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DIA: Puglia e Basilicata tra evoluzione dei clan e nuove strategie

27/05/2025



Nel 2024 la Direzione Investigativa Antimafia (DIA) ha registrato una preoccupante evoluzione della criminalità organizzata in Puglia e Basilicata, dove si consolidano vecchi equilibri mafiosi e si affacciano nuove dinamiche operative.


In Puglia, la criminalità mafiosa continua a manifestarsi in forme tradizionali e al contempo inedite. Il modello federato della “quarta mafia” foggiana, le propaggini dei clan baresi e l’operatività delle organizzazioni salentine mostrano una crescente autonomia e una sempre maggiore capacità di penetrazione nel tessuto economico, soprattutto nel settore turistico e agroalimentare. L'estorsione, anche attraverso modalità "silenziose", e il traffico di droga restano i cardini dell’economia criminale pugliese, mentre aumentano gli episodi di violenza e i segnali di pressione sulle attività produttive.


 


In Basilicata, seppur in misura minore rispetto ad altre regioni, l’infiltrazione mafiosa si manifesta attraverso collegamenti con le mafie campane, pugliesi e calabresi, con particolare attenzione ai settori dell’edilizia, dei rifiuti e degli appalti pubblici. La regione lucana, spesso considerata un territorio “di passaggio” o di retrovia, è invece sempre più soggetta a forme di colonizzazione economica mafiosa.


Le interdittive antimafia emesse dalle Prefetture hanno riguardato aziende sospettate di legami con ambienti criminali, a dimostrazione della necessità di un controllo costante.


La DIA evidenzia inoltre come Puglia e Basilicata, pur nella loro differente intensità mafiosa, siano accomunate da un rischio crescente: la contaminazione dell’economia legale, soprattutto in relazione ai fondi del PNRR e agli investimenti pubblici, diventati obiettivi strategici per le consorterie mafiose. Il rapporto sottolinea anche l’importanza dell’attività preventiva, con un ruolo centrale delle Prefetture e dei Gruppi Interforze, che svolgono un’azione di filtro cruciale per impedire l’infiltrazione mafiosa nei contratti pubblici.


 


In sintesi, il documento della DIA restituisce l’immagine di un Sud complesso, dove le mafie non si limitano più alla violenza, ma puntano alla mimetizzazione, all’inquinamento dell’economia e alla collusione con settori deviati delle istituzioni. Un allarme chiaro, che impone risposte rapide e coordinate.


 


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