Petrolio e inquinamento: il binomio che preoccupa i cittadini della Basilicata.
E' un tema scottante che ha raggiunto, in questi ultimi tempi, l'apice delle discussioni, che investono il mondo politico locale e, soprattutto, le popolazioni del Val d'Agri, Viggiano , Corleto, Guardia Perticara, Gorgoglione, Calvello, che sono i comuni maggiormente interessati all'estrazione dell'oro nero e alle ricadute ambientali, che ,inevitabilmente, colpiscono le aree agricole produttive, le falde acquifere e gli invasi del Pertusillo e di Montecotugno.
Questo tema scottante, che ha oltrepassato i confini regionali per investire anche i lucani non residenti, ha tenuto banco in un dibattito organizzato, a Milano, nella sala conferenze del Condominio "Monte Amiata", da Antonio Palazzo, responsabile culturale di un plesso che conta 2000 inquilini-abitanti, come dire due paesi della Basilicata. Il Comitato civico per Gorgoglione, fondato e strenuamente presieduto da Francesco Nigro, ha presentato, per l'occasione, il libro " Colonia Basilicata" di Giorgio Santoriello.
Antonio Palazzo, ingegnere chimico, ha aperto i lavori con la chiara disamina sull'inquinamento in genere , soffermandosi , con dovizia di particolari e termini scientifici, sugli effetti prodotti dalla lavorazione del greggio , fino all'ultimo stadio di sfruttamento . In particolare, ha richiamato l'attenzione dei numerosi presenti, sui "termini" che le compagnie estrattrici usano per non allarmare le popolazioni, che, ovviamente, avendo poca dimestichezza con la chimica , non si preoccupano più di tanto, quando, invece, dovrebbero essere informati meglio dalle stesse compagnie, sui reali pericoli di cui sono vittime ogni giorno. Questo non avviene e, come ha sottolineato Palazzo, rappresenta una grave violazione del protocollo d'intesa, stipulato con la Regione Basilicata, perchè ne va di mezzo la salute di migliaia di persone e la vita stessa di quello che era un vasto territorio a vocazione agricolo-pastorale, oggi completamente scomparso.
E' un argomento, quello appena citato, che ha fatto poco presa nell'ambito prettamente locale, mentre avrebbe dovuto far breccia tra la indifferenza generale e l'ignoranza delle popolazioni, affinchè si rendano conto dei gravi pericoli di inquinamento, che il petrolio ha portato, per cercare di fare qualcosa per costringere le compagnie a rivedere il loro comportamento, in fatto di ecologia e rispetto del territorio.
Ci ha pensato il giovane Giorgio Santoriello di Policoro, con la pubblicazione del libro " Colonia Basilicata", edito nell'ambito di una campagna di sensibilizzazione e divulgazione che deve essere svolta, oltre che tra le popolazioni direttamente interessate, anche verso i lucani che vivono e lavorano fuori Regione, lavoro già fatto a Torino e ora a Milano, per poi toccare anche altre città. Nel libro, Santoriello, mette in guardia contro i falsi miti della ricchezza, che avrebbe coperto di lavoro ed altri benefit, come una pioggia salvatrice, la situazione economica della Basilicata allo stremo e , quindi, facilmente ricattabile. E' successo, invece che, come riporta in modo chiaro l'autore, si è consolidato i modello capitalistico e neoliberista dello sfruttamento delle risorse naturali , senza apparenti limiti e, cosa assai grave, senza le attese ricadute positive territoriali e sostenibili. Santoriello, inoltre, affonda la sua denuncia sulla questione ambientale, quando scrive che " la questione ambientale lucana è il coacervo dei difetti storici di una terra , dove acque inquinate e multicolori, fuste di sostanze pericolose abbandonati o sepolti, pratiche industriali criminali, prive di veri controlli, o sanzioni, si incrociano in un'unica storia fatta di mafia e di mancata programmazione territoriale, che ha fatto del paesaggio lucano il luogo di attività inquinanti che interessano direttamente l'agricoltura e l'allevamento". Santoriello ha organizzato la Onlus COVA CONTRO, con lo scopo specifico di denunziare reati ambientali e morali.
L'intervento di Francesco Nigro, presidente del Comitato per Gorgoglione, è ancora più duro nel rimarcare l'indifferenza generale , soprattutto della gente del suo stesso paese, alla pari degli altri, dove sembra ben riuscito il tentativo delle compagnie estrattrici di "chiudere" la bocca e la coscienza di povera gente, che spera ancora in un posto di lavoro, visto che gli operai attivi provengono, al 90%, da fuori regione, e che non denunzia nemmeno gli inquinamenti da petrolio sversato nei propri terreni.
Il richiamo ad una decisa presa di coscienza è l'invito categorico del dinamico Nigro.
E' seguito un interessante dibattito, come era prevedibile, dal quale è emersa chiara e perentoria la proposta della professoressa Gessica D'Alema di organizzare simili iniziative anche nelle scuole, per far capire ai ragazzi i pericoli cui si va incontro, in fatto di inquinamento.
Per completezza di informazione , vi aggiorniamo sull'accordo siglato, la settimana scorsa , tra la Regione Basilicata e le compagnie estrattive.
Le compagnie investiranno in sviluppo sostenibile 25 milioni di euro ogni cinque anni, finanzieranno al 50% con altri 25 milioni i progetti messi al bando dalla Regione, verseranno alla Regione 50 centesimi (indicizzati al Brent) più 30 centesimi per ogni barile estratto; pagheranno 3 milioni per allestire una rete di controllo ambientale estesa a tutta la Basilicata e 1,5 milioni per la manutenzione; finanzieranno progetti di sviluppo sostenibile per 1 milione di euro l’anno per i primi 5 anni; 2 milioni l’anno fino al decimo anno; 2,5 milioni l’anno dall’11° al 25° anno di produzione.
Gas per tutti
Il metano estratto sarà tutto della Regione, a parte i consumi interni degli impianti di Tempa Rossa. La fornitura gratuita minima sarà di 40 milioni di metri cubi l’anno per 30 anni durata di 30 anni fino al raggiungimento della quantità complessiva di 1,2 miliardi di metri cubi, rispetto i 750 milioni previsti nell’accordo del 2006.
Labanca Giovanni
Foto: Antonio Palazzo, Francesco Nigro e Giorgio Santoriello |