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Al via a San Severino Lucano la decima edizione del Festival Strozzi |
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5/09/2012 | La musica classica protagonista a San Severino Lucano per la decima edizione del Festival Gregorio Strozzi. Concerti venerdì 7 nella chiesa madre alle ore 21, 30 e sabato 8 settembre alle 19,00 nella sala consiliare.
Per il decimo anno consecutivo la cittadina del Pollino rende omaggio a uno dei suoi figli. L’organista e compositore italiano, sembra, infatti sia nato proprio a San Severino Lucano nel 1615. A Napoli, dove si era trasferito, perfezionò gli studi musicali con G.M. Sabino e prese gli ordini sacri.
Nel 1634 ottenne nella chiesa dell’Annunziata il posto di organista lasciato vacante dal Sabino per la nuova nomina a maestro di cappella, in tale posizione era ancora nel 1643, nonostante una promessa di promozione da organista ordinario a maestro di cappella o a I° organista.
Noto pure come didatta di canto, appare designato coi titoli di abate, doctor in utroque jure e protonotario apostolico.
L’opera di maggiore interesse nell’ambito della produzione di Strozzi è “Capricci da sonare cembali et organi”, concepita nella tradizione della cosiddetta scuola “cembalo-organistica” napoletana. Stampata in partitura comprende 3 capricci veri e propri, 3 ricercate, 3 sonate, 4 toccate, 3 gagliardi, 1 madrigale diminuito, 8 correnti, 2 balletti, 1 ballo e 3 serie di var., vale a dire quasi tutti i generi di musica per tastiera del tempo.
Accanto alla sua appartenenza alla scuola napoletana, sono presenti in Strozzi altri aspetti diversi: un gusto spiccato per cromatismi, arditezze armoniche e dissonanze che convive con un senso della scrittura dotta e severa; una certa inclinazione per l’originalità che si denota nell’impiego di figurazioni e abbellimenti insoliti ed estrose relazioni armoniche.
Si può cogliere un nesso fra quest’opera e quella dei suoi predecessori quali Frescobaldi e Trabaci, individuabile, ad es. nei capricci (concepiti come susseguirsi di var. contrappuntistiche, secondo la forma Frescobaldiana), nelle ricerche che, con più temi trattati contemporaneamente, riportano a Trabaci. All’es. unito di entrambi si possono ricondurre le toccate, mentre le 3 sonate rivelano più spiccatamente l’influenza di Frescobaldi, appartenendo al genere della canzona – variazione con passaggi da una sezione all’altra in stile recitativo e toccatistico.
Queste affinità con opere antecedenti giustificano molte perplessità che nascono dalla considerazione della tardiva data di pubblicazione (1687) e rendono inclini a considerare questi lavori composti nella prima metà del secolo e pubblicati con sensibile ritardo.
Interessante è, infine, la dicitura “Passa Y calla” (in spagnolo, “passa e taci”) posta all’inizio della Toccata de Passacagli che conduce l’opera e che può essere presa in considerazione per la dibattuta spiegazione del significato della parola “passacaglia.”
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