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L’Università degli Studi della Basilicata ricorda il suo padre fondatore

11/03/2025



Il 30 luglio 1982 veniva eletto primo Rettore della nascente Università della Basilicata il prof. Cosimo Damiano Fonseca. Sacerdote e professore di storia medievale, dalla sua Massafra, dove era nato nel febbraio del 1932, si era spostato prima a Napoli e poi laureato a Milano nell’Università Cattolica (1961), con il suo maestro Cinzio Violante, per divenire giovanissimo professore presso le Università di Lecce (1971) e di Bari, sino all’incarico in Basilicata nel 1982. Qui avrebbe prestato servizio per oltre 20 anni, di cui 12 come Rettore. La scelta fu quanto mai felice, perché don Cosimo coniugava le doti di studioso (un punto fermo restano i suoi studi sul Medioevo canonicale e monastico, ma anche sulla Civiltà rupestre) con quelle di instancabile animatore e promotore culturale. Doti necessarie per innestare la nuova istituzione universitaria in un territorio segnato dalle ferite del recente sisma e non facilmente penetrabile. Si muoveva tra i più isolati paesi della Basilicata e gli uffici ministeriali a Roma, luogo di passaggio a sua volta necessario per consolidare la giovane Università. L’apprezzamento per le sue qualità lo portò a diventare vice presidente della CRUI e, d’altra parte, la sua capacità di relazioni coinvolse ben presto i politici lucani che erano stati tra gli artefici della fondazione dell’Unibas, quali Vincenzo Verrastro ed Emilio Colombo. Nei 12 anni di rettorato invitò a Potenza personaggi pubblici come il pontefice Giovanni Paolo II e i presidenti della Repubblica Sandro Pertini, Francesco Cossiga, Oscar Luigi Scalfaro. Ma parallelamente teneva con regolarità le sue lezioni universitarie, affascinando gli studenti, molti dei quali ora insegnano e lavorano e in parte proseguono anche nella ricerca, dopo aver discusso con lui la loro tesi di laurea.



Tra le scelte più significative del suo rettorato si può ricordare l’impostazione del progetto per la creazione del Campus universitario di Macchia Romana, finalizzato ad aggregare le attività universitarie in un unico polo, con tutti i servizi necessari. Il percorso è stato lungo, ma sicuramente ha portato alla realizzazione di una moderna e funzionale sede universitaria, strategicamente vicina anche al polo sanitario. A rafforzare gli assi culturali lucani contribuì anche la creazione da lui voluta dell’Istituto IBAM-CNR, inizialmente dedicato agli Studi Federiciani (1985), ma dalla vocazione fortemente interdisciplinare. Il desiderio di innestare con forza i centri culturali nel territorio lo indusse a spostare una parte delle attività nel castello di Lagopesole, per sigillare nei luoghi il rapporto genetico della regione con Federico II di Svevia. Ma l’impegno regionale si tradusse anche nella fondazione, nella sede di Matera, del primo tassello istituzionale dell’Università nella città dei Sassi: la Scuola di Specializzazione in Archeologia (1990). Una scelta ancora una volta lungimirante, perché individuava in Matera il potenziale polo per i Beni Culturali, che sarebbe nato nei decenni successivi e poi consacrato con la grande opportunità di Matera 2019. Al di fuori dell’Università si distinse nella guida operativa del Centro Studi Normanno-Svevi a Bari, per la creazione del Centro Studi Gioachimiti in Calabria (1982), del Centro Studi Melitensi (1993) e da ultimo del Centro Studi sulla Civiltà rupestre della Masseria San Domenico-Savelletri (2003); mentre l’Accademia dei Lincei era diventato un luogo sempre più identitario. Nonostante l’incedere degli anni non ha mai rinunciato alle sue funzioni sacerdotali, né ha perso lo spirito critico, ma soprattutto la capacità progettuale per nuove iniziative e percorsi di ricerca: una passione per la cultura e per le costruttive relazioni umane che costituisce un lascito esemplare per chi oggi continua a operare nell’Università della Basilicata e nel mondo accademico in generale.



Il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi della Basilicata, Ignazio Marcello Mancini, i Rettori emeriti Gianfranco Boari, Francesco Lelj Garolla di Bard, Mauro Fiorentino, la Rettrice emerita Aurelia Sole e la comunità accademica tutta esprimono profondo cordoglio per la perdita del padre fondatore dell’Ateneo.




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