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A San Paolo Albanese la presentazione del libro “Finuzza e le sue storie'' |
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13/08/2019 | Nel Museo della Cultura Arbëreshe di San Paolo Albanese è stato presentato un romanzo intrigante dal titolo evocativo: “Finuzza e le sue storie”, di Marinella Battifarano, edito da Altrimedia Edizioni. Dopo i saluti del sindaco, Antonio Mosè Troiano, la professoressa Eliana Rusciani ha introdotto l’opera. Mentre le conclusioni sono affidate ad Annibale Formica, già sindaco di San Paolo Albanese e già direttore del Parco del Pollino. Il romanzo traccia il ritratto di una famiglia borghese, impegnata nel lavoro e nel sociale, la testimonianza di un Sud tutto sommato dai colori accesi con voglia di guardare avanti. Un racconto legato a doppio filo ad una donna forte, tenace, una pioniera di origine arbëreshe antelitteram. L’autrice, infatti, esaudendo un desiderio della madre – la protagonista Finuzza – a distanza di alcuni anni dalla sua morte, ha voluto lasciare un preciso ricordo scritto della storia della sua vita e della sua famiglia. In questa biografia, prendendo spunto dai racconti narrati da Finuzza alla figlia, è delineato un complesso percorso di vita, scandito da tappe liete, meno liete o dolorose. Il calore, l’emotività, la passione, sono sentimenti che vengono fuori con forza dalle parole della Battifarano.Finuzza è una donna d’altri tempi che “non giustificava mai se stessa, sapeva di non potersi fermare. Ha sempre cercato con vivace intuito soluzioni per lo più contrastanti con la mentalità del marito. Non rimpiangeva mai il passato, sapeva con sagacia prevedere i cambiamenti, si adattava alle novità, guardava con speranza al nuovo ruolo della donna nella società.” Ma Finuzza non si limita a ripercorrere solo le vicende di una famiglia, è anche un volume ricco di accadimenti storici strettamente legati alla genealogia degli Smilari: “Certamente la storia degli arbëreshe stanziati nella valle del Sarmento e dintorni è ancora tutta da scrivere – sottolinea l’autrice – Mi auguro che queste poche note possano sollevare interesse tra i giovani, i soli a poter prendere il testimone e continuare la corsa in archivi pubblici e privati, dove ancora si conservano documenti e testimonianze del passato”.
Vincenzo diego
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