato e che l'età adulta sia la stagione in cui ci si deve disfare di tutto quanto di trasgressivo si è commesso durante l’adolescenza.
'La diseducazione di Cameron Post' è basato sul best seller omonimo di Emily Danforth, che ha rivelato l'esistenza di queste realtà "educative" tollerate dalle autorità statunitensi, anche se al loro interno i diritti umani diventano "privilegi" da conquistarsi al prezzo della negazione della propria identità.
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