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Dal Pollino all’Alaska. Incontro con Pasquale Larocca |
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20/05/2019 | Si è svolta il 18 maggio a San Severino Lucano l’iniziativa dedicata all’avventura di Pasquale Larocca, l’atleta di Terranova di Pollino arrivato primo alla “Iditasport Race”, una delle più estreme gare al mondo sulle nevi, in Alaska. Almeno per chi frequenta il Pollino Pasquale non ha bisogno di presentazioni, essendo una delle figure “rappresentative” del territorio: maestro di sci, tecnico del Soccorso Alpino e operatore turistico nonché guida di mountain bike. Il Gruppo Lupi San Severino Lucano si prefigge fin dalla nascita di dare risalto con queste iniziative a quelle “risorse umane” che contribuiscono alla conoscenza del territorio nonché alla diffusione delle attività legate alla montagna e agli ambienti naturali in genere.
Pasquale Larocca ha raggiunto il traguardo in tre giorni invece di cinque, il tempo massimo previsto da regolamento per percorrere circa 300 chilometri sugli sci a temperature glaciali, affrontando tutti gli imprevisti che possono sorgere in queste situazioni.
Partito il 18 febbraio da Anchorage alle 22, ore italiana, è stato l’unico partecipante italiano nella gara di sci, per la prima volta nella storia della competizione proveniente dal Sud Italia. Pasquale è già campione assoluto della “Sila 3 Vette” e delle maratone “Winter Challenge” e “Rovaniemi 150”, al circolo polare artico, in Svezia.
L’ Alaska è preponderante nell’immaginario collettivo degli appassionati di natura e montagna. Si può citare Jack London e i suoi racconti evocativi, con le descrizioni delle avventure di cacciatori d’oro nella desolazione della natura selvaggia, di lupi e di cani da slitta, o anche per arrivare ai tempi recenti, Into the Wild, film dove si racconta l’esperienza di un giovane che dopo un anno passato on the road girovagando per gli USA affronta la solitudine nella wilderness dell’Alaska, assunta come meta finale e destino esistenziale. L’itinerario della gara del resto prende spunto dalla storia di Balto, un siberian husky che, in staffetta con altre mute di cani, riuscì a portare il vaccino in una città dell’Alaska, isolata a causa delle condizioni atmosferiche, salvando la vita a centinaia di bambini affetti da difterite. Anche quella di Pasquale ha la dimensione di una grande avventura che va oltre la semplice gara sportiva, un’impresa dove l’uomo è messo a contatto con la wilderness, la natura nei suoi elementi primordiali, come il gelo, la neve, la foresta, che è fatta di meraviglie e pericoli. Ogni appassionato di natura selvaggia sa bene che la componente della “sfida” con se stessi è essenziale negli sport e nelle attività legate alla natura selvaggia. E’ “l’azione” in cui è protagonista il corpo, dove emerge la fisicità pura, che per citare Schopenhauer è la quintessenza della “volontà”.
Dal video proiettato in sala si sono potuti visionare alcuni momenti significativi dell’impresa, girati dallo stesso Pasquale con una semplice “GoPro” dove si può solo immaginare la stanchezza, il forte vento, le temperature glaciali a cui si deve adattare il corpo umano, comprese tra -10 e oltre -30 gradi. Gli aneddoti raccontati da Pasquale rimandano alle situazioni limite, di sopravvivenza che si possono incontrare in ambienti così proibitivi: basta una semplice disattenzione per compromettere l’intera gara ed incorrere in situazioni di pericolo. Si può perdere un guanto, sbagliare direzione, trovarsi in mezzo ad un blizzard, una forte tempesta di neve dove la visibilità è limitata e la temperatura percepita è molto bassa; l’acqua che si porta nello zaino, vitale per essere sempre idratati, può congelare facilmente. La stanchezza e il freddo possono portare anche agli sbalzi d’umore, a piangere e a parlare da soli, a sfogarsi urlando nel silenzio gelido… Come afferma lo stesso Pasquale importante è in questi casi, oltre la preparazione atletica, l’attrezzatura e una buona dose di fortuna, anche un sano “spirito di adattamento”, che non manca tra i montanari del Pollino.
Pasquale infatti vive su Pollino e sulle nostre montagne si è allenato per prepararsi ad una gara così dura. Come i nostri pini loricati che sfidano le intemperie delle vette, ha resistito con tenacia alle avversità.
L’accostamento del Pollino all’Alaska può apparire forzato, ma è esatto anche dal punto di vista della filosofia wilderness, essendo quella del Pollino una wilderness in miniatura, (un francobollo di wilderness rispetto all’Alaska), di minore estensione ma con un valore altrettanto importante per chi lo frequenta. Anche perché oltre la sfida, in qualsiasi ambiente naturale lasciato integro subentrano le emozioni che quei luoghi suscitano con la loro bellezza. Non solo azione quindi, ma anche “contemplazione”.
Il racconto di questa impresa andrà anche nelle scuole e ciò è importante, perché questa sfida ha quasi un risvolto etico, che lascia un messaggio importante: lo sport e la natura sono importanti nella vita dell’uomo e con la tenacia e la forza di volontà, con il sacrificio si possono superare anche le sfide più estreme.
Saverio De Marco
(Presidente Gruppo Lupi San Severino Lucano)
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