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Nel Parco del Pollino e a Rotonda un corso per Guide Escursionistiche AIGAE

4/10/2017

In questi giorni, e fino a sabato prossimo, Rotonda e il Parco Nazionale del Pollino sono sedi di un corso che durerà fino a dicembre, organizzato da “CULTURANATURA”, per l’inserimento nel Registro nazionale delle GAE (Guide Ambientali Escursionistiche) ed iscrizione ad AIGAE (Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche, che collabora e supervisiona le attività didattiche), al quale sono stati ammessi 35 discenti provenienti dalla Puglia, Campania, Calabria e, appunto, Basilicata. AIGAE oggi conta oltre 3.000 soci su tutto il territorio nazionale e dal 1992 aggrega, rappresenta, tutela e divulga la professione di GAE. È l’unica Associazione Professionale delle GAE ai sensi della legge 4/2013 (che regola le professioni non organizzate in ordini o collegi), e da luglio 2014 è anche iscritta negli elenchi ufficiali del Ministero dello Sviluppo Economico, che riconosce questo corso.
«La nostra professione – osserva Nino Martino, di “CULTURANATURA” e responsabile del corso – consente sempre maggiori sbocchi occupazionali. Chiaramente bisogna che ci sia una connessione tra domanda e offerta e, quindi, trovare le persone giuste. La metà di coloro che hanno frequentato il nostro corso precedente in Campania, ed erano 29, ha trovato lavoro. Ho ricevuto più di 180 telefonate di gente che voleva prendere parte a questo e per arrivare alla selezione finale abbiamo esaminato 75 domande».
Il corso si svolge in collaborazione con: Legambiente, Aidap, Parco nazionale dell’Appennino lucano – Val d’Agri – Lagonegrese, Parco Nazionale del Pollino, Parco Nazionale dell’Aspromonte, Parco Nazionale della Sila, Parco Nazionale del Cilento – Vallo di Diano – Alburni e con i Comuni di Rotonda, Frascineto e Sasso di Castalda. Per essere ammessi non sono richiesti requisiti particolari. «Parliamo di un mestiere tendenzialmente di fascia elevata. È sufficiente il diploma, ma la richiesta di partecipazione arriva sempre maggiormente da laureati. È necessario avere una certa padronanza di linguaggio e magari conoscere anche le lingue».
L’attività professionale della guida ambientale escursionistica (detta anche guida naturalistica), accanto all’illustrazione degli aspetti ambientali, naturalistici, antropologici e culturali del territorio con connotazioni scientifico – culturali, prevede anche la progettazione, programmazione e svolgimento di laboratori ed iniziative di didattica, educazione, interpretazione e divulgazione ambientale, anche affiancando, in campo scolastico, il corpo insegnante. Sono escluse dall’ambito professionale di una guida ambientale escursionistica tutte le attività e i percorsi che richiedano l’uso di attrezzature e di tecniche alpinistiche quali corda, piccozza e ramponi.
Le fasce di età sono diverse. «Andiamo dai 19 anni ai 50 e oltre. C’è chi lo sceglie per mestiere, ma ci sono anche tanti che lo fanno perché vogliono vivere immersi nella natura, o in quanto hanno maturato una tale conoscenza dei beni culturali e ambientali da volerla trasmettere agli altri. Inoltre, molto spesso, questo genere di corsi rappresentano una legittimazione di attività di gruppi e associazioni diciamo “borderline”, che grazie a noi possono emergere nelle legalità da situazioni che prima non lo erano».
Altra sede all’interno del Parco Nazionale del Pollino sarà Frascineto, cui seguiranno Lorica sulla Sila e Sasso di Castalda nel Parco Nazionale dell’Appennino Lucano. Chi verrà ritenuto idoneo sarà ammesso all’esame finale. «Il fulcro del corso – spiega ancora Martino – è rappresentato dalla sicurezza, l’accompagnamento in sicurezza, la didattica, l’educazione ambientale e culturale. Per fare questo mestiere non basta essere laureati in Scienze Naturali, ma bisogna saper trasferire agli altri le proprie conoscenze. Noi ci avvaliamo di docenti scelti tra le guide con il più elevato tasso possibile di esperienza e conoscenza del territorio di riferimento e con loro tendiamo a formare delle guide un po' diverse, facendo leva anche sull’apprendimento sensoriale. Ad esempio, bendiamo i corsisti in modo che possano vivere la natura con i sensi che usiamo meno. Facciamo delle cose un po' diverse, mutuate da tecniche americane che abbiamo portato in Italia perché vogliamo affascinare le persone.
Se io impartisco una lezione nella quale spiego tutto quanto concerne una pianta o un albero, al momento può interessare ma l’indomani verrebbe dimenticata. Invece, se io descrivo la capacità di resistenza di un pino loricato nell’attimo esatto in cui lo mostro, magari mentre lo si osserva da una prospettiva o in un momento particolare, quando ci si sente soli e abbandonati in una grande città forse si avrà voglia di tornare da quel pino loricato».

Gianfranco Aurilio
lasiritide.it
(Foto da pagina Facebook CULTURANATURA)



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