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Presenza lucana: Sherlock Holmes al letto del malato

28/01/2018

E’ stato presentato dal dott.Vincenzo Morrone (Dirigente cardiologo Ospedale SS. Annunziata di Taranto) un interessante argomento, facente parte della cartella “Quaderno Medico”, dal titolo “Sherlock Holmes al letto del malato: Analogia tra metodo investigativo poliziesco e metodo clinico”.
Il dott. Nicola Baldi (già Primario cardiologo presso l’Ospedale SS. Annunziata di Taranto) ha introdotto l’argomento, analizzando il titolo che l’autore ha dato al suo studio.
Come si realizza il procedimento diagnostico e quali analogie esso ha con un’attività d’indagine che è formulata per giungere a un’ipotesi per l’accertamento di un delitto.
Per questo i due metodi proposti dal relatore, nel titolo, hanno delle analogie interessanti.
Più volte capita di raccogliere una serie di esami, di metterli sul tavolo, e vedere, poi, quali analogie ci sono per effettuare una diagnosi. E’ questo un’inversione del processo diagnostico cui si va incontro con maggiore frequenza. E’, certamente, un problema molto grave cui occorre porre un rimedio, nel breve tempo.
In tutte gli ambiti lavorativi c’è una tendenza a sostituire l’uomo con la macchina.
Dato l’enorme costo del lavoro, si mira a una migliore razionalizzazione delle risorse umane.
Questo sta avvenendo anche nelle discipline scientifiche e in particolare nel campo medico con la presunzione che anche il medico possa essere sostituito dalla macchina.
Nell’era moderna, infatti, c’è una corsa verso la tecnologia diagnostica che, certamente, è un valido aiuto alla professione medica, ma il cervello umano è un computer inimitabile e insostituibile.
Nell’era della tecnologia, infatti, non sono pochi gli errori diagnostici se si sottopone il paziente a una serie d’indagini diagnostiche a tappeto senza favorire quelle fasi dell’indagine conoscitiva che si chiamano anamnesi ed esame obiettivo ed elaborazione dati.
La diagnosi è, infatti, il risultato di un processo logico deduttivo mutuato dalle scienze investigative usate nelle conoscenze criminologiche.
Sono comparabili le tecniche investigative del detective con quelle diagnostiche del clinico? Si
L’investigazione, di qualsiasi tipo, è un processo cognitivo atto a scegliere in base ad indizi, prove ed evidenziare la migliore strategia per ottenere la soluzione del caso.
La classe medica e, in particolare, i giovani medici, in questo modo, possono riappropriarsi del piacere dell’indagine diagnostica per svolgere il lavoro con passione e migliorare la prestazione sanitaria.
Il ragionamento logico della deduzione, induzione e abduzione non sono una scoperta recente ma è noto fin dai tempi di Aristotele (384/322) e Seneca (470 a.C. / 399 a.C.)
Il detective e il medico hanno la stessa finalità: identificazione di un colpevole che può essere l’assassino per il detective e la malattia per il medico.
Per fare questo, ambedue hanno bisogno di recuperare, archiviare e gestire una massa di dati e informazioni.
Diventa allora importante
1) saper interrogare e raccogliere dati passati e recenti,
2) saper cogliere i segni derivanti dall’osservazione di una persona (semeiotica medica) o della scena del crimine,
3) utilizzare nella giusta maniera esami strumentali e linee guida
A conferma di quest’analogia si trovano testimonianze nella letteratura, nel cinema e nella televisione.
Nel campo della letteratura ricordiamo il romanzo poliziesco nato con Edgar Allan Poe e poi sviluppato da Arthur Conan Doyle (1859-1930), un medico che imparò da un altro clinico, Joseph Bell, la tecnica della investigazione in medicina. Quest’abilità fu trasformata, poi, in arte dell’investigazione poliziesca con l’invenzione del detective Sherlock Holmes, protagonista costante del suo filone letterario del giallo classico.
Si tratta di un abile detective, investigatore raffinato e benestante, capace di dare una svolta ai casi criminali per la sua capacità à di attenzione ai dettagli sulla scena del crimine. Nel giallo classico lo scrittore lancia una sfida al lettore per l’individuazione del colpevole di un reato.
Nello stesso tempo, la costante scoperta del colpevole, con il trionfo della giustizia, rappresenta il messaggio morale.
Sherlock Holmes diventa poi l’ispiratore per Nero Wolfe (1934) di Rex Stout (1886-1975) e per Hercule Poirot di Agatha Christie (1890-1976) scrittrice britannica autrice del famoso giallo “ Assassinio sull’Orient Express “.
Negli anni trenta poi si assiste al superamento del giallo classico sia in USA e sia in Europa.
In America lo scrittore Raymond Chandler inventa Philip Marlow, un detective non più aristocratico ma duro bevitore che opera in uno sfondo ambientale degradato e non più in un ambiente aristocratico come nel giallo classico.
In Europa Georges Simenon (1903-1989) porta alla ribalta il Commissario Maigret che lavora sullo sfondo dei quartieri popolari di Parigi.
L’elenco può continuare nel campo della letteratura con il Commissario Montalbano di Andrea Camilleri (1994) interpretato nella serie televisiva da Luca Zingaretti la cui caratteristica è intuita e razionalità alla base della sua abilità investigativa.
Sempre nel campo televisivo ricordiamo il tenente Colombo (di Levinson e Link), tenente di polizia italo-americano, interpretato da Peter Falk. (sugli schermi televisivi dagli anni ’70 al 2004.
In questo caso è ribaltata l’impostazione classica del giallo inglese; infatti, lo spettatore conosce l’assassino fin dalle prime battute mentre il meccanismo sta nel capire come il detective riuscirà a smascherarlo.
La serie televisiva che più esprime l’analogia tra investigazione medica e poliziesca è quella che ha occupato gli schermi televisivi negli anni 2004-2012: Dr. House interpretato dall’attore Hugh Laurie.
Tratta di un medico dotato di capacità deduttive notevoli; ogni episodio è un giallo medico scientifico ispirato ai gialli di Sherlock Holmes.
Le qualità insite in un detective o un medico sono, capacità di:
• osservazione,
• ricostruzione ambientale e psicologica,
• ragionamento logico,
• cogliere le incongruenze,
• cultura, ostinazione, tenacia.
La medicina è anche arte che significa illuminazione razionale conseguenza di una competenza tecnica, attenzione, precisione.
I giovani medici di oggi devono quindi riappropriarsi del ragionamento diagnostico proprio nell’era in cui questo è in crisi per via della notevole azione tecnologica.
Sarà salutare per il paziente, per il professionista e per l’economia.
Senza contare l’influenza positiva sul rapporto umano medico paziente.
Al dibattito finale hanno preso parte il dott. Angelo Albano e Michele Lonoce.
Come ogni settimana, all’inizio della conferenza, nell’ambito del rapporto Scuola Liceo Musicale Archita e Associazione Presenza Lucana il Maestro Paolo Battista ha accompagnato due allievi, al primo anno di violino, nella presentazione di due brani Duetto per violino N°3 e 4 di Charles Dancla. E’ stata ricordata nella presentazione: La Giornata della memoria”.

Michele Santoro
da Sintesi Relazione
Dott. Vincenzo Morrone



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