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Giornata mondiale del linfedema |
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5/03/2018 | Ogni anno, in Italia, si registrano circa 40.000 nuovi casi di linfedema, malattia che si manifesta con l’aumento di volume degli arti e che nella stragrande maggioranza dei casi insorge in seguito a intervento oncologico. Ma spesso le persone “a rischio” non la conoscono, non sanno come prevenirla e come affrontarla in modo tempestivo. Per questo domani 6 marzo si celebra la Giornata Mondiale del Linfedema, un’opportunità per chi vuole saperne di più, incontrando gli specialisti e le persone che si sono già sottoposte alle cure. Anche perché, una volta di più, prevenzione e informazione fanno la differenza, aprendo la strada a percorsi terapeutici più semplici e più brevi. Il linfedema è una malattia caratterizzata da un aumento di volume degli arti, e più raramente dei genitali, che spesso insorge in seguito a interventi di asportazione dei linfonodi (linfoadenectomie ascellari o inguinali). In particolare, il linfedema dell’arto superiore è una complicanza non rara degli interventi di mastectomia e svuotamento ascellare per carcinoma della mammella. La cura del linfedema avviene abbinando la fisioterapia a interventi di super-microchirurgia, ovvero di chirurgia sotto il millimetro.
Del linfedema - sottolinea Katiana Di Marco che cura che l'imprinting del Centro Fisioelle Lavello aderente all’Aspat - si parla ancora molto poco perfino con chi deve sottoporsi a cure oncologiche. Questo significa che i pazienti non vengono educati in modo appropriato sui possibili trattamenti che, se messi in atto in fase iniziale, risultano invece essere più efficaci riducendone i sintomi anche fino al 70%. Prevenzione e consapevolezza – aggiunge - sono aspetti sempre più importanti a fronte di tutte quelle persone che praticano la professione di fisioterapista in modo abusivo. Questo perché eventuali trattamenti, se praticati in modo non consapevole e preparata, possono arrecare dei danni. Manipolazioni, manovre e massaggi eseguiti dalle persone sbagliate possono infatti portare conseguenze molto gravi con trattamenti terapeutici impropri, lesioni dell'apparato muscolo scheletrico, circolatorio o del sistema nervoso periferico.
"Un fisioterapista abilitato - dice la professionista - può valutare e rilevare tutti i rischi, che un abusivo non può conoscere o sapere. Non sempre è opportuno manipolare. Sembra banale, ma una semplice distorsione di caviglia può nascondere una microfrattura: un fisioterapista si accorge e può indirizzare la persona nel modo giusto.
La fisioterapia è un po' come l'alimentazione, fino a quando il fisico è giovane riesce a reggere agli scompensi, ma poi qualche problema può sempre saltare fuori. E' importante - prosegue la professionista - capire importanza e utilità di questa attività.
Un'attività che non riguarda soltanto sportivi oppure persone in avanti con l'età. La prevenzione - evidenzia - è fondamentale e non si esaurisce solo per curare eventuali acciacchi e infortuni, ma questo è un percorso che accompagna le persone in tutte le fasi della vita. Nello specifico, il terapista specialist offre anche la giusta soluzione a chi non può concedersi il piacere di impegnare il proprio corpo con il movimento, con l'uso dell' apparecchiatura di magnetoterapia. Affidarsi a strutture di Riabilitazione serie, con esperienza nel campo, è la giusta prevenzione, giungere ad una diagnosi clinica, fatta solo da un medico specialista e/o fisiatra, traccia il giusto percorso di cura e prevenzione alle patologie.
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