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‘Non se cogghie u petresine allu scure’ |
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6/10/2017 | (Non si raccoglie il prezzemolo di sera quando e’ buio)Era questa una norma sacrosanta sancita dalle nostre nonne alle figliole che iniziavano a cucinare per la famiglia. Tutto ciò era legato al fatto che insieme al prezzemolo, ricco di vitamine A, C, K e complesso B, poteva crescere anche una erba velenosa, c.d.falso prezzemolo che, altro non era, cicuta, la quale poteva provocare danni molto gravi. Nei nostri paesi in Basilicata, dove l’assistenza medica era limitata, una eventuale intossicazione doveva essere risolta in famiglia. Infatti, con il prezzemolo può crescere anche la CICUTA (conium maculatum,) simile a questo, ma velenosa, che provoca problemi digestivi, cefalee, diminuzione della forza muscolare ed infine una paralisi (se ingerito in grande quantità), tali effetti sono determinati dalla presenza di una neurotossina. Le nostre nonne lo conoscevano bene e quando lo individuavano lo estirpavamo, ma qualche pianticella poteva ricrescere.
Questo era il motivo per cui il prezzemolo si raccoglieva di giorno, in piena luce e sicuri di non aver raccolto altro. Mi è venuto in mente questo aneddoto, che sentivo da bambino, ed oggi leggendo il giornale Corsera, ho potuto constatare che la Mandragora, simile allo spinacio, ha contaminato questa verdura surgelata, per cui vi sono stati degli intossicati, motivo per cui le autorità hanno dovuto ritirare dagli scaffali, di numerosi supermercati, le confezioni contaminate.
Con il prezzemolo si confezionava il Vino aromatico – Si preparava facendo macerare nel mosto per 40 giorni una o più erbe aromatiche, racchiuse in un sacchetto di tela (calamo, nardo, croco, cassia, ecc.) si usava come bechico e diuretico. Si preparavano anche vini con pepe, salvia, apio, finocchio, prezzemolo, elleboro, scamonea.
*** Riporto la voce “pətrəsinə”, da “Espressioni Dialettale, Modi di Dire, Detti Santarcangiolesi”, di G. N. Molfese.
pətrəsinə: sost., prezzemolo, greco πετροσέλινον, appartiene alle ombrellifere (petroselinum sativum vel ortense). Componente principale del prezze¬molo è l’apiolo. Si estrae per raffreddamento e centrifugazione. E’ un potente emmenagogo: favorisce le mestruazioni. Il prezzemolo è adatto ad accompagnare ogni tipo di erba. In Francia è di cattivo augurio pian¬tare il prezzemolo. In Basilicata è un’erba che è servita a dare sempre sapore a tutte le minestre. Pətrəsinə ogni mənestrə. E’ noto anche come pianta velenosa; viene fatto un decotto che procura l’aborto e talvolta la morte. E’ anche simbolo della morte che annuncia l’inizio di una nuova vita. Questa pianta ha una doppia identità. Gli ebrei festeggiano la Pasqua dove un pasto principale è con foglie di prezzemolo. E’ l’inizio di una nuova vita perché è la prima pianta che germoglia in primavera e sta ad indicare una rinascita spirituale. Per i Greci la pianta era legata al mito di Ofelte da cui derivò il mito del presagio nefasto. Per onorare la memoria degli eroi il prezzemolo veniva piantato come ornamento delle tombe, ne venivano fatte corone, ghirlande da porre in testa ai vincitori delle gare atletiche. Prezzemolo è detto anche cicuta aglina: Aethusa cynapium.
Antonio Mofese
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