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UNICEF,5 giugno 2020 - Giornata Mondiale dell'Ambiente |
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5/06/2020 | “Il Mondo che verrà: Scelte sostenibili per il rilancio della Basilicata”
La “Basilicata Verde” enunciata e decantata nella strategia di governo dalla massima assise regionale negli anni ’90 e condivisa dal partrnariato economico, sociale e ambientale, rischia seriamente di svanire, mentre ora più che mai potrebbe rappresentare un’occasione imperdibile, per dare subito concretezza a nuove politiche e strumenti di sostenibilità ambientale e sociale attraverso interventi sul territorio per il rilancio della Basilicata in Europa.
La Basilicata pur presentandosi come una Regione interessante dal punto di vista naturalistico con circa un terzo del territorio protetto con due Parchi nazionali (Pollino e Appennino Lucano Val d'Agri-Lagonegrese) tre Parchi regionali (Murgia Materana, Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane e Vulture); la neo istituita Area marina protette “Costa di Maratea”, due Oasi del WWF (Policoro e Pignola), una cinquantina tra aree SIC, ZPS e IBA, oltre a vaste aree ricoperte da boschi, ancora stenta a divenire “Anima verde del Mediterraneo”.
La Natura ci offre ogni giorno dei servizi essenziali e sconosciuti: dalla depurazione delle acque all'assorbimento di carbonio dei boschi, ma nonostante questo immenso patrimonio, la biodiversità in Basilicata è costantemente a rischio, per il WWF il 5 giugno rappresenta un momento importante per promuovere una migliore conoscenza e consapevolezza dei cittadini e delle istituzioni verso la tutela e l’uso corretto e sostenibile delle risorse naturali, per favorire una maggiore coscienza ambientale e per informare meglio sugli effetti del comportamento quotidiano di ognuno sull’equilibrio dell’ecosistema.
Gli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 sullo sviluppo sostenibile puntano tra le altre cose a proteggere e ripristinare gli ecosistemi terrestri: utilizzare in modo sostenibile le foreste, fermare la desertificazione e il degrado del territorio, salvaguardare la biodiversità, saremmo certamente in linea se magari nel Parco Nazionale del Pollino si potesse evitare la convivenza del Pino più vecchio d’Europa, che i ricercatori hanno battezzato con il nome di “Italus” con la “Centrale del Mercure”, una centrale elettrica realizzata dall’Enel negli anni “60, alimentata inizialmente a lignite e poi a olio combustibile, dismessa nel 1997 e successivamente riconvertita a biomasse, che con l’istituzione del Parco Nazionale del Pollino nel 1993 e con l’individuazione di due Zone di Protezione Speciale (ZPS) da parte dell’Unione Europea nel 2007, non avrebbe avuto più motivo di esistere in vero scrigno di biodiverità, al cui interno vivono specie protette dalle direttive Europee anche in via di estinzione. Speravamo, inoltre, che nel Parco nazionale più grande d’Italia, la vicenda della Centrale idroelettrica sul fiume Frido fosse stata definitivamente archiviata dopo l’interruzione dei lavori nel 2017, per esecuzione delle opere in difformità dal progetto e la conseguente ordinanza di riduzione in pristino dello stato dei luoghi disposta dall’Ente Parco, invece assistiamo alla ripresa dei lavori per nel cuore dell’area naturale protetta, in Zona 1, area di massima tutela, dove lo sbancamento di una parte del versante del fiume Frido, aveva già provocato un impatto negativo con sradicamenti di alberi, aperture di piste, modifica dell’alveo fluviale, compromettendo il delicato e prezioso ecosistema tra i maggiori corsi d’acqua del Pollino.
E sempre in tema di aree protette, sicuramente urge l’amplimanto della superficie compresa nel Parco Naturale Regionale del Vulture per le aree di particolare interesse naturalistico, archeologico, geologico e paesaggistico, che ad oggi sono rimaste fuori e che tra l’altro da quasi tre anni dalla sua istituzione risulta ancora privo di organismo di gestione, presidente, sede, direttore e organico. Oltretutto, nella zona, si continua a non scongiurare forme di aggressione al territorio e al consumo di suolo come la realizzazione di una cava di quarzareniti, alle falde del Monte nell’area di Monte Crugname, a circa 3 km dal comune di Melfi ai confini con il Parco Regionale del Vulture, dove l’attività estrattiva andrebbe a compromettere in maniea irreversibile sia il paesaggio, le valenze naturalistiche e ambientali con forti ricadute negative su un turismo che negli ultimi anni ha avuto momenti di crescita.
Mentre in tema di progetti di sfruttamento del territorio, il WWF pur promuovendo e sostenendo le fonti energetiche rinnovabili nella nostra regione, si assiste ad un sistematico ampliamento di eolico selvaggio in molte aree di pregevole interesse ambientale e paesaggistico dalla collina Materana al Potentino, dalla Val d’Agri Marmo al Marmo Platano, dall’Alto Bradano al Vulture-Melfese, dove in alcune zone paraddossalmente si contano più pale eoliche che alberi. Servirebbe fornire tutto il sostegno possibile per il rilancio del settore delle energie rinnovabili, anche attraverso procedure efficienti in un quadro di corretta programmazione del territorio, e sconti fiscali in particolare per per facilitare l’installazione di impianti fotovoltaici, una scelta energetica per l’uscita dai combustibili fossili e dalla coltivazione di idrocarburi in Val d’Agri e adottare strumenti per mettere in sicurezza il capitale naturale lucano, in una realtà dove aria, aqua e terrà sono state sottoposte ad immane disastro.
Gli ambienti costieri lucani sono sottoposti a numerosi fattori di pressione antropica che sono progressivamente aumentati nel corso del tempo fino a causare rilevanti trasformazioni ambientali e fenomeni di frammentazione e perdita di habitat e specie. Tra questi vi sono l’erosione costiera , il consumo del suolo, l’inquinamento e il turismo. La tutela delle nostre coste, del nostro nostro mare va fatto anche attraverso il riconoscimento e la diffusione di strumenti di cogestione della piccola pesca per le gestione sostenibile della pesca con il coinvolgimento di pescatori, associazioni di categoria, istituzioni, enti di ricerca e associazioni puntando, inoltre per far conoscere i luoghi più suggestivi dei nostri mari, raddoppiando le risorse al disponibili a queste assegnate, favorendo la definizione di piani di gestione smart e l’assunzione di personale qualificato. Se il fallimento di “Marinagri SpA” a Policoro, non rappresenta solo una procedura concorsuale nei confronti di una società, ma probabilmente come il cui fallimento di una strategia di sviluppo regionale, dove l’impatto dell’insediamento turistico risultato in antitesi con le reali vocazioni territoriali ampliate da dei due SIC su iniziativa della Regione Basilicata proprio per tutelare gli habitat di transizione rappresentati dalle foci dei fiumi. Nonstante ciò, taluni ancora si interrogano sulla bontà dell’Area marina protetta “Costa di Maratea” e dei benefici che potrà apportare non solo in termini di conservazione ma sulle opportunità derivanti dallo sviluppo durevole della comunità locale, contro il rischio di spoliazione di risorse e servizi. E’ di questi giorni la notizia di un piccolo esemplare di delfino trovato purtuppo morto lungo il litorale di Maratea, costa che si conferma come un tratto popolato oltre che dalle tartaruge marine come a Policoro, ma anche dai delfini, già in precedenza avvistati. Il delicato intreccio di biodiversità marina sia nella costa jonica che in quella tirrenica, è strettamente connesso ai valori della nostra cultura, nonché determinante per l’economia locale e in primis turismo sostenibile e pesca.
Mentre si assiste ad taglio indiscriminato di alberi sia nella città capoluogo che in tantissimi altri comuni della Regione, bisognerebbe invece ripensare a costruire città più sostenibili e resistenti e piantare alberi. Riguardo il cambiamento, il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres ha dichiarato che il cambiamento climatico è una battaglia che dobbiamo combattere e le città sono il campo in cui essa si svolge, in quanto i centri abitati non solo subiscono le conseguenze del cambiamento climatico, ma vi contribuiscono. La sfida degli alberi nelle Città viene lanciata anche dal Segretario Esecutivo della Commissione Economica Europea Olga Algayerova, per combattere il cambiamento climatico e promuovere la sostenibilità e la resilienza urbana. Il WWF da anni organizza l’evento di sensibilizzazione denominato Urban Nature con percorsi guidati alla scoperta dei “Parchi al centro della Città”, con caccia ai tesori di Biodiversità e piantando alberi. Con l’obiettivo di promuovere le foreste urbane coerenti con le caratteristiche naturali e ambientali delle nostre città. Richiedere inoltre al Governo l’allargamento dell’erogazione dei benefici per l’acquisto di biciclette e veicoli per la mobilità personale anche ai piccoli comuni in quanto in Basilicata il provvedimento andrebbe a favore solo dei residenti di due comuni su 131.
Certamente le scelte sostenibili riguardano anche la gestione dei rifiuti ed è impensabile cche ancora si pensa a costruire o ampliare discariche, come quella ubicata a meno di un chilometro dal centro abitato di Guardia Perticara, uno dei borghi più belli d’Italia” e “Bandiera arancione” del Touring Club, quando invece servirebbero politiche per ridurre i rifiuti ad iniziare dalla plastica , prevenire la produzione di rifiuti di imballaggio e favorire riutilizzo degli imballaggi usati, del vuoto a rendere su cauzione stabilire obiettivi di riciclo più ambiziosi, in linea con il trend di crescita entro il 2030.
Inoltre, è di questi giorni l’allarme lanciato dai ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che affermano a causa dei cambiamenti climatici e di pratiche agronomiche forzate, la Basilicata risulta essere tra le prime 4 regioni a rischio di desertificazione per il 55% del territorio, con la conseguente degradazione dei suoli e scomparsa della biosfera: flora e fauna.
Le scelte sostenibili per il rilancio della Basilicata, per costruire il Mondo che verrà dovranno tendere a migliorare alcuni aspetti della tutela ambientale, salvaguardare le specie animali e gli ambienti naturali minacciati da inopportuni progetti di sfruttamento del territorio e limitare il consumo di suolo. Il WWF attraverso le varie iniziative svolte dagli attivisti volontari,, dai Centri di Educazione Ambientale, dai Centri di Recupero degli Animali Selvatici e dall’attivià delle Oasi, effettua azioni a tutela del territorio, conservazione della biodiversità, controllo e vigilanza, il censimento e monitoraggio del patrimonio naturalistico, educazione ambientale, al fine di promuovere e lanciare il “Brand Basilicata” che non può essere basato sul binomio “Cultura & Natura” per uno sviluppo sostenibile e propolsivo e Matera 2019 né è stato un esempio esemplare e concreto. La Basilicata porta con se uno straordinario patrimonio di di cultura, storia, ambiente e paesaggio che andrebbe valorizzato, riconosciuto e ricordato e noi del WWF lo vogliamo fare oggi nella giornata mondialiale dell’ambiente.
Convinti che non bisogna attendere il lockdown, per ridurre l'inquinamento e ridare alla natura i propri spazi, Covid 19 ci insegna è che il tipo di sviluppo finora adottato, ha messo in ginocchio i sistemi naturali, ha ridotto gli spazi vitali della natura e degli animali selvatici, favorendo la pandemia, La connessione tra crisi ecologica e sviluppo economico è una crisi di sistema in cui un pericoloso moltiplicatore di rischio è rappresentato dai cambiamenti climatici, che incombono su tutto il globo.
La giusta ripartenza va ricercata in una maggiore difesa della natura, della diversità biologica e nell’ostacolare i cambiamenti climatici: gli allarmi inascoltati.
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