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La scuola ai tempi del Covid:intervista a Maria Teresa D’Elia

28/04/2020

L’insegnamento, come altre professioni, è spesso anche e soprattutto una vocazione, una passione, una pura dedizione protesa in un fare che coincide con il con il dare agli altri.
Maria Teresa D’Elia, psicopedagogista ed insegnante di Scuola Primaria presso l’I.C. ‘don Lorenzo Milani’ di Policoro, è da sempre rivolta ad un impegno che va oltre la mera istruzione nei confronti del discente, ampliandosi verso orizzonti di attenzione al bambino in quanto individuo. Il suo impegno coincide, come quello di molti altri insegnati dell’Istituto ‘Milani’ di Policoro con cui ho avuto il piacere di interagire, nell’impegno di una scuola autenticamente migliore.
Scrupolosa nella ricerca e nell’apprendimento di didattiche innovative, legate anche all’attuale impiego delle tecnologie nei metodi di acquisizione legati alla conoscenza e all’istruzione, fondamentali in questo preciso momento storico, Maria Teresa D’Elia ci racconta in questa intervista, cosa significa, per insegnanti, alunni e genitori, fare scuola in questo momento di lockdown mondiale e di come funziona la scuola nel tempo del coronavirus.


Dottoressa D’Elia, insegnanti ed alunni si adattano ad una nuova forma di insegnamento che la didattica a distanza oggi impone. Quale è stata la reazione degli insegnanti e degli alunni rispetto a questa imprevedibile necessità?

Se mesi fa qualcuno mi avesse detto: “le scuole chiuderanno e farete lezione con un computer”, non ci avrei mai creduto e come me, penso tutta la comunità educante: docenti, studenti e famiglie.
In questa situazione di forte stress, in un quadro di così pesante difficoltà devo dire che la scuola sta dimostrando, come in ogni emergenza, grande capacità di reazione e di intervento, riuscendo a garantire attraverso la didattica a distanza il diritto all’istruzione e cercando di rimanere vicini agli studenti ealle famiglie pur sapendo che nulla può sostituire la presenza in classe.Le tecnologie multimediali si sono rilevate una preziosa risorsaper evitare l’isolamento e ricreare il più possibile un ambiente di apprendimento inclusivo, dinamico e partecipativo. Di conseguenza in attesa che il virus smetta la sua ferale azione e si torni alla normalità, tutti i docenti, anche coloro che nulla in precedenza avevano sperimentato in merito, ma addirittura strenui combattenti contro il digitale, si sono attivati a predisporre materiali didattici, attività ed esercitazioni per gli studenti delle proprie classi, rendendoli disponibili attraverso specifici canali: - Sito web della scuola - Registro elettronico tramite accesso con credenziali - Videolezioni, webinar e videoconferenze - Uso applicativi: Piattaforma G suite education, Weschool.
Tutti abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo, e in un momento di crisi abbiamo tirato fuori risorse che neanche sapevamo di avere. Possiamo farcela tutti, quando sappiamo che il fine è sostenere i nostri studenti. Certo preparare le lezioni virtuali richiede molto più impegno, manca l’interazione e ci vogliono elementi per attrarre l’attenzione, come powerpoint o video: ma è una sfida di vita e di cittadinanza attiva.
Indubbiamente la didattica a distanza non può sostituire quella in presenza,siamo preparati per affiancare la didattica tradizionale a quella virtuale, ma non siamo pronti per sostituirla. Ci sono elementi problematici che vanno considerati: l’autonomia degli studenti e delle famiglie a gestire la tecnologia, una buona percentuale di studenti che non riusciamo a raggiungere per motivi di connessione, di competenze, di strumenti, Sono gli studenti più deboli, assenteisti che hanno maggior bisogno della Didattica in presenza e cioè della “vecchia scuola”. Già deboli dentro un sistema cooperativo e comunitario questi studenti sono dispersi nel web e nelle loro lacune, dentro uno sfondo che non li ha dotati di competenze sufficienti per reggere l’urto della scuola in presenza e figuriamoci della scuola a distanza.



Nella didattica a distanza si sperimentano nuove modalità di trasmissione del sapere. Ci sono aspetti validi dell'e- learning che potrebbero essere mantenuti anche quando l'urgenza Covd19 sarà finita?

Nella mia scuola I. C. L. Milani non siamo impreparati a questa difficile circostanza, in quanto già da anni, anche con la spinta della nostra DS Agnese Schettini, abbiamo avviato una didattica digitale con nuove metodologie d’insegnamento, personalmente posso considerarmi avvantaggiata sia dall’essere l’Animatore Digitale del mio istituto e sia dall’avere una classe 5^ che sin dalla prima elementare è cl@sse 2.0.
Sicuramente l’emergenza ci ha costretti a ripensare le pratiche didattiche e rivalutare il digitale, stiamo sperimentando che una didattica diversa, con il digitale, si può fare, riflettere sulle proprie pratiche didattiche e studiare nuove forme per renderle efficaci, superata questa emergenza, sicuramente sapremo fare tesoro di questa esperienza e riuscire dove anni di politiche educative hanno fallito e non ricadere nella vecchia didattica trasmissiva. Occorre lavorare a che non succeda. Continueremo come già in parte capitava prima del virus: nei progetti di istruzione domiciliare, nelle videoconferenze con alunni ospedalizzati, con gemellaggi in tutto il mondo attraverso la piattaforma E.Twinning, con le regioni italiane per confrontarsi su storia, tradizioni, in tutte quelle situazioni in cui tanti docenti, senza protagonismi, hanno sempre dato testimonianza di cosa significhi insegnare.

Dal punto di vista pedagogico, quali consigli potrebbero essere utili ai genitori per gestire i bambini?
“ANDRÀ TUTTO BENE” questa la frase che i bambini, sin dalla scuola dell’infanzia, hanno utilizzato per disegnare arcobaleni, per recitare brevi poesie, intonare canti. Ma che cosa possono fare i bambini? Quali sono le alternative alla scuola, al parco, allo sport, ai nonni, agli amici in poche parole, allo stravolgimento della loro vita quotidiana? Sono tante le domande che ci poniamo come insegnanti, come genitori, ma poche le risposte da dare, soprattutto ai minori più vulnerabili che vivono nei contesti più svantaggiati e di marginalità sociale, esposti alle conseguenze della crisi economica che colpisce le loro famiglie e all’aumento delle disuguaglianze educative dovute all’allontanamento dalla scuola. Certamente non possiamo lasciarlida soli a cercare di interpretare la realtà, perché vivono di riflesso il nostro stress, i nostri umori, gli stati emotivi, i nostri cedimenti, le nostre ansie. Mantenere, quindi, una routine, per quanto possibile, è uno degli elementi che può concorrere a dare calma e serenità in un momento delicato, in cui l’assenza dalla scuola e la ridotta socialità possono generare ansia e paura.
Il mondo della scuola attraverso la didattica online e con l’utilizzo degli strumenti tecnologici messi a loro disposizione, pur con difficoltà, continua a perseguire i propri obiettivi educativi e formativi anche nei confronti degli alunni dell’infanzia e della primaria. Ma è fondamentaleche i genitori li supportino e li incoraggino nello svolgimento dei compiti in questa nuova modalità e vivere tale esperienza come un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo,una buona collaborazione scuola-famiglia è indispensabile per modulare il carico di lavoro quotidiano e strutturare i tempi e le attività della giornata, anche attraverso la tecnologia. lo schermo non è freddo e la tecnologia è una risorsa eccezionale:dietro al freddo schermo, che ci separa, se vuoi comunicare davvero, trasmetti anche il lato umano. Si percepisce nel momento in cui gli alunni a fine videoconferenza ti chiedono: “Maestra, ma abbiamo già finito? Possiamo continuare ancora un po'?”
Qual’è, in ultimo, la sua personale visione della scuola del futuro?
Tutto finisce per dare inizio a qualcosa di sempre nuovo, anche da una crisi, come quella che sta attraversando il Paese a causa dell’epidemia, si possono trovare i germi di una trasformazione e rinascita. Se i tempi corrono la scuola deve trainare la società, non inseguirla. Trainarla anche fuori dall’incubo Coronavirus significa dotarsi di un’autentica capacità di rinnovarsi rendendo operative le nuove tecniche e metodologie didattiche. A causa dell’emergenza COVID-19 le scuole sono state chiuse. Per aiutare nella transizione alla didattica a distanza, tutti si sono attivati a creare nuove risorse, organizzare in videoconferenza corsi di formazione, guide che hanno supportato dirigenti scolastici, docenti, studenti e genitori. E, allora, la responsabilità oggi di come evolverà questo percorso sarà di ognuno di noinell’approfittare della marcia ingranata e mettere a frutto le competenze e le risorse con maggiore efficacia ed innovazione rispetto al passato. Gli studenti meritano ogni opportunità possibile per avere successoed avere accesso a competenze che consentono di liberare la creatività,promuovere il lavoro di squadra e tecniche di collaborazione idonee per prepararsi al futuro. Oggi più che mai abbiamo compreso che un modello didattico alternativo per il nostro sistema scolastico è possibile, anche se queste metodologie richiedono un cambiamento di cultura e un forte impegno. È solo questione di tempo.


Roberta la Guardia



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