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Maratea ricorre al TAR contro la concessione del porto: ''Difendiamo l’interesse pubblico''

10/07/2025



Con delibera n. 90 del 9 luglio 2025, la Giunta Comunale di Maratea ha deciso all’unanimità di ricorrere al TAR della Basilicata contro il provvedimento regionale che rigetta le opposizioni del Comune all’affidamento in concessione dell’intero porto turistico. Il Sindaco, con mandato pieno e condiviso dalla maggioranza, difende l’interesse pubblico e il futuro della città, denunciando una decisione che escluderebbe il Comune dalla gestione di un’infrastruttura strategica. La scelta di privatizzare il porto contrasta con il ruolo fondamentale che esso ricopre per lo sviluppo, la tutela ambientale e la fruizione pubblica. Maratea non può essere estromessa dal proprio destino.
Di seguito la nota integrale a firma del sindaco di Maratea.

Con Delibera di Giunta Comunale n. 90 del 09.07.2025, l’Amministrazione Comunale di Maratea ha dato mandato al Sindaco di ricorrere al TAR di Basilicata, per impugnare il provvedimento del Dirigente Generale dell’Ufficio Demanio Marittimo della Regione Basilicata che ha rigettato i motivi di opposizione all’avviso pubblico relativo all’affidamento dell’intero porto turistico della Perla del Tirreno, nonché gli atti presupposti e conseguenti.
Si tratta di un atto necessario, preso all’unanimità dalla Giunta e con il consenso convinto e granitico di tutto il gruppo di maggioranza, a salvaguardia degli interessi preminenti della comunità marateota, che si vedrebbe spogliata del suo principale asset, strategico per il suo sviluppo e complementare all’istituenda Area Marina protetta, oltre che a tutela dell’interesse pubblico nella sua più ampia connotazione.
La speranza era quella di veder annullato in autotutela dalla Regione Basilicata l’avviso pubblicato il 23.12.2024, già solo per la macroscopica forzatura di voler ridurre le 12 concessioni di punti ormeggio esistenti ad un’unica concessione portuale e di quintuplicare la superficie in concessione (da 16 mila mq ad oltre 73 mila mq….) sino a ricomprendere l’intera infrastruttura portuale (intero specchio acqueo, molo nord, molo sud, banchine, spiagge e camminamenti). Sembrava trattarsi di un atto meramente tecnico, nell’imminenza della scadenza delle concessioni esistenti, in uno scenario normativo repentinamente mutato, necessario al fine di fronteggiare la stagione estiva 2025, con le dovute e necessarie proroghe ai vecchi concessionari, per poi ridiscuterne, nei dovuti tempi e con la partecipazione almeno dei soggetti pubblici più direttamente interessati (cioè il Comune di Maratea e la Capitaneria di Porto), su quali fossero le scelte migliori per il locale porto e per il territorio.
Così non è stato.
Il Comune di Maratea si è formalmente opposto al rilascio della concessione dell’intera infrastruttura portuale, chiedendo l’annullamento della procedura, illegittima sotto più profili.


L’Amministrazione comunale ha contestato:

1. la manifesta illegittimità della procedura, poiché, non trattandosi della concessione di meri punti di ormeggio, ma dell’intera infrastruttura portuale, la Regione non è l’autorità competente al rilascio;
2. la privatizzazione dell’intera infrastruttura portuale, conseguente al rilascio di una concessione comprendente l’intero specchio acqueo e la gran parte delle opere a terra (moli, spiagge, banchina, etc..);
3. la sottrazione di spazi alla fruizione pubblica, essendo ricompresi nella concessione la grandissima parte degli spazi da sempre oggetto di libera fruizione da parte della collettività (moli, piazze, spiagge e banchina);
4. la violazione della destinazione vincolata del molo nord, che non può essere oggetto di concessione, stante la tipologia di imbarcazioni che vi ormeggiano, gratuitamente e per legge;
5. l’aver ignorato le criticità infrastrutturali esistenti, connesse all’ordinanza interdittiva dell’avamporto;
6. l’incompatibilità della concessione dell’intera infrastruttura portuale con l’istituenda Area Marina Protetta, poiché la concessione dell’intero specchio d’acqua dell’area portuale impedirebbe o, comunque, limiterebbe le attività dei mezzi nautici, a cominciare da quelli dell’ente gestore della riserva marina;
7. l’assenza di pianificazione degli ormeggi all’interno dell’area portuale, considerato che le vecchie concessioni sono sorte “spontaneamente” nei decenni scorsi ed ora sarebbe stato il momento di pianificare seriamente i punti di ormeggio.
L’Ufficio demanio marittimo, con il contestato provvedimento del 20.06.2025, ha rigettato le osservazioni con clausole evidentemente di stile, perdendo di vista il faro dell’azione amministrativa della tutela dell’interesse pubblico, arrivando addirittura ad esprimere giudizi, non previsti, non richiesti, non dovuti e ancor meno graditi sull’istituenda Area Marina Protetta, che, invece, ha ricevuto il plauso unanime, tra gli altri, della III Commissione Consiliare Permanente della Regione.
Alla luce di tutto quanto sopra, è evidente che l’Amministrazione Comunale non può rimanere inerme ed ha deciso di impugnare tutti gli atti emanati dall’Ufficio in questione.
Siamo di fronte ad un clamoroso caso di estromissione totale del territorio dai processi decisionali e di disprezzo dell’interesse pubblico in generale. Si tratta di una vera e propria “occupazione” del territorio. La stessa scelta di affidare ad un privato l’area portuale, quand’anche non fosse affetta dai profili di illegittimità di cui sopra, sarebbe una scelta miope, in totale controtendenza rispetto a quanto accade in tutti i porti pubblici italiani, affidati ai Comuni rivieraschi.
Da decenni, ormai, il Comune di Maratea realizza opere sull’infrastruttura portuale, anche senza avere il trasferimento delle relative risorse, supplendo alle deficienze dell’Ufficio Demanio Marittimo, che si arroga solo il diritto di assumere decisioni sulla “pelle” della Città.
In queste settimane stiamo ultimando i lavori del primo lotto di messa in sicurezza del molo nord e stiamo per realizzare l’impianto antincendio nell’avamporto, la cui persistente mancanza avrebbe provocato l’impossibilità per circa duecento natanti di essere accolti in porto. Stiamo per approvare i lavori del secondo lotto della messa in sicurezza di entrambi i moli e di realizzazione di una passeggiata panoramica, da sempre agognata dai residenti e dai turisti. Nei prossimi mesi dovremmo ricevere, da altri uffici regionali, il finanziamento per realizzare un’isola ecologica meccanizzata, che risolva i problemi della raccolta dei rifiuti in ambito portuale, e dovrebbe uscire il bando per la realizzazione, sul molo nord, dei tanto attesi ripari di pesca per la nostra flotta di pescatori.
Quanto sopra è incompatibile con la concessione dell’infrastruttura portuale ad un privato. Dopo aver investito una decina di milioni di euro di soldi pubblici per la messa in sicurezza ed il miglioramento dell’unico porto pubblico della nostra regione, lo si vorrebbe dare in concessione ad un privato per un paio di centinaia di migliaia di euro all’anno, sottraendolo all’uso pubblico.

Maratea è di tutti e deve rimanere di tutti !
Tutto ciò non è tollerabile. Di quanto sta accadendo abbiamo informato Il Presidente della Giunta regionale e gran parte dei gruppi consiliari di maggioranza, trovando la loro comprensione, oltre che la non condivisione dell’idea di privatizzare il nostro porto.
Confidiamo a questo punto, non tanto nella via giudiziaria, che rimane sempre l’extrema ratio, ma in un pronto intervento del Presidente Bardi e della sua Giunta, formalmente investiti della questione, con il vivo auspicio che si possa evitare di arrivare al prevedibile durissimo scontro tra la comunità di Maratea e la Regione Basilicata.
Maratea, 10 luglio 2025

Il Sindaco
Avv. Cesare Albanese




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