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'Un giorno da segnare': viaggio nel cinema tra silenzio ed emozioni |
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25/09/2017 | Quando le parole mute sono strumento di emozioni; quando le vedi impresse su un telo bianco o attraverso dita veloci. Non un semplice “cinema muto”, senza voce – come potevano essere le prime bobine cinematografiche, fino a un secolo fa; ma un festival dedicato alla cinematografia per sordi fatto da sordi e da udenti che si (pre)occupano di dare voce a questa sordità. Questo è stato il Festival “Un giorno da segnare”, svoltosi tra Venosa e Matera nel fine settimana appena trascorso: quale occasione migliore per parlare di cinema, arte e accessibilità se non all’interno delle Giornate Europee del Patrimonio (GEP), promosse dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, con lo scopo di far conoscere il patrimonio culturale, valorizzarlo nelle sue infinite differenze e sfumature, tanto da far sentire il cittadino parte attiva, viva, della salvaguardia di quella ricchezza storico-culturale appartenente all’Europa. Cinema e accessibilità, patrimonio monumentale e accessibilità: un incontro che s’è incastrato alla perfezione, e che ha lasciato la sua eco all’interno dell’irripetibile Incompiuta di Venosa e della Chiesa della Madonna del Carmine di Matera. Alla sua seconda edizione, il Festival “Un giorno da segnare” abbatte ancora una volta i muri dell’inaccessibilità e restituisce il cinema a tutti: ed è l’intreccio di mani tra la venosina Associazione Vicolé e il Cinedeaf – unico Festival Internazionale del Cinema Sordo in Italia, prodotto dall’Istituto Statale per Sordi – che ha permesso la demolizione di questo ostacolo sensoriale, di questa apparente e pregiudizievole distanza tra il mondo dei non udenti e quello degli udenti. Un nuovo spazio-tempo “fatto dalle persone per le persone”, come scrive Cinedeaf; così come i beni culturali sono le persone stesse – a detta di Marta Ragozzino, direttore del Polo Museale della Basilicata: sono loro il dinamismo dei monumenti; e la Storia, l’Arte, devono poter insegnare a tutti, senza impedimento alcuno.
Il Festival “Un giorno segnare” presenta la dimensione del cinema sordo – questa dimensione parallela, ma non lontana – attraverso pellicole cinematografiche realizzate direttamente da registi sordi grazie al supporto di Cinedeaf, per far conoscere al pubblico il dinamismo di una delle principali realtà presenti in Italia (ahinoi, non ancora riconosciuta in tutto il Paese!). “Dobbiamo imparare a mangiarla la Cultura, perché è vita”: con le sue mani energiche, nervose, Deborah Donadio – membro del Comitato organizzativo del Cinedeaf – ha catturato il palco lucano, catapultandolo ferocemente in questo nuovo mondo fatto di elettricità. La stessa che passava attraverso le braccia, le mani e l’espressione dell’emozionante artista toscano Nicola Della Maggiora: il suo linguaggio, per mezzo della Visual Vernacular (lingua internazionale comprensibile da tutti, perché resa concreta con effetti tipici del linguaggio cinematografico), ha incantato gli occhi dei presenti che hanno condiviso un unico grande linguaggio. Occhi e cuori aperti per un codice silenzioso ma urlante, che ha portato tutti sullo stesso piano emozionale. Partner dell’evento “E.L.D.A.I.F.P.” e Consorzio “ELIS”, ente di formazione e realtà no-profit; la Fondazione “Lucana Film Commission”; “Borgo d’Autore”, Festival venosino del Libro e dell’Editoria e “Materamare”, germoglio di un seme che era lavoro di ricerca sull’accessibilità della città di Matera che oggi è divenuto regionale.
Team e volontari di Vicolé e Cinedeaf hanno messo in piedi una due giorni di studi dedicati alla cinematografia per sordi che hanno visto proiettate anche due pellicole lucane, “Portrait of a Land” e “The Prince of Venusia” dell’artista Silvio Giordano: da una parte, il cinema come mezzo per combattere il disagio e prevenire ogni forma di marginalizzazione; dall’altra, la valorizzazione turistico-territoriale coniugata ad iniziative di tipo culturale e sociale. Mentre la quarta edizione dell’International Deaf Film Festival ci attende, al Museo MAXXI di Roma (progettato dalla futuristica Zaha Hadid) il 17, 18 e 19 Novembre 2017. Un’intrecciatura tra spiriti e mondi pulsanti – quello lucano e quello nazionale, quello non udente e quello udente – che hanno viaggiato lungo la vibrazione dell’esperienza emozionale, fatta di gesti e di suono; fatta di uniche sensazioni.
Marialaura Garripoli
foto di Angela Grieco
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