A Cersosimo, nella casa della cultura “Angela Ferrara”, è andato in scena lo spettacolo “Ars poetica”, tratto dall’omonimo libro, scritto da Filippo Gazzaneo e Pino Rovitto. Una raccolta di poesie che testimoniano il legame a un mondo ancestrale, ma tuttora vivo, presente. Un lavoro che vuole riproporre i poeti nati a Senise, come Rocco Pizzo, contadino autodidatta, che ha narrato la Senise degli anni ’60 e ’70, comprese le lotte per la diga di Montecotugno; poi Pasquale Totaro Ziella, personaggio di spicco tra i principali protagonisti del dibattito culturale ed editoriale lucano, autore di testi che tanto hanno appassionato il pubblico. Un salto ancora più indietro per incontrare Nicola Sole, poeta post - romantico, morto giovanissimo nella sua terra, dove si era ritirato, amico di Giuseppe Verdi, autore soprattutto di sonate, dalla vita travagliata, vicino alle idee risorgimentali e liberali, ma anche autore della "Danza Augurale" per il matrimonio di Francesco II di Borbone e Maria Sofia di Baviera, eseguita al San Carlo di Napoli. Un bel libro, una finestra da dove poter vedere la storia di Senise si, ma allo stesso tempo la storia poetica e culturale delle nostre terre, del nostro meridione. Una boccata di aria fresca, respirata a pieni polmoni, ossigenati da mille pensieri, da mille «parole» che con il loro suono tratteggiano l'esistenza dei singoli. “La vita, nel suo manifestarsi, si affida alla parola che dapprima è gemito poi si dipana in immagini che catturano quei segni. Le parole racchiudono memoria e fantasia. Portano il segno del passato, sono intinte nella storia, nei suoi grandi avvenimenti, ma anche nei piccoli, nella piccola storia e la sua casualità. Il loro significato si lega spesso a usanze perdute, ad abitudini dismesse, a racconti sentiti, perduti e riscoperti. Questi versi accompagnano il lettore attraverso «i vicoli dell'esistenza», quelli che si animano nei volti di chi abbiamo incontrato. È questo il senso che Pino Rovitto e Filippo Gazzaneo assegnano alle parole che come pietre costruiscono la storia dei nostri luoghi, dei nostri padri, delle nostre madri”. Dunque, uno sguardo profondo tra i sentimenti, le emozioni, le passioni e il loro legame ancestrale con la natura, con l’arte, padrone del mondo, ma che allo stesso tempo riescono a dialogare con forza e naturalezza con gli uomini attraverso la poesia, mimesi aristotelica che rapisce e porta lontano. Lo spettacolo, per la regia di Filippo Gazzaneo, ha narrato i tre poeti, le loro personalità e il loro rapporto a filo doppio con il territorio. In scena anche il “Balletto Lucano”, diretto da Loredana Calabrese, mentre le voci che hanno rapito tutto e tutti erano quelle di Gazzaneo, Maria Carmela Altieri, Eleonora Berardi, Giuseppe Caggiano, Lucia De Lillo, Rosa Gesualdi, Eleonora Ierone, Ida Lucarelli, Sonia Miele, Nicola Melfi, Vincenzo Raimondi, Pino Rovitto e di Marinella Retta.
Vincenzo Diego |