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Emergenza sicurezza sul lavoro: aumento delle vittime nel gennaio 2025

11/03/2025



Nel primo mese del 2025, l’emergenza legata alla sicurezza sul lavoro continua a peggiorare, con un aumento di 15 vittime rispetto a gennaio 2024 (+33,3%). Questo dato evidenzia una situazione sempre più preoccupante, con un’incidenza di mortalità significativamente più alta tra i lavoratori di alcune fasce di età e tra quelli stranieri. In particolare, la mortalità risulta essere più elevata tra i cinquantenni e sessantenni, seguiti dai giovanissimi, mentre il rischio per i lavoratori stranieri è più del doppio rispetto agli italiani. A commentare i risultati, Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, in merito alla prima proiezione sull’emergenza lavorativa del 2025, elaborata dal team di esperti dell’Osservatorio. Per Rossato, l’incidenza è il vero indicatore di rischio per i lavoratori italiani. A gennaio 2025, le seguenti regioni sono finite in "zona rossa", con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Indice di Incidenza medio, pari a 2 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori): Umbria, Trentino-Alto Adige, Calabria, Basilicata, Puglia e Piemonte. In zona arancione si trovano: Campania e Veneto. In zona gialla: Lombardia, Liguria e Marche. Infine, in zona bianca figurano: Toscana, Lazio, Sicilia, Emilia-Romagna, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Valle d’Aosta. (I grafici e i dati completi sono disponibili sul sito www.vegaengineering.com/osservatorio). Anche nel primo mese del 2025, l’Osservatorio ha analizzato le fasce di età più a rischio, sempre utilizzando l’incidenza di mortalità (per milione di occupati). Il dato più preoccupante riguarda i lavoratori più esperti, in particolare quelli tra i 55 e i 64 anni, con un'incidenza di 4,5 morti ogni milione di occupati. A seguire, si trovano i lavoratori giovani, tra i 15 e i 24 anni, con un'incidenza di 2,5. A gennaio 2025, dei 46 decessi registrati sul lavoro, 10 riguardano lavoratori stranieri. Il rischio di morte sul lavoro per i lavoratori stranieri è infatti più del doppio rispetto a quello per gli italiani. In particolare, gli stranieri registrano 4,2 morti ogni milione di occupati, mentre gli italiani sono a 1,7.


A gennaio 2025, le vittime sul lavoro in Italia sono 60, di cui 46 in occasione di lavoro (13 in più rispetto a gennaio 2024) e 14 in itinere (2 in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente). La Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro, con 8 decessi. Seguono Piemonte, Veneto e Puglia con 5 decessi ciascuna, e Campania e Umbria con 4.


In alcune regioni, come Friuli-Venezia Giulia, Abruzzo, Valle d'Aosta, Sardegna e Molise, non si sono registrate vittime. (Il report completo con i dati per provincia è allegato). Il settore dei Trasporti e Magazzinaggio registra il maggior numero di decessi in occasione di lavoro, con 6 vittime. Seguono le Attività Manifatturiere e le Costruzioni, entrambe con 4 decessi. La fascia d'età più colpita dagli infortuni mortali è quella tra i 55 e i 64 anni, con 23 decessi su un totale di 46. Il martedì risulta essere il giorno più tragico della settimana, con il 23,9% degli incidenti mortali verificatisi in questo giorno. Le denunce di infortunio totali sono in lieve calo rispetto a gennaio 2024 (-0,9%). Nel gennaio 2024 erano 42.166, mentre nel 2025 sono scese a 41.800.


Nel 2025, il numero più elevato di denunce di infortunio proviene dal settore delle Attività Manifatturiere, con 3.401 denunce. Seguono: Sanità (2.175), Trasporto e Magazzinaggio (1.817), Commercio (1.773) e Costruzioni (1.677). Le lavoratrici hanno denunciato 16.095 infortuni a gennaio 2025 (di cui 13.162 in occasione di lavoro), mentre gli uomini hanno presentato 25.705 denunce totali (23.057 in occasione di lavoro). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro sono state 4, mentre 2 sono decedute in itinere.


Le denunce dei lavoratori stranieri sono state 8.215, pari a circa 1 su 5 del totale. Di queste, 7.095 riguardano infortuni in occasione di lavoro. La fascia di età più colpita in occasione di lavoro e in itinere è quella tra i 45 e i 54 anni, con 9.076 denunce (il 21,7% del totale).


BASILICATA


Nel gennaio 2025, la Basilicata registra 3 decessi in occasione di lavoro, con un’incidenza di mortalità che supera la media nazionale. Nonostante il numero complessivo di vittime sia relativamente basso, l’incidenza in relazione alla popolazione lavorativa evidenzia un rischio più alto per i lavoratori lucani. Questo dato indica che, nonostante gli sforzi per migliorare le condizioni di sicurezza, la regione deve affrontare una crescente emergenza in questo ambito, in particolare nei settori ad alto rischio, come quello agricolo e dell’edilizia.


PUGLIA
La Puglia, con 5 decessi sul lavoro nel mese di gennaio 2025, è una delle regioni più colpite dal fenomeno delle morti sul lavoro. Con un’incidenza di mortalità che supera la media nazionale, la Puglia si trova nella "zona rossa" insieme ad altre regioni, come la Basilicata. Il settore agricolo e delle costruzioni continua a essere tra i più pericolosi, con un alto numero di infortuni mortali. L’emergenza in Puglia richiede azioni immediate, a partire dall’aumento della formazione e dei controlli, per proteggere i lavoratori e ridurre il numero degli incidenti mortali.



Le statistiche mostrano chiaramente che Basilicata e Puglia sono tra le regioni più vulnerabili in termini di mortalità sul lavoro, con un'incidenza di mortalità preoccupantemente alta rispetto alla media nazionale. Questi dati sottolineano l'urgenza di interventi più incisivi per migliorare la sicurezza sul lavoro, con un focus particolare sui settori più a rischio e sulle aree geografiche più colpite.




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