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Un nome da non dimenticare: Salvatore Bologna |
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19/03/2018 | Il prossimo 21 marzo ricorrerà la XXIII Giornata della Memoria e dell’Impegno, promossa dall'Associazione Libera presieduta da don Luigi Ciotti.
Come ogni anno, il primo giorno di primavera diventa l'occasione per ricordare tutti coloro che sono stati uccisi per mano delle organizzazioni malavitose, per non dimenticare le loro battaglie, chiedere giustizia e dignità per le loro famiglie e affermare con forza il rispetto della legalità.
Foggia sarà, per il 2018, la piazza principale di questa Giornata, un'edizione che quest'anno avrà come titolo “Terra, solchi di verità e giustizia”. Dalla piazza di Foggia al resto dell'Italia e del mondo, saranno almeno 4000 i luoghi dell'Europa e dell'America Latina dove la Giornata della Memoria e dell'Impegno verrà commemorata. In Basilicata la manifestazione principale si terrà in Piazza Aldo Moro, a Sarconi.
Tutti insieme per ricordare le oltre 970 vittime delle mafie, con la lettura dei loro nomi per farsi portavoce di una richiesta di verità e giustizia.
Anche noi, oggi, vogliamo ricordare una vittima appartenente al nostro territorio: Salvatore Bologna. Negli anni Sessanta prestò servizio a Castronuovo di Sant’Andrea dove, in seguito, si sposò e, oggi, riposa nel cimitero di quella terra a cui era molto legato.
Il suo nome verrà ricordato, insieme a tutte le vittime innocenti delle mafie, a Foggia e in molte altre manifestazioni che si svolgeranno in tutta Italia.
Salvatore Bologna fu ucciso, a 41 anni, il 10 novembre 1979 a San Giorgio di Catania, insieme ad altri due militari (il vice brigadiere Giovanni Bellissima e l’appuntato Domenico Marrara), in un agguato mafioso organizzato per liberare il detenuto Angelo Pavone, conosciuto col soprannome di “faccia d’angelo”.
Nel 2013 fu concessa dal Ministero dell’Interno, su decreto del Presidente della Repubblica, una medaglia d’oro alla memoria a Matilde Arbia, vedova dell’appuntato. Nella motivazione alla medaglia d’oro si ricordano il livello di “efferatezza mai espressa prima” dei clan mafiosi catanesi dell’epoca. L’appuntato fu “vittima innocente di una guerra di mafia, immolando la sua giovane esistenza nell’adempimento del dovere”.
A lui sono intitolate la piazzetta antistante la Caserma dei Carabinieri di Castronuovo di Sant’Andrea e la sede della Compagnia dei Carabinieri di Senise.
Nicola Arbia
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