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Sant’Arcangelo, presentato il libro di Vito De Filippo

21/10/2012

E’ stato presentato sabato 20 ottobre, presso la sala polifunzionale di Sant’Arcangelo il libro di Vito De Filippo, “La Viceregina, Il Monastero il Mallardo”, dove -attraverso l’Apprezzo che i Tavolari Lorenzo Ruggiani e Antonio Galluccio, gli ingegneri inviati dalla Regia Corte del Regno di Napoli, sono chiamati a realizzare per la necessità di dover porre in vendita il Feudo, che ha vissuto anni di vera opulenza sotto l’amministrazione di Donn’Anna Carafa, la viceregina, e del marito, il viceré Ramiro Gusman Duca di Medina-, si racconta la Sant’Arcangelo di fine seicento. Di qui la Viceregina del titolo, dove il Monastero è quello dei padri zoccolanti di Santa Maria di Orsoleo e dove il Mallardo, il maschio dell’anatra, ricorda come il territorio fosse prospero anche dal punto di vista faunistico. Un viaggio che attraverso carte di archivi, porta nei luoghi natii e sempre cari all’autore. "Non è un ritorno alla scrittura che non ho mai abbandonato, -racconta De Filippo-. Si tratta piuttosto di essersi decisi, grazie all’incoraggiamento di amici, a pubblicare parte delle mie tante carte dedicate alla passione per la ricerca storica". Una ricerca che per Antonio Lerra, professore di storia moderna All’università di Basilicata "Integra i lavori sulla storiografia locale, non mancando non solo di comunicare l’amore dell’autore per le radici, ma, dove grazie alla dedica -“A mio padre Nicola, che non si è risparmiato a costruire e lasciarmi un mondo. Ai miei figli ai quali tento quotidianamente e con ogni sforzo di restituire loro intatto quel mondo” e il grazie a Rosa, la moglie, “che mi crea spazi ottimali dove riflettere stendere graficamente i miei pensieri” rivela l’attaccamento ai valori della famiglia". E qui De Filippo si commuove un attimo, quando alle parole di Lerra, incrocia gli sguardi di moglie e figli in prima fila e, idealmente, anche quelli dello scomparso papà Nicola, "Che sebben orgoglioso avrebbe preferito trovare posto nelle ultime file", dice, e al quale ha voluto dedicare la serata. "Dedico soprattutto a lui questa serata alla quale ho provato a sottrarmi e che devo dire mi ritrova felice per non essere riuscito a sottrarmi all’insistenza che il sindaco, l’amico Domenico, e l’Amministrazione hanno voluto si tenesse". L’editore (Ermes), Lucio Attorre, ha spiegato come appena l’autore gli mostrò il lavoro, fu per lui chiaro che andasse pubblicato". La docente di storia economica, Elena Vigilante, ha letto diversi brani, perché il pubblico potesse cogliere "Come un libro che potrebbe sembrare noioso, data la mole di dati di documenti di provenienza di archivi storici diventa, grazie alla capacità dell’autore, un toccare luoghi e dati che vi si descrivono". Numerosa la platea politica fatta di Sindaci, Consiglieri e Assessori regionali e non poteva essere diversamente dato il ruolo dell’autore, quale Governatore della Regione Basilicata. Numerosissima la gente comune, nei cui "Volti rugosi, poco liftati e televisivi", l’altro ospite intervenuto, lo scrittore Franco Arminio, cultore di quella che è la sua scienza della paesologia, ha colto "La speranza di guarigione di quella malattia che dagli anni ’60 al 2000 ci ha visti in cerca delle città del mondo, portandoci ad essere i primi disertori di una patria che occorre avere. Ecco perché ritengo il libro di Vito De Filippo, un libro di servizio. Un lavoro di sartoria. Me lo dice la vostra presenza che riesco a percepire come un atto di amore per la propria terra e origini, più che per un semplice rituale all’amico e concittadino scrittore". Ringraziamenti dell’Amministrazione e dello stesso autore sono andati "Oltre che ai presenti in sala e al tavolo, ai “Tavolari”: Antonio Fanelli e Rocco Merlino, i quali che pur non essendo attori di professione si sono ben prestati alla lettura d’introduzione alla serata" ha detto il sindaco, Domenico Esposito. Per completezza si rivela che a prestare la voce alla lettura fuori campo, prima dell’apertura del sipario e la comparsa dei Tavolari sul palco, è stato Ovidio Donnadio.

Paolo Sinisgalli
redazione Agri-Lasiritide.it



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