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Il fotoreporter Francesco Malavolta ha incontrato gli studenti lucani |
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9/02/2018 | Giovedì 1 Febbraio, presso il Liceo Scientifico “Carlo Levi” di Sant'Arcangelo, si è svolto un incontro riguardante il tema dell’immigrazione, a cui noi ragazzi delle classi terze e quarte abbiamo partecipato. Il protagonista dell’incontro è stato un fotoreporter noto a livello mondiale, Francesco Malavolta, di origini calabresi, residente, oggi però, a Palermo, città nella quale fa rientro pochi giorni all’anno poiché impegnato a girare il mondo per raccontare, attraverso le sue foto, l’orrore e la miseria dei nostri tempi. Un lavoro che, ormai da vent’anni, lo vede impegnato nella documentazione dei flussi migratori che interessano il nostro continente.
L’evento è stato così strutturato: nella prima parte abbiamo avuto modo di conoscere il reporter attraverso una sua biografia presentataci da Mariapaola Vergallito, giornalista per La Gazzetta del Mezzogiorno e direttrice della testata web La Siritide. Abbiamo avuto, poi, l’onore di poter guardare con attenzione le sue foto, ognuna con una storia da raccontare: scatti rubati che testimoniano, a mo’ di documenti storici, la speranza di raggiungere la vita, di raggiungere quella condizione grazie alla quale l’uomo può essere considerato tale (l’essere libero), la sofferenza di chi, purtroppo, non ce l’ha fatta e l’amore di aver vinto insieme.
A rendere ancor più interessante e toccante l’incontro, sono state le parole di Malavolta che, commentando ogni foto, ci ha spiegato, con umiltà e forza, quali sono i sentimenti provati dai migranti. I suoi scatti, infatti, sfuggendo a tutti quegli artifici volti a spogliare i migranti della loro umanità per presentarli solo come “fenomeno”, come anonimi numeri, mostrano con forza la voglia di queste persone di lottare, per poter vivere e non sopravvivere. Emerge, pertanto, un’umanità distrutta che continua a lottare, senza soccombere alle ingiuste umiliazioni a cui vengono costretti. Emblematica una foto di un gruppo di migranti che, nonostante i -20 gradi, continuano a mantenere intatta la loro umanità, facendo quelle quotidiane mansioni che fanno sentire un uomo tale, come ad esempio fare una semplice doccia.
Per noi ragazzi è stato un vero onore incontrare Malavolta, perché ha saputo risvegliare la sensibilità di una generazione che sembra aver deciso di mostrarsi indifferente di fronte a tutto, di armarsi in virtù della violenza e dell’odio. Perché con la sua voglia di raccontare l’orrore e la cattiveria di questo mondo, ci ha fatti uscire dalla bolla di vetro che hanno deciso di costruirci, raccontandoci tutto in modo velato, per alimentare il razzismo e il pregiudizio.
Sarebbe utile organizzare altri incontri come questo, per continuare a parlare di tali tematiche, per suscitare riflessioni e sconfiggere l’ignoranza che avvolge questi fatti di attualità, per far capire cosa significa davvero abbandonare la propria terra, lasciare al vento le proprie radici, rubare l’età della dolcezza e della spensieratezza per arrivare lì, dove a causa della cattiveria di chi ha avuto tutto e non sa cosa sia l’arte della diversità, vengono considerati numeri, umiliati, privati della libertà, dell’umanità, dove gli viene tolto tutto quello per cui hanno lottato, sofferto e sperato.
Angela Cosentino
IV E Liceo Scientifico “Carlo Levi”
Sant’Arcangelo (PZ)
Articolo realizzato nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro svolta presso il
MIG Museo Internazionale della Grafica
Bibliteca Comunale “Alessandro Appella” – Castronuovo S. A. |
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