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Recensione de "La bella addormentata" di Gnocchi e Palmaro |
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30/07/2012 | Nel 2011 è stato scritto un libro dal titolo “La bella e addormentata” da Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro pubblicato dalla Casa editrice Vallecchi l’anno prima che ricorresse il cinquantesimo anniversario del Concilio Vaticano II aperto da Papa Giovanni XXIII nel 1962 e chiuso da Paolo VI nel 1965.
Ed è su questo concilio che si concentra l’analisi del libro in questione con riferimento alla volontà dell’allora pontefice di innovare la chiesa quale sposa di Cristito e madre di tutti noi che per anni è rimasta chiusa nel suo fortilizio e non ha saputo capire i mutamenti epocali che stavano avvenendo nella società che di li a poco avrebbero portato alla sua catarsi (pensiamo alla contestazione giovanile anticonformista del 68’, alla disgregazione della famiglia quale società naturale fondata sul matrimonio oggetto di disciplina sia sotto il profilo costituzionale, sia civile, dove è scomparsa la capacità dialogica tra padri e figli, complice forse la televisione definita dal filosofo tedesco Karl Popper “La cattiva maestra”.
Ancora oggi in presenza di una società nichilista e neodecadente nonché “ liquida” come direbbe il Sociologo Z. Barman la chiesa è permeata da uno stato di crisi latente senza precedenti e gli autori di questo libro si propongono appunto di far luce sulla crisi di quest’Istituzione.
Cosa ci sarebbe all’origine di questo terremoto ecclesiastico?
Essi parlano di una crisi di fede che si manifesta con tutta la sua forza a partire dagli anni 60’ e che ha il suo cardine nella stagione del Concilio Vaticano II che sebbene l’allora pontefice era mosso dall’intento di svecchiare la Chiesa troppo chiusa nel suo angusto fortilizio “ecclesiastico”, molti prelati non sono stati capaci di capire le sue intenzioni ed i dettami del Concilio.
Col passare degli anni come si evince dal libro è stata abolita la messa in latino che veniva detta in italiano.
I sacerdoti hanno abbandonato l’abito talare ed indossato abiti da laici ed ancora la maggior parte di essi indossa abiti laici e sono davvero pochi coloro che indossano l’abito talare come una volta.
Alcuni canoni sono stati mantenuti come l’obbligo della confessione per redimersi dal peccato ed accostarsi all’eucarestia, la credenza nell’inferno come luogo lugubre e tetro dove finiscono tutti coloro che hanno commesso peccati gravi senza chiedere perdono a Dio e riprendere il cammino di fede che porta glorificazione e ascensione alla Casa di Dio.
Il testo affronta anche il problema dell’apostasia che consiste nell’abbandonare la religione cattolica ed abbracciare altre religioni.
Ma quello che preoccupa la Chiesa è la mancanza di vocazioni religiose.
Infatti sono pochi coloro che rinunciano ai piaceri della vita per sposare la Chiesa e dedicarsi continuamente a Dio.
Una delle peculiarità delle Chiese moderne sono la presenza di laici che coadiuvano il Sacerdote nelle sue mansioni: essi sono i cosiddetti “ministranti dell’eucarestia” che la somministrano sia in chiesa sia nelle case dei fedeli ammalati inviati dalLa Parrocchia di appartenenza.
Inoltre, da anni le chiese come da testo, hanno istituito i Consigli Pastorali che si riuniscono di tanto in tanto per concertare le attività delle varie parrocchie durante l’anno.
Il libro scritto con un linguaggio chiaro e conciso offre importanti piste di lettura e spinti di riflessione su un problema ancora attuale.
Biagio Gugliotta
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