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Pertosa, al Festival Negro la musica tradizionale lucana |
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21/08/2012 | C'è tanta tradizione musicale lucana nel festival "Negro", che aprirà i battenti domani, 22 agosto, a Pertosa (Salerno), al confine tra la Basilicata e la Campania. Toccherà infatti alla Scuola d'Arpa popolare di Viggiano aprire la rassegna (alle 21.oo) all'interno delle grotte dell'Angelo, e scaldare il pubblico per il concerto di Caparezza, sul palco principale. Il 23 agosto, invece, saranno i Renanera di Lagonegro (Potenza) ad accendere i riflettori sul main stage (ore 22) e aprire la strada al ritmo di Daniele Sepe.
Prosegue quindi anche quest'anno il legame musicale tra la Basilicata e la Campania, in una sorta di "Grande Lucania" del ritmo tradizionale cominciato due anni fa con le zampogne del Pollino che hanno accompagnato il concerto della cornamusa più famosa del mondo, quella dell'asturiano Hevia.
A sfilare sul piccolo palco dell’antro in grotta, i giovani studenti della “Scuola d’arpa popolare” viggianese, guidati da Lincoln Almada, arpista paraguayano, autore di un metodo di insegnamento per l’arpa portativa, strumento storicamente simbolo della comunità di Viggiano, nella memoria del tempo. Il gruppo è strutturato in circa una decina di allievi, con un’età compresa tra i 7 e 15 anni e si muove attraverso repertori classici del territorio: viggianesi e tarasconi della tradizione, accanto a nuove composizioni che cercano di aggiornare stili e portamenti. Il Comune di Viggiano ha affidato ad Almada l’incarico di formare una nuova generazione di arpisti in grado di rilanciare questa preziosa arte musicale e le Grotte accoglieranno questi primi, timidi passi della Scuola sul sentiero dell’arpa popolare. Dopo di loro, sul palco principale salirà Caparezza, in una curiosa e unica fusione tra la melodia dell'Arpa, il ritmo tipico del Rap e i testi di denuncia sociale portati avanti dall'artista pugliese. La seconda tappa del viaggio tra Lucania e Campania è segnata dall'esibizione dei Renanera, il 23 agosto. Il 24 agosto è la volta degli Elva Lutza (Antrosuono, ore 21). Sul palco principale (ore 22) salgono invece due vere orchestre: l’Orquestra todos da Lisbona e l’Orchestra di via Padova di Milano. La chiusura del festival sarà ancora all’insegna della dialettica e delle identità instabili e, quindi in movimento, che danno il tema della manifestazione. Alle 21 Peppe Voltarelli spegne i riflettori di Antrosuono. Sul palco principale sale il detentore dell’antica tradizione della “tammorra”, ’A paranza do’ lione, qui in versione quartetto, che incrocerà il linguaggio ritmico e melodico per costruire un ponte tra l’Africa di Fela Kuti, con il suo originalissimo funky-afro-beat, proposto dalla Mamud band, gruppo italianissimo che ha saputo rivisitare la più moderna cultura musicale africana e quella particolare capacità della cultura partenopea di misurarsi con altre forme musicali, in questo caso con il nomadismo musicale rom, che Mimmo Maglionico e il suo gruppo musicale Pietrarsa e gli O’rom concerterà costruendo un concerto policentrico, per un evento originale e sicuramente unico. |
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