 A Natale, davanti ai cancelli di PMC e Tiberina, ci sono ancora gli operai: non numeri, non “esuberi”, ma persone, famiglie e dignità. Raccontano di essere lasciati soli, in balia di Stellantis, che ha deciso di internalizzare il lavoro, sottraendolo alle aziende dell’indotto. Oggi sono circa 90 famiglie in PMC, 130 in Tiberina e altre 60 in Brose a rischiare di rimanere senza reddito e senza certezze. “Con la cassa integrazione si vive di rinunce”, raccontano alcuni, mentre altri sottolineano: “Ho diritto a lavorare. Ho fatto mie le parole del Vescovo di Melfi: quando la causa è giusta, protestare non è solo legittimo, ma un dovere”. Gli operai denunciano politiche scellerate, un governo che non ascolta, una regione che non interviene. Raccontano conti impossibili da chiudere: stipendi ridotti, spese universitarie, bollette da pagare. “Per me questo sarà il Natale peggiore dei miei 58 anni”, dice uno di loro. Il Vescovo ricorda che quando il lavoro viene meno non crollano solo i bilanci, crollano le persone. E i lavoratori chiedono responsabilità e azione concreta: perché il lavoro è dignità, sicurezza, futuro, e non può essere svenduto in nome di interessi economici. Questo Natale, davanti ai cancelli, si manifesta la protesta e la speranza: dignità e giustizia devono tornare al centro.
lasiritide.it

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