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Al Castello di Melfi va di scena La Traviata per la Regia di Antoniu Zamfir |
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26/08/2019 | Le camelie erano il fiore preferito e inseparabile di Marguerite Gautier, la protagonista del romanzo La signora delle camelie (La Dame aux camélias) di Alexandre Dumas figlio, da cui Francesco Maria Piave trasse ispirazione per scrivere il libretto de La Traviata, melodramma in tre atti magistralmente musicato da Giuseppe Verdi. All’inizio di quest’opera lirica, Violetta Valery porge una camelia ad Alfredo Germont in risposta alla sua dichiarazione d’amore, con la promessa che i due si rivedranno quando sarà appassita.
La simbologia della camelia nell’opera di Piave/Verdi è intrecciata strettamente alla storia della protagonista. Dallo studio della simbologia di questo fiore, è nata l’idea registica che ha influenzato la scelta dell’allestimento scenografico e dei costumi. I colori, le forme, i significati portati in scena richiamano a questa passione misteriosa di Violetta per le camelie, al loro legame profondo e osmotico.
La sublime danza del petalo e del calice che percorrono il ciclo vitale congiuntamente, arrivando addirittura a distaccarsi insieme dalla pianta, nella cultura orientale rappresentano alla perfezione la persistenza dell’amore e la devozione reciproca. Petali e calice, infatti, si distaccano insolitamente insieme dalla pianta dopo che il fiore è appassito, invece di scivolare a terra un petalo dopo l’altro. A seconda del colore, il significato della camelia trasmette, inoltre, un messaggio diverso, ma tutte le tonalità rappresentano l’Amore.
Metafora del suo sentire, del suo vivere, del suo essere, la camelia è la quintessenza di questo affascinante personaggio e della nostra lettura della sua storia. (Antoniu Zamfir) |
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