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Arriva in Basilicata il cammino della mostra dedicata 'all'Appia ritrovata' |
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11/03/2018 | “Non è la pietra che fa la via, ma l’atto ripetuto del camminare. La memoria è legata al cammino […]”. All’indomani del viaggio sulla Via Appia percorso dal giornalista Paolo Rumiz e compagni, una mostra arriva in Basilicata per raccontare la Via Regina: dopo l’apertura a Roma e le successive tappe in Campania e Puglia, “L'Appia ritrovata. In cammino da Roma a Brindisi” è stata inaugurata nello spazio espositivo del Museo Archeologico Nazionale del Melfese “Massimo Pallottino”, all’interno del Castello di Melfi, e resterà aperta fino al prossimo 3 giugno. Il viaggio di avanscoperta dell’Appia s’è concluso nel giugno del 2015 e oggi, grazie agli stessi “camminatori”, diventa visibile e vivibile a tutte le popolazioni locali che la vedono passare. Una mostra fotografica, interattiva e documentaria che raccoglie gli scatti di Riccardo Carnovalini integrati da un reportage di Antonio Politano, realizzato per National Geographic Italia, e da istantanee estratte dai filmati “on the road” da Alessandro Scillitani; dove il solo tratto lucano coinvolge i comuni di Banzi, Genzano di Lucania, Matera, Melfi, Palazzo San Gervasio, Rapolla e Venosa, per 75 chilometri.
La Regina Viarum diventa una strada, un cammino che può essere guardato prima ancora che intrapreso, perché questa mostra non solo è figlia di un cammino ma anche di un progetto nazionale di sviluppo delle realtà culturali e sociali che la vivono. “Percorrere la Via Appia è, oggi, quasi un atto politico: permette l’incontro di luoghi che si guardano da secoli e che per secoli sono stati a stretto contatto”. Le parole di Paolo Rumiz sono uno sprone a cominciare il viaggio. “L’Appia è la strada di Roma che governava il Mediterraneo, oggi sfuggente e tombale; è la strada verso l’Oriente, è la strada del Cristianesimo”. Storia che s’è portata avanti per secoli e che oggi vuole fondato un discorso sul radicamento, sull’appartenenza alla propria terra d’origine prima ancora che alla patria. “Non un singolo luogo, ma un’intera linea di contatto che vuole le comunità locali impegnate nell’azione di riappropriarsi e difendere a piene mani ciò che è di loro appartenenza”. E questo – a detta di Rumiz – è possibile grazie ad una grande peculiarità del Sud: l’ars oratoria, la capacità di raccontare i luoghi, il vissuto, le storie umane. Un percorso che, fortunatamente, si fa sempre più tangibile: lo scorso 29 gennaio [Deliberazione n. 52; ndr], la Regione Basilicata ha deliberato di approvare lo schema di Accordo Operativo – sottoscritto tra il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e le regioni Basilicata, Campania, Lazio e Puglia – con l’intento di potenziare l’offerta culturale e dei sistemi di fruizione turistico-culturale; “di realizzare gli interventi utili alla messa a sistema del cammino dell’Antica Via Appia”, “per un totale di 20.000.000, 00 € pari all’importo complessivo assegnato all’intervento”. “La mostra sulla regina delle vie – scrive Rumiz – è nata dal desiderio di dare a questo Sud risvegliato uno specchio in cui guardarsi. Non solo, quindi, dalla voglia di rendere pubblica la nostra avventura ma dall’intento di narrare un’Italia sconosciuta. Dietro l’Appia ritrovata stava il ritrovamento di un pezzo del Paese”. Un diverso modo di camminare, di sbattere la terra con “piede libero” – come scriveva Orazio. A più di duemila anni di distanza dalla sua costruzione, pietra dopo pietra, la Via Appia – la Madre di tutte le vie – vuole essere ripercorsa, riscoperta, rivissuta. Intanto, iniziate a guardarla.
Marialaura Garripoli
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