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''Emergenza idrica superata, ma il futuro dell’acqua in Basilicata resta incerto

1/03/2025

Il Presidente Bardi ha dichiarato a più riprese, e anche a seguito delle ultime abbondanti piogge e nevicate, che l'emergenza idrica è superata e che almeno fino a Giugno 2025 i cittadini di Potenza e dei Comuni serviti dalla diga del Camastra disporranno di erogazioni idriche ininterrotte durante il corso della giornata.
Il Presidente, gli assessori competenti e tutti gli enti preposti alla gestione della risorsa
idrica, già responsabili della paradossale emergenza idrica, stanno continuando ad
omettere (consapevolmente o meno) una questione di non poco conto che si chiama
CRISI CLIMATICA e gli inevitabili riverberi che essa già produce e continuerà a produrre
sulla disponibilità più generale del BENE ACQUA.
In tale contesto, la Giunta Regionale di Basilicata nulla riferisce su cosa accadrà dopo
giugno 2025 e quali misure sono allo studio perché l’emergenza non si ripeta.
La Giunta non ha battuto ciglio di fronte al trasferimento della gestione delle grandi
infrastrutture idrauliche ad una nuova società per azioni, che entro breve vedrà l’ingresso
di società private, con la conseguente trasformazione dell’acqua bene comune in
merce.
Come ci si prepara ad affrontare un futuro nel quale le scelte riguardanti le priorità di
utilizzo di un bene prezioso e fondamentale per la vita saranno subordinate alle regole
del mercato?
Su questo continueremo a vigilare, anche in accordo con altre organizzazioni di carattere
nazionale, che già stanno promuovendo in sede europea azioni legali, per tutelare il
diritto all’acqua bene comune e alla sua gestione pubblica, come deciso da 26 milioni di
cittadini italiani nel referendum del 2011.
Nell’immediato, riteniamo che la trasparenza e anche l’apertura al confronto siano atti
dovuti verso i cittadini. Ciò che non sarà più tollerabile è vedere il ripetersi di errori,
omissioni, sottovalutazioni come quelle che hanno condotto alla recente emergenza
idrica.
Il Comitato ha già denunciato, in due lettere-esposto, tutte le inadempienze della
Regione Basilicata nella gestione della fase emergenziale, nella pianificazione e nella
tutela del grande patrimonio idrico lucano. Ora ribadisce con forza le proprie richieste
in quanto non è più possibile accettare questa situazione di inefficienza e di stallo
protrattisi per troppo tempo.
La Regione Basilicata provveda finalmente:
1) A redigere ed approvare il Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici.
2) A redigere con l’ausilio di tecnici di comprovata esperienza e professionalità e
ad approvare definitivamente il Piano di Tutela delle Acque (cosa che avrebbe
dovuto fare nel lontano 2008): senza uno strumento rigoroso di conoscenza
dello stato di salute quali / quantitativo dei corpi idrici di cui la Regione dispone,
infatti, ogni ipotesi di utilizzo di sorgenti (a partire da quelle recentemente
annunciate) o falde superficiali e profonde, rischia di essere affidata a scelte
estemporanee, che potrebbero rivelarsi addirittura dannose per la salute dei
cittadini e per l’ecosistema.
3) Ad avviare con immediatezza l’individuazione e la perimetrazione delle
AREE DI SALVAGUARDIA ossia:
a. delle zone di tutela assoluta
b. delle zone di rispetto ristrette ed allargate
c. delle zone di protezione
per tutte le captazioni ad uso potabile, sia quelle già effettuate in fase
emergenziale, sia quelle che sono ancora da effettuare. In tali aree, come
prescritto dalla legge, occorre che la Regione vieti l’insediamento di centri di
pericolo ed allontani o metta in sicurezza quelli già esistenti. Si evidenzia, in
particolare, l’estrema urgenza di tale perimetrazione nell’area del pozzo
Pergola1 in cui sono già state effettuate alcune captazioni ad uso potabile di
sorgenti a rischio elevatissimo di inquinamento nell’ipotesi di perdite di
greggio, qualora fosse estratto e trasportato.
4) A definire, insieme ad Acquedotto Lucano, il piano di interventi di breve,
medio e lungo termine sulle reti, attualmente affette da perdite perfino
superiori al 70%, comprensivo di tempi, priorità, risultati attesi e fonti di
finanziamento.
E’ nota la disponibilità già in atto di 49 milioni di euro derivanti dal PNRR: quali
interventi sono stati già eseguiti o si intendono eseguire con tali somme ed in
che tempi?
5) A richiedere al gestore Acque del Sud spa di comunicare periodicamente e
con chiarezza quali siano i finanziamenti già richiesti ed eventualmente
ottenuti, a quali interventi di manutenzione e di messa in sicurezza di tutti
gli invasi regionali essi facciano riferimento, quale sia il cronoprogamma
dell’esecuzione dei lavori e quale il loro stato di avanzamento.
6) A convocare urgentemente, con riferimento allo schema idrico BasentoCamastra, un tavolo tecnico che coinvolga Acque del Sud spa, Acquedotto
Lucano, ARPAB e Direzione Generale Dighe, allo scopo di definire tempi e
modi per il ripristino progressivo dei livelli di invaso fino all’altezza massima
di regolazione della diga. L’urgenza è dettata dal fatto che gli sversamenti già in
corso proseguiranno finché non verrà autorizzato l’innalzamento della quota di
invaso e che ogni giorno di ritardo comporta un incremento del rischio di una
nuova crisi idrica nel 2025. Pertanto il tavolo tecnico dovrà predisporre appositi
scenari per l’anno in corso, individuare le conseguenti strategie di riduzione del
rischio di una nuova crisi idrica ed indicare quali acque verranno erogate ai
cittadini nel caso che la diga del Camastra si svuoti nuovamente. La scelta di tali
fonti alternative dovrà essere effettuata nel rispetto delle norme in vigore,
seguendo il principio di precauzione ed escludendo definitivamente l’utilizzo
per uso potabile sia di acque non classificate che delle acque del Basento,
soprattutto se captate a valle di fonti di inquinamento attive o previste.
Tale precisazione deriva dal fatto che il progetto di rendere stabile l’attuale
captazione del fiume Basento e della condotta fra il fiume Basento e la diga
del Camastra e, nel contempo, di potenziare il potabilizzatore di Masseria
Romaniello, potrebbe far desumere l’intento delle istituzioni regionali non
solo di riproporre, ma addirittura di rendere definitivo l’uso potabile delle
acque del Basento.
A QUEST’IPOTESI, QUALORA VERIFICATA, IL COMITATO SI OPPORRÀ CON
FORZA ED IN TUTTE LE MODALITÀ CONSENTITE.
7) A potenziare i controlli degli scarichi irregolari nel Basento ed in tutti gli altri
corpi idrici superficiali e sotterranei lucani
8) A comunicare in modo trasparente e tempestivo i piani, le strategie e tutti gli
atti amministrativi relativi alle opere ed agli interventi previsti.
9) A predisporre il varo di un piano di ristori a beneficio di famiglie e operatori
economici danneggiati dall'emergenza idrica
Il COMITATO ACQUA PUBBLICA PEPPE DI BELLO ha già avanzato al Presidente Bardi
formale richiesta di incontro per l'apertura di un confronto di merito sulle questioni
rappresentate senza ricevere alcun riscontro, in occasione della presentazione di
questo documento, ha reiterato la richiesta di incontro ed ha chiesto al Presidente del
Consiglio la convocazione di un Consiglio Regionale straordinario sulla questione idrica.



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