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Basilicata sempre più...set: "C'era una volta" |
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16/05/2012 | In un paese del sud Italia, che veste i panni seicenteschi, sotto la dominazione spagnola, vive la splendida Isabella, popolana abilissima in cucina che vive di piccoli espedienti. Amico della ragazza è un frate, Giuseppe da Copertino, un monaco che svolazza sui tetti del convento e che di lì a poco morirà. Un giorno, vestito in panni borghesi, capita da quelle parti il principe (interpretato da Omar Sharif) che, invaghitosi immediatamente di Isabella, per metterla alla prova le chiede di preparargli sette gnocchi, sotto consiglio di Fra Giuseppe. Dopo vari battibecchi e dopo averle rivelato la propria identità, tra lui ed Isabella scoppia l’amore, ma a causa dell’intervento dei soldati spagnoli, mandati in paese dal re suo padre, il principe è costretto a tornare al suo palazzo. Isabella si presenta al palazzo e vi viene assunta come lavapiatti, pur di stare vicino al suo amato, dal quale si fa rintracciare grazie ad una striscia di farina che dalla camera da letto di lui conduce alla cucina, dove lei si trova. Ma egli non potendo sposare una popolana, la eleva al rango immaginario di Principessa del feudo di Caccavone. A questo punto il principe bandisce una gara: tra varie pretendenti di sangue blu, solo colei che romperà meno piatti durante il lavaggio, potrà sposarlo. Nel frattempo, l’incantesimo di una strega trasformerà in pulcini le mille uova che sarebbero dovute servire per preparare un’enorme frittata. Sicuro della vittoria della sua Isabella, il principe assiste alla gara; ma la malvagia principessa di Altamura, con l’aiuto di un anello tagliente, ha rotto vari piatti di Isabella prima dell’inizio. La poverina, uscendo sconfitta, fugge via piangendo tra i biasimi del suo amato. Arrivata alla spiaggia le viene in soccorso il Beato Giuseppe da Copertino che, rivelatole l’inganno, la incoraggia a non darsi per vinta. Ritornata travestita al palazzo, invaso di gente per il matrimonio del principe, Isabella smaschera pubblicamente la rivale, potendo così riunirsi al suo amato. Il film, fortemente voluto dal produttore Carlo Conti, ingaggiò un Omar Sharif ancora sulla cresta dell’onda per “Il dottor Zivago”; al suo fianco una straordinaria Sophia Loren più selvaggia e meno disincantata dell’appena ventenne de “L’oro di Napoli”; alla regia il poco più che quarantenne Francesco Rosi, che sceglierà ancora la Basilicata come set per i suoi film. Numerose sono state le location per le riprese: le scene di Giuseppe Da Copertino nel Tavoliere delle Puglie, Matera, La Certosa di Padula (il Palazzo del Principe) è legata all’episodio, realmente accaduto, della frittata di mille uova: nel 1535, di ritorno dalla battaglia di Tunisi, Carlo V sostò alla Certosa di Padula con tutto il suo seguito, e per essi i monaci prepararono un buffet comprendente, appunto, la frittatona.
Il film è ispirato ad alcune novelle del Pantanerone di Giovan Battista Basile. Uno dei primi film-inchiesta di Rosi che nel 1967 denuncia la società del nostro paese, abbozzata in modo essenzialmente favolistico.
Nicoletta Fanuele |
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