Nella mattinata odierna, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Potenza, i Carabinieri del Comando Provinciale di Potenza, con il supporto dei Comandi Provinciali territorialmente competenti, hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Potenza, su richiesta della locale D.D.A., nei confronti di 17 persone, in prevalenza originarie della Val d’Agri. L’operazione ha avuto luogo nei comuni di Viggiano, Villa d’Agri di Marsicovetere, Potenza, Picerno, Tito, Foggia, Massa Carrara e Roma. Le misure cautelari disposte sono:
8 ordinanze di custodia cautelare in carcere,
7 arresti domiciliari,
1 obbligo di dimora,
1 sospensione dall’esercizio di pubblici uffici e servizi per la durata di 12 mesi.
Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Uno di essi è inoltre accusato di accesso abusivo alla banca dati della MCTC e peculato d’uso, in qualità di pubblico ufficiale. L’indagine ha preso avvio nell’ottobre 2022, a seguito di riscontri emersi da un’altra attività investigativa condotta dal Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Viggiano.
Attraverso intercettazioni telefoniche, ambientali e servizi di osservazione e pedinamento, è stato possibile delineare l’operatività di due distinte organizzazioni criminali, attive rispettivamente nella Val d’Agri e nell’area di Picerno e zone limitrofe, compreso il capoluogo. Le attività investigative hanno consentito: l’arresto in flagranza di 9 persone per reati legati a detenzione e spaccio di droga; il deferimento in stato di libertà di 4 soggetti per gli stessi reati; la segnalazione di 18 persone quali assuntori di sostanze stupefacenti; il sequestro di 2 kg di hashish, 65 grammi di cocaina, quantità di marijuana e boccette di metadone. In totale, sono stati ricostruiti oltre 600 episodi tra spaccio e detenzione illecita di stupefacenti. Le indagini hanno anche permesso di individuare le principali zone di approvvigionamento, localizzate tra le province di Foggia e Salerno. Uno degli indagati avrebbe inoltre beneficiato del supporto di un parente, pubblico ufficiale, il quale, attraverso accessi indebiti alla banca dati della Motorizzazione Civile, forniva informazioni riservate su veicoli sospetti e lo accompagnava con un mezzo di servizio per scopi privati. Tutti gli indagati sono attualmente a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Si ricorda che, fino a eventuale sentenza definitiva di condanna, vige per ciascuno la presunzione di innocenza. Le indagini sono tuttora nella fase preliminare e i fatti contestati dovranno essere oggetto di approfondito esame processuale, nel pieno rispetto del contraddittorio.