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Il Carnevale anima Aliano (MT) e va in tour a Torino e a Firenze

14/02/2020

Il paese delle maschere cornute è pronto a tornare indietro nel tempo per dare vita a una delle feste di Carnevale più suggestive d’Italia. Quello che va in scena ogni anno ad Aliano è un rito arcaico e affascinante, la cui origine si perde nella notte dei tempi; una rappresentazione che impressionò anche Carlo Levi, durante il suo confino politico nel borgo in provincia di Matera. Quest’anno gli appuntamenti con le sfilate del Carnevale Storico sono in programma il 9, 23 e 25 febbraio, con una grande novità che caratterizzerà l’edizione del 2020. L’evento travalicherà infatti i confini della Basilicata e porterà le maschere cornute in tour “Nei luoghi di Carlo Levi” in Piemonte e in Toscana: gli spettacoli sono in programma il 15 febbraio alle 18 nel Mercato Centrale di Torino e il giorno successivo alla stessa ora nel Mercato Centrale di Firenze; si esibiranno i gruppi folk “U Cirnicchiu” e “Gli Amarimai”, che faranno da sottofondo alle sfilate del Carnevale storico con maschere arcaiche cornute di Aliano e con il gruppo di “pacchiane”.
Le maschere cornute sono opere uniche costruite da abili artigiani locali, che vengono indossate insieme a colorati cappelli per renderle meno minacciose; legate alla mitologia greca e in particolare al Dio Pan, sfilano per le vie del paese accompagnate dalla musica di fisarmoniche e cupa cupa, insieme alle donne in costume tradizionale e ai bambini vestiti da briganti. “Venivano a grandi salti – scriveva Carlo Levi nel “Cristo si è fermato a Eboli” - e urlavano come animali inferociti, esaltandosi delle loro stesse grida. Erano le maschere contadine. Portavano in mano delle pelli di pecora secche arrotolate come bastoni, e le bandivano minacciosi, e battevano con esse sulla schiena e sul capo tutti quelli che non si scansavano in tempo”. Con ogni probabilità, la tradizione del Carnevale di Aliano nacque come rito di esorcismo verso il male; di certo le maschere che sfilano nel borgo somigliano ad una mandria in movimento (chiaro riferimento alla transumanza e richiamo alla cultura agro-pastorale del luogo) e sono uniche nel loro genere: non è possibile trovarne altrove di simili.
Musiche e canti popolari accompagneranno le sfilate e saranno al centro anche delle altre giornate di festa - previste per l’8 e il 22 febbraio - mentre il primo marzo la Festa del “Petrosello”chiuderà il Carnevale con le maschere cornute, arte, cibo e musiche dai calanchi. Ogni giorno grande spazio sarà dato alle degustazioni dei piatti tipici locali a partire da “frzzul, sauzizz e rafanata”: ovvero maccheroni corti formati attorcigliando la pasta attorno a un filo di giunco, salsicce di maiale e rafanata, un piatto cotto al forno a base di uova, formaggio pecorino e rafano, radice aromatica dal gusto piccante che in questa zona della Lucania cresce spontanea. Ci sarà spazio anche per l’arte e, martedì 25 febbraio, per la “Frase”, una commedia improvvisata in dialetto sul carnevale alianese.
Partecipare all’evento sarà una buona occasione anche per visitare uno degli angoli più suggestivi della Basilicata. Nei dintorni di Aliano spiccano Matera, la città dei sassi Capitale Europea della Cultura dello scorso anno, e Craco, dove Mel Gibson girò alcune delle scene più toccanti del suo “La passione di Cristo”. Aliano è noto anche comeil paese dei calanchi, grandi colline caratterizzate da profondi solchi che avvolgono il borgo in un paesaggio lunare; in questi luoghi di grande fascino è anche possibile ammirare il volo delcapovaccaio, un avvoltoio sacro agli antichi egizi e oggi molto raro.“Spalancai una porta-finestra – scrisse Levi - mi affacciai ad un balcone, dalla pericolante ringhiera settecentesca di ferro e, venendo dall’ombra dell’interno, rimasi quasi accecato dall’improvviso biancore abbagliante. Sotto di me c’era il burrone; davanti, senza che nulla si frapponesse allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio, fin dove, lontanissime, parevano sciogliersi nel cielo bianco”.



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