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Cassandra |
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16/07/2012 | “Era già tutto previsto…” recita la canzone. Un riferimento epico può essere invece quello della bella figlia di Priamo, Cassandra, sacerdotessa di Apollo. Il Dio rese sordi gli uomini alle sue profezie. Storia triste, tremenda sempre attuale purtroppo. Vi è sempre una Cassandra che annuncia una sventura e un popolo che non ascolta, divenendo così l’artefice della propria rovina. I’ Italia “colta” è divenuta ormai un coro di supplici ma i tanti “Teseo” a difesa della democrazia si trovano dinanzi a un muro di ignoranza e ottusa rassegnazione. Serpeggia il sentimento cupo, irrazionale di un popolo incolto e deluso, caduto dalle altezze del benessere capitalistico alla dura realtà di una società disorganizzata, spendacciona, mal governata da sempre, assistita alla quale nessuno più vuol fare credito. Retta da furbi, istrioni, venditori di fumo, MALAVITOSI, che a tuti i livelli e in tutti i settori dello Stato hanno imposto le regole del malaffare. Questo stesso popolo disabituato ormai ad affrontare sofferenze e sacrifici ha bisogno di un sogno, di una facile speranza a cui aggrapparsi. È proprio a questo punto, quando il prevedibile e pianificato momento dello scontento collettivo ha ben predisposto gli animi, che tutto in sala si oscura, le luci della ribalta piano si accendono, il sipario lentamente si ritira ed ecco che riappare Mandrake, l’illusionista, il mago che con un cilindro in una mano ed il bastone nell’altra, sotto i riflettori nel silenzio della sala, dirà a questi ingenui che Monti e la sinistra li hanno riempiti di tasse, che quando c’era lui tutto era sotto controllo e che loro, il popolo, non venivano vessati così, come ora accade. Piove improvviso un applauso ma egli lo spegne subito con un solenne gesto della mano per continuare dicendo che se non fosse stato vittima di congiure da parte di giudici comunisti, i quali chissà perché lo assolvono sempre, della stampa bolscevica, dei traditori stranieri ed ex alleati, tutto sarebbe andato per il meglio. La sala trattiene il respiro ed al segnale del fumo che invade la scena nel quale il volto pallido del vecchio stregone scompare nel proprio mantello, la clack scatena l’applauso trascinando la platea in un estatico tripudio di mani callose che cozzano tra loro, meccanicamente tradendo i cuori resi grevi dai foschi presagi. Ma lo spettacolo tutto rapisce e quello stesso popolo che paga oggi le stesse, identiche illusioni in cui ha creduto ieri, che non capisce nulla di politica, di economia e che non sa leggere la storia, neanche quella che lo riguarda in prima persona resterà ancora una volta sordo alle parole delle tante Cassandra che ne annunciano la rovina, oggi così come nel ..94, 2001,2005,2008 e nel segreto delle urne consumerà l’ennesimo atto di autolesionismo. Non saranno chiaramente le folle oceaniche dei tempi dell’ ”acchiappi chi può” “io come tutti e…forse un po’ più degli altri perché sono er meglio…” ma saranno comunque in tanti, quanti basteranno per impedire le riforme di cui l’Italia abbisogna. Quanto basterà per impedire la formazione di un governo serio e stabile il quale, volendo riformare lo Stato nell’interesse generale dovrebbe necessariamente toccare gli interessi del mago e dei suoi loschi aiutanti. E intanto una pioggia battente risuona sull’enorme cavallo di legno mentre sul palcoscenico i movimenti ammalianti dell’uomo in nero rapiscono gli astanti che non pensano al fatto che lo spettacolo presto finirà, le porte del teatro si apriranno e fuori, ad aspettarli c’è già il gelo e la grandine. Una volta fuori, cercando di raggiungere il riparo sicuro delle loro dimore potrebbero però accorgersi che al centro del bel mondo che avevano lasciato non è rimasto altro che macerie e fumo sulle quali troneggia l’ombra di un enorme cavallo che le prime luci dell’alba gettano sulla tragica realtà…
Antonio Salerno
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