Da circa una settimana il Governo ha deciso di dichiarare “zona rossa” l’intero Paese, isolarsi dal resto del mondo: solo in pochi possono entrare e uscire. Una misura senza precedenti. Nel Senisese, nella Valle del Sarmento, una vasta area incorniciata dai monti del Pollino e dai fiumi che l’attraversano, il Sinni e il Sarmento, il paesaggio sembra spettrale, come se mancasse il respiro, con gli occhi sparuti, lo sguardo incredulo. Il verde di questi posti sembra aver cambiato colore, tutto sembra diverso. Poche auto percorrono le strade, gli autobus vuoti, giustamente ci si preoccupa di evitare rischi eccessivi, il buon senso in queste ore pare che stia prevalendo, tutti a casa, o quasi. Qualcuno delle regole se ne infischia, mettendo così a rischio la sua di vita ma anche quella degli altri. Un’umanità variegata, in questi giorni, cerca di farsene una ragione. Donne, uomini, bambini, ragazzi, isolati come non mai. D’un tratto i confini del mondo sono quelli della propria abitazione, dove si scoprono o riscoprono cose e spazi sino all’altro giorno ignorati. Si esce solo per acquistare beni di prima necessità, per fare la spesa, come Sandra, guanti alle mani, bocca e naso coperti con mascherine fatte in casa con la carta da forno, si anche questo, al rientro ci si lava più e più volte le mani, ormai un rito che può tenerti lontano dalla “bestia”, qualcuno così lo chiama il virus che sta cambiando le nostre vite , le nostre abitudini. Poi ci si ingegna, si riscopre il gusto del pane o della pasta con un po’ di farina e acqua. Maria, una mamma è quasi contenta: sai, dice, finalmente riesco a parlare con i miei figli, forse è proprio così, ci si parla di più anche in famiglia. Si è capito, probabilmente, che i social non sono tutto, c’è il bisogno dell’altro, in carne ed ossa, il bisogno della piazza, il bisogno di stringere una mano. Qui a Cersosimo, ma è così ovunque, tutto questo sembra un film: i ristoranti, le attività chiuse, di sera solo qualche cane gira per le vie, padrone incontrastato delle piazze, il loro abbaiare squarcia l’ambiente, come il rintocco delle campane, poi silenzio. A Tonino e Debora manca il caffè, il cappuccino al Bar, a casa ha un altro sapore, dicono, ma per questo bisogna ancora aspettare. Qualche volontario con la giubba porta la spesa agli anziani che non ce la fanno a uscire. L’attenzione, poi, e gli occhi sono alla ricerca di qualcuno che è sceso negli ultimi giorni, capire se esce, del resto il pericolo sono anche loro, se non rispettano chiusi in casa la quarantena. I social, in questi giorni, comunque danno una mano, anche se si guardano con occhi diversi. La rete tiene, i ragazzi, gli studenti, gli insegnanti chi può usa le piattaforme per continuare a studiare, altri si raccontano le esperienze tramite WhatsApp o Skype. Ma in alcuni momenti la voglia di uscire è forte, poi subentra la ragione, ci si affaccia dalla finestra, si gira qualche video da archiviare e far vedere dopo, ma fuori solo silenzio, un silenzio religioso, come quando si stava in chiesa, anche queste chiuse. Le messe solo in diretta streaming e così, a quanto pare, sarà anche per le festività di Pasqua. Una Pasqua diversa ma comunque di rinascita e speranza.
Vincenzo Diego
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