Domenica 15 luglio 2012, alle ore 18, in Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica e nella Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”, si inaugura la mostra di Henri Matisse che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto scorso con la storia della grafica europea e proseguito con Mirò, Degas, Renoir e Bonnard.
Poiché il MIG convive con la Biblioteca, ogni incontro è all’insegna di “un libro, una mostra”. Questa volta tocca a Henri Matisse (Le Cateau-Cambrésis Nord 1869 – Nizza 1954), un altro nome mitico della storia dell’arte, e al volume di Charles d’Orléans, Poèmes, interamente manoscritto e illustrato con 100 litografie originali a colori stampate negli Ateliers Mourlot Fréres per Tériade Éditeur, Parigi 1950.
Dopo Vollard, un altro grande editore, che era anche critico d’arte, entra sulla scena lucana: Tériade, il cui vero nome era Stratis Eleftheriadis, nato il 2 maggio 1897 in Grecia, a Varia, nell’isola di Lesbo. Arrivato a Parigi nel 1915, per studiare diritto, comincia a frequentare la bohème parigina e incontra Christian Zervos, fondatore dei “Cahiers d’art”. Comincia a scrivere d’arte nel 1928, come cronista de “L’Intransigeant”, e prosegue nel 1935-1936 con “La Bête noire” che vede tra i suoi collaboratori Michel Leiris, Raymond Queneau e Antonin Artaud. Nel 1932 è tra i creatori della rivista del Surrealismo, fondata da Albert Skira, “Minotaure”, della quale sarà direttore artistico fino al 1936. Con Skira imparerà il mestiere di editore che trasferirà nella rivista “Verve”, fondata nel 1937 (tra i collaboratori Bonnard, Matisse, Braque, Picasso, Chagall, Léger, Mirò) e nei 27 libri d’artista pubblicati tra il 1943 e il 1975, mettendo insieme Reverdy e Picasso (Le Chant des morts) o dedicando a Matisse (Jazz), Rouault (Divertissement), Mirò (L’Enfance di Ubu), Chagall (Daphnis et Chloé, Cirque) volumi che hanno segnato la storia dell’illustrazione e della tipografia.
Tériade muore a Parigi il 23 ottobre 1983. Nel 1979 un museo dei suoi libri viene creato a Varia. Nel 2002, il Museo Matisse di Cateau-Cambrésis riceve in dono dalla moglie di Teriade, Alice, i 27 libri illustrati.
Matisse è attratto dalla figura di Charles d’Orléans (Parigi 24 novembre 1394 – Amboise 5 gennaio 1465), dalla vita di questo duca d’Orléans figlio di Luigi I, fratello del re di Francia Carlo I, e di Valentina Visconti, figlia del Duca di Milano. Le rivalità familiari, i matrimoni, le eredità (alla morte della madre riceverà la contea di Asti e alcune terre in Lombardia), le sconfitte in guerra e la lunga prigionia in Inghilterra durante la quale scrive i suoi poemi, opere considerevoli comprendenti 131 canzoni, 102 ballate, 7 compianti e più di 400 rondò, lo incuriosiscono e lo sollecitano alla lettura.
Tra tutti questi componimenti lirici, Matisse compie una scelta oculata, con una preferenza per il rondò, strofe di sei o otto versi cantati su uno schema musicale precostituito il cui movimento conclusivo è costruito su un tema principale ripetuto e alternato con altri temi da esso derivati, proprio come la sua pittura, tutta temi e varianti cui il Centre Pompidou ha dedicato, quest’anno, la mostra di primavera. Comincia a lavorare al libro nel 1943, a Nizza, ricopiando ad inchiostro, su ampi fogli, rondò e canzoni contornate, a pastello, da ripetuti gigli di Francia e volti di donne, ma non soddisfatto delle prove litografiche di Martin Fabiani, sette anni più tardi ne affida la stampa a Tériade che riesce a raggiungere ciò che Matisse sosteneva necessario in ogni libro d’artista: “Il pittore e lo scrittore devono agire insieme, senza confusione, ma in parallelo. Il disegno deve essere un equivalente plastico del poema". Sarà il disegno, infatti, a consentirgli ciò che lo separa dagli Impressionisti: rendere lo splendore della luce, che non avvolge gli oggetti o sfuma le forme ma esalta i toni, rafforza i contorni, semplifica le forme.
La mostra, curata da Giuseppe Appella, attraverso le litografie per Poèmes di Charles d’Orléans e immagini, documenti, libri, cataloghi, film, mette in luce tutto questo lavoro anche in relazione all’attività didattica che, all’insegna di “Un tema, tante varianti…”, il MIG intende svolgere, per tutta l’estate, dedicandola ai bambini e ai ragazzi dei paesi gravitanti nel Parco del Pollino e di quelli limitrofi.
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In controcanto, come è già avvenuto per Renoir (Gentilini) e per Bonnard (Strazza), il MIG, mediante una scelta di 40 opere grafiche degli ultimi 40 anni, si propone di segnalare, con Carla Accardi, quanto gli italiani abbiano guardato e studiato gli artisti europei. Ha scritto la Accardi in una cartella di otto pensieri e otto litografie del 1985, dal titolo emblematico La pittura è essere soli: “Togliere una paralizzante misteriosità intorno all’arte ma mantenerle un mistero. Parto dal sogno ed è un sogno di gioia. Un amore così perfetto che indovini il suo segreto. L’arte non può cambiare il mondo ma può mutare la coscienza di uomini e donne che potrebbero cambiarlo. Aetos Prometheus (aquila provvida). Il dio che ha rubato il fuoco alla ruota del sole. Protagonista quando ho procurato dolore. Non rinnegare la coscienza di sopravvivere. La vita è troppo breve per l’eternità dei sentimenti”. Affermazioni perentorie, non dissimili da quelle di Matisse, che si ricompongono nello sforzo di ricondurre tutta l’arte alla spontaneità del colore e ad altri elementi fondamentali quali linee e ritmi inattesi.
Carla Accardi è nata a Trapani il 9 ottobre 1924. Conseguita la maturità classica nella sua città, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Palermo e a Firenze per poi trasferirsi, nel 1946, a Roma. Lo stesso anno compie il suo primo viaggio a Parigi. Nel 1947 firma il manifesto “Forma I”, l’anno dopo partecipa alla XXIV Biennale di Venezia. Nel 1951 ritorna a Parigi e conosce Magnelli e Hartung. A Milano, entra in contatto con il gruppo “Mac” e a Roma con il gruppo “Origine”. Dal 1954 Michel Tapié si interessa della sua opera nell’ambito dell’ “Art autre”. Entra a far parte della parigina Galerie Stadler e conosce Tapies, Saura, Fautrier e Mathieu. Ha tenuto mostre personali e collettive in tutto il mondo.
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La mostra, patrocinata e sostenuta dal Comune, dalla Pro Loco di Castronuovo Sant’Andrea, dall’Ente Parco Nazionale del Pollino e con il contributo della Parrocchia Santa Maria della Neve, la Gadi snc Impianti Termoidraulici, la Pasticceria-Caffetteria “Sant’Antonio”, resterà aperta fino all’8 settembre 2012, tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 17 alle 20 (la mattina per appuntamento).
L’ingresso è gratuito.
La prossima mostra: dal 9 settembre al 10 novembre 2012
Brillat-Savarin, Aphorismes et Variétés, Acqueforti di Raoul Dufy (1877 - 1953), Les Bibliophiles du Palais, Paris 1940. Le incisioni di Arnoldo Ciarrocchi (Civitanova Marche 1914-2004) e i suoi rapporti con Dufy.
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