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Mafia: bruciarono auto carabiniere, 2 arresti nel Potentino

17/01/2025



A Pignola i Carabinieri hanno arrestato due uomini, rispettivamente di 32 e 22 anni, accusati di aver collaborato nell’incendio doloso di un’automobile con l’aggravante del metodo mafioso. Per il più anziano dei due, l’arresto include anche l'accusa di resistenza continuata a pubblico ufficiale. I provvedimenti sono stati emessi dal gip di Potenza su richiesta della Direzione distrettuale antimafia. Attualmente, entrambi si trovano detenuti presso il carcere di Melfi.


L’episodio criminoso risale alla sera del 22 ottobre 2023, quando l’auto di un carabiniere è stata data alle fiamme nei pressi della caserma locale. Secondo gli inquirenti, l’incendio sarebbe stato pianificato come atto di ritorsione: il trentaduenne, all’epoca sottoposto agli arresti domiciliari, avrebbe agito per vendicarsi dei frequenti controlli eseguiti dai militari presso la sua abitazione. L’uomo avrebbe orchestrato e messo in atto il piano incendiario con la complicità del giovane di 22 anni, che gli avrebbe fornito una bottiglia di benzina per appiccare il fuoco.


L’obiettivo dichiarato, sempre secondo l’accusa, era quello di intimidire i Carabinieri di Pignola, utilizzando un metodo mafioso per affermare il proprio potere e inviare un messaggio di sfida alla comunità locale e alle istituzioni. Inoltre, il principale accusato avrebbe minacciato esplicitamente i Carabinieri, tentando di dissuaderli dal continuare i controlli a suo carico e dal segnalare all’autorità giudiziaria le ripetute violazioni delle misure cautelari da lui commesse. Le minacce, descritte come esplicite promesse di ritorsione, miravano a creare un clima di timore per indebolire l’autorità delle forze dell’ordine nel territorio.


 


Di seguito il comunicato


Nella mattinata odierna, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Potenza, i Carabinieri del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Potenza hanno dato esecuzione, a Pignola, ad un’ordinanza applicativa della custodia cautelare in carcere emessa dall’Ufficio GIP del locale Tribunale nei confronti di 2 persone, D.M. e G.A., 32enne e 22enne del posto, ritenuti responsabili di concorso in incendio aggravato dall’art. 416 bis 1 c.p. e, per il solo D.M., di resistenza a Pubblico Ufficiale continuata


Il provvedimento scaturisce dagli esiti di intensa attività d’indagine condotta, anche con il ricorso ad accertamenti di natura tecnico-scientifica, dai Carabinieri del citato reparto, su delega della D.D.A. di questa Procura della Repubblica, a seguito dell’incendio dell’autovettura Mercedes classe A di proprietà di un Carabiniere effettivo alla Stazione dell’Arma di Pignola, avvenuto a Pignola la sera del 22 ottobre 2023 mentre il veicolo si trovava in sosta negli stalli riservati al locale Comando Arma.


Le risultanze investigative acquisite nella fase delle indagini preliminari hanno permesso di raccogliere chiari elementi di colpevolezza a carico degli indagati i quali, mossi da volontà di vendetta per i ripetuti controlli domiciliari disposti a carico di D.M., all’epoca sottoposto a misura restrittiva per altra causa, causavano - il D.M. quale ideatore ed esecutore, il G.A. concorrendo materialmente con l’approvvigionamento e la consegna al primo di una bottiglia contenente del liquido infiammabile del tipo benzina - l’incendio dell’autovettura e in tal modo intimidire, con metodo mafioso, i Carabinieri della Stazione e dimostrare alla cittadinanza la forza e la capacità di reagire e di sfidare le istituzioni locali.


D.M. è chiamato a rispondere anche di resistenza a Pubblico Ufficiale continuata in quanto, in tempi diversi e in esecuzione di un medesimo disegno criminoso mirato al fine unitario di costringere i Carabinieri della Stazione di Pignola ad allentare o desistere dai controlli domiciliari sul rispetto della citata misura restrittiva, e comunque a non segnalare all’Autorità Giudiziaria le violazioni cautelari che assommava, prometteva vendette con minacce esplicite loro rivolte qualora avessero adempiuto ai previsti obblighi di comunicazione.


Si precisa che nei confronti degli indagati, detenuti presso la Casa Circondariale di Melfi a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, vige la presunzione di non colpevolezza e che gli accertamenti investigativi sono stati sviluppati nella fase delle indagini preliminari, in attesa di essere sottoposti al vaglio giurisdizionale durante il processo, nel contraddittorio con la difesa.


Potenza, 17 gennaio 2025




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