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Proiettato a Senise il mediometraggio 'Marcellino pane e vino' |
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11/12/2017 | Nel pomeriggio di domenica 10 dicembre 2017, nella sala consiliare del Complesso San Francesco di Senise, è stato presentato e proiettato il mediometraggio “Marcellino Pane e Vino”, che si rifà al film spagnolo del 1955 diretto da Ladislao Vajda, tratto dal romanzo di Jose’ Maria Sanchez Silva il cui autore si è ispirato ad una storia realmente accaduta. Il lavoro nasce da un progetto dell’istituto scolastico ‘Nicola Sole’ di Senise e indirizzato agli alunni frequentanti le classi a tempo prolungato per realizzare un laboratorio cinematrografico, finalizzato all’introduzione dei ragazzi al linguaggio e alla realizzazione di cortometraggi. Tutto il lavoro è stato realizzato dal regista di origini senisese Pietro Giuseppe D’Aranno, con la collaborazione di Roberta Santarcangelo e Gina Francese. Gran parte del mediometraggio è stato girato nel Monastero di Santa Maria d’Orsoleo di Sant’Arcangelo , situato sulle colline del Medio Agri, restaurato in un bellissimo museo dalle tecnologie d’avanguardia . E parte degli interni sono stati girati nel comune di Senise. La sceneggiatura è stata riadattata dal regista e da Roberta Santarcangelo rispetto al testo originale, con l’aggiunta di due importanti e carismatiche figure femminili“Madre Teresa di Calcutta” e il premio Nobel per la pace Malala.
Parterre gremito con la presenza del sindaco Rosella Spagnuolo,la vicepreside Maria Pastore e l’assessore alla cultura Lucia Finamore di Sant’Arcagelo. Sul palco anche i protagonisti : Marcellino interpretato dal piccolo Antonio Falco e tutti i bambini che hanno interpretato la comunità dei frati. Il mediometraggio, della durata di circa 40’, è stato girato in bianco e nero avvalendosi della collaborazione di Cinzia D’Angiolillo per la colonna sonora e le musiche originali di Luca Fabrizio. Inoltre Giovanni Ragone per la fotografia, Esmeralda Da Ru aiuto regista.
Alla fine della proiezione abbiamo incontrato il regista D’Aranno a cui abbiamo chiesto di parlarci di alcuni momenti lavorativi e dell’introduzione nella sceneggiatura di due figure carismastiche dei nostri tempi come Madre Teresa di Calcutta e il premio Nobel per la pace Malala.
“Il film dura molto di più ed io ho dovuto frammentare la sceneggiatura. Ho scelto le scene più importanti per portarlo alla lunghezza di mediometraggio e senza difficoltà ho continuato il mio lavoro anche perché la storia si racconta da sola. Con i ragazzi ci sono stati dei momenti facili e dei momenti difficili. Sui ragazzi, e in particolare su Marcellino, ruolo chiave del film, ho cercato di far rientrare i giovani attori nel personaggio mentre gli altri ragazzi li ho abituati a leggere non il copione ma la sceneggiatura e le difficoltà sono arrivate quando ho portato i ragazzi sul set e ho dovuto far capire loro cosa è il cinema. L’abbinamento con Madre Teresa è stata una scelta fatta con la scuola che mi ha chiesto di far lavorare tutti e così è nata l’idea di inserire, modificando la sceneggiatura di Jose’ Maria Sanchez Silva, alcune parti raffiguranti la Congregazione delle suore con la figura di Madre Teresa e Malala. Alla fine, secondo me, non abbiamo sbagliato perché si parla sempre della pace, della carità e si parla di persone a cui noi dobbiamo molto nella nostra vita. Sia Madre Teresa e sia Malala hanno sacrificato la loro vita per aiutare gli altri”.
Un mediometraggio che ancora commuove e nel quale il regista D’Aranno, soprattutto nella scena del colloquio tra Gesù e Marcellino, ha saputo conservare intatto il sentimento d’amore che scaturisce. Una scena altamente teologica: la messa non è una cena ma il sacrificio incruento del Golgota. Non a caso, Marcellino toglie dal capo di Gesù la corona di spine, domandando: «Ti faceva molto male?». «Moltissimo», risponde il Signore, ringraziandolo.
Nessuno si cura più di consolare il Signore, così tanto offeso dai nostri peccati. Marcellino, invece, è pieno di premure per Gesù: gli porta anche una coperta affinché non senta freddo. Commovente la scena in cui Marcellino e Gesù parlano delle mamme e di quanto amino le proprie. Guardate e meditate, perché aiuta a capire il rapporto di confidenza con Cristo Gesù. I cristiani devono essere i confidenti di Gesù, soprattutto per il bene dei fratelli. Pensate al finale del film.
L’unica vera morte dignitosa, sia per i giovani che per gli anziani, sia per i sani che per i malati, è la “buona morte”: morire tra le braccia di Cristo, grazie al dono degli ultimi sacramenti, che solamente i sacerdoti e la Chiesa possono dare.
Vincenzo Terracina
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