Si sospetta un'origine dolosa per l'incendio che nella notte ha devastato gran parte delle strutture dell'ex Pamafi di Castrocucco di Maratea, un sito produttivo ormai dismesso all'interno del quale sarebbero stati trovati ben 6 inneschi.  Il rogo ha minacciato le abitazioni vicine, ma l'intervento tempestivo dei Vigili del Fuoco e dei volontari ha evitato il peggio. Già nel marzo 2022 un incendio aveva evidenziato la pericolosità dell'area, rimasta un problema irrisolto per il comune. Progettata negli anni '90 per il florovivaismo, la struttura non è mai stata realmente operativa, diventando col tempo un complesso degradato e abbandonato.

Il sindaco di Maratea, Cesare Albanese, sta lavorando per arrivare alla soluzione che da un lato impedisca il ripetersi di simili fenomeni e, dall’altro, favorisca la crescita economica ed occupazionale.

“Il sito denominato ex Pamafi è attualmente nel possesso di tre commissari liquidatori - ci ha spiegato il primo cittadino - poiché vi era attiva l’azienda Flomar, una cooperativa finita appunto in liquidazione coatta amministrativa. Per questa ragione il Ministero ha nominato i tre commissari i quali, erroneamente, pensavano che il sito fosse di proprietà della cooperativa salvo poi scoprire, dopo un lungo contenzioso con la Regione Basilicata, che il sito, la cui estensione è di 25 ettari e sul quale insistono serre, fabbricati e case, è invece di proprietà della stessa Regione. Nel 2018 sembrava di essere sul punto della consegna dei commissari alla Regione ma l’accordo saltò per diversi motivi”. 

Albanese sta lavorando affinché riprenda la trattativa e si arrivi finalmente ad una conclusione positiva.

“Dal mio insediamento ho cercato di riprendere le fila di questa trattativa - ha puntualizzato il sindaco - affinché riprenda il dialogo, che sfoci nel passaggio di qualche centinaia di migliaia di euro dalla Regione ai commissari, credo per una serie di spese sostenute, in cambio delle chiavi. Presumo che l’incendio possa accelerare questa operazione, che qualora andasse a buon fine permetterebbe che il sito, oltre che nella proprietà, torni anche nel possesso della Regione affinché decida quale destinazione assegnare a quest’area, chiaramente a vocazione agricola ma di un’estensione tale da consentire anche investimenti di altra natura. Ecco perché è fondamentale capire bene cosa farne di questa area poiché può rappresentare un importante volano di sviluppo non solo per Maratea, ma per l’intero lagonegrese. Per queste ragioni sto facendo pressioni affinché intanto si concretizzi il passaggio per poi bonificare, ma ci vorranno fondi e pazienza, e, nel frattempo, cercheremo di capire e decidere appunto cosa farne”.

Gianfranco Aurilio

Lasiritide.it