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Recensione de “La rivoluzione impossibile” di Tarchi |
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25/07/2012 | Molto si è scritto e parlato, nell’arco di oltre un trentennio, delle vicende che hanno coinvolto la generazione neofascista durante gli “anni di piombo” e negli anni a seguire.
Avanzando le più diverse interpretazioni delle sue scelte e proponendo le più fantasiose ipotesi sulle influenze che in progetti di quel periodo avrebbero poi esercitato sugli scenari futuri nella destra italiana.
Raramente sono stati ascoltati i protagonisti in queste vicende convulse che hanno lasciato una traccia indelebile sullo scenario italiano.
Uno dei libri interessanti su quest’epoca infelice della storia italiana è quello curato da Marco Tarchi e pubblicato dalla Casa editrice Vallecchi di Firenze nel 2010 dal titolo “ La rivoluzione impossibile”, in cui viene ricostruito il tracciato di un progetto, prima politico e poi metapolitico che ebbe inizio da piccole iniziative impertinenti come il giornale underground “La voce della fogna”, si sviluppò attraverso i campi Hobbit/Hobbit che fu il libro che attraverso la vicenda dei protagonisti fu anche la sua vicenda, ed ebbe seguito in uno scontro politico interno Msi, per poi starsi e procedere alla cosiddetta “Nuova Destra”.
Nella parte finale del libro viene pubblicata una postfazione in cui si mettono in rilievo gli ultimi sviluppi della Destra fino ad arrivare a Fiuggi con la svolta di Fini che abiurò il passato ed inaugurò una nuova fase della destra politica più moderna e democratica.
Ma il cammino, come si evince da un’attenta lettura del testo è stato lungo e pieno di insidie.
Il libro scritto con un linguaggio chiaro e conciso, offre spunti di riflessione su un partito che nel corso degli anni ha subito una radicale trasformazione che, gia era in atto oltre 30 anni fa.
Biagio Gugliotta
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